PONTE MORANDI: SONO I NUMERI A PARLARE… CERTO!

di Egle Possetti (Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, missiva del 30 maggio 2023)

Oggi in aula è stato sentito il Colonnello Bixio, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza relative al crollo del Ponte Morandi.
La testimonianza è stata focalizzata sulla parte finanziaria della gestione di ASPI (Autostrade per l’Italia), dimostrando un calo delle spese per manutenzione dal 2010 al 2017, ed un paradossale incremento di utili nella gestione di infrastrutture con molti anni di vita alle spalle.
E’ stato anche comparato questo andamento finanziario con la gestione di altre concessionarie, dimostrando delle differenze rilevanti in termini numerici.
Il lavoro approfondito, preciso, serio da parte degli inquirenti ha ovviamente suscitato attenzione da parte delle difese.
In aula, e tramite un comunicato stampa, i legali dell’imputato Castellucci hanno segnalato incongruenze, a loro dire, dei dati e delle tabelle presentati: hanno detto che “…sono i numeri a parlare…”.
Questa frase è molto interessante, perché in questa vicenda sono realmente i numeri a parlare: ci sono 43 morti, sono numerosi i feriti, sono 43 le famiglie frullate letteralmente da questa vicenda, sono numerosi gli sfollati, sono innumerevoli i disagi che per anni hanno dovuto subire i cittadini, tutto per il crollo di un ponte che è stato trascurato per anni.
Sono numeri altissimi, che pesano su persone che hanno rischiato la vita nel transitare su quel ponte per anni ed anni.
Sono ancora i numeri a parlare, esplicitando che in un ventennio di concessione privata non furono fatte manutenzioni straordinarie e sostanziali sul ponte Morandi che stava via via invecchiando, mentre la stragrande maggioranza delle manutenzioni ebbero la paternità del gestore pubblico.
Sono però anche i trefoli a parlare, segnalando che avevano una tale corrosione da potersi rompere anche solo toccandoli per le misurazioni….queste sono le reali conseguenze dei numeri, che anche in questo modo possono parlare.
Certo ogni parte in questo processo deve gestire al meglio le proprie ragioni, ed è giusto e democraticamente corretto che sia così: che ci si confronti sui numeri, ma dai numeri derivano i fatti. Purtroppo, cari signori, anche se l’ASPI avesse dimostrato investimenti in manutenzioni, magari celandoli in uno scrigno del bilancio, avrebbe comunque sbagliato bersaglio: perché il ponte è crollato come un plastico, sotto il peso delle mancanze, ricoprendo di macerie sogni, desideri e vita. Ci dispiace, e potete forse anche voi immaginare quanto ci dispiaccia,…ma i colpevoli che a fine processo saranno giuridicamente tali non potranno rimediare, nostro malgrado, anche se rifacessero i conti mille e mille volte.