ECCE ROBOT: EVOLUZIONE PROSSIMA DEL CAPITALISMO, AL COMANDO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
di Alessandro Vaglia (filosofo)
Il fondamento del capitalismo è il profitto. Il profitto è il fine o causa finale di ogni capitalista. L’industria oggi è il tempio del capitalismo, dove si produce il profitto. La produzione è un mix tra protocollo e macchine. Il protocollo è il calcolo tecnoscientifico, il software della “teoria” capitalista, e le macchine sono l’hardware della “pratica” capitalista, della produzione. L’uomo ha avuto fin d’ora la facoltà linguistica o nesso che ha assemblato le due mani della produzione capitalista: teoria e pratica. In un’industria moderna la decisione umana ha avuto queste mani per produrre, il protocollo e le macchine in funzione del protocollo per la produzione di beni. Queste due mani sono il limite del capitale, il corpo dell’industria. Nella formazione di un’industria il protocollo è determinato dall’esperienza linguistica dell’uomo e sua di memoria. L’assetto del protocollo procede dal disordine, causato dalle competenze interne, e anticipato nel mercato, che lo comunica all’azienda, all’ordine, causato dall’organigramma che ha il compito di trasmettere alle competenze interne le disfunzioni iniziali, per adeguarsi al mercato. Oggi tutto questo passa attraverso le macchine perché l’uomo non si fida della propria memoria. La massa di dati in divenire è inizialmente ed essenzialmente la macchina a contenerla.
Nessun uomo oggi si fida a dare un comando a voce che non sia il riflesso del protocollo stesso che è contenuto in una macchina.
Anche un piccolo artigiano adopera “attualmente” il proprio cellulare per ricordare cosa deve compiere “prossimamente”. Se non lo fa ha una probabilità di fallire che la macchina non ha. Fallire significa, nell’attimo, restare nel disordine di questa probabilità, che il prossimo attimo comunicherà a questo. Fallire significa restare nel disordine di ogni attimo che l’attività compie.
La domanda dice all’offerta: il prodotto lo voglio così. L’offerta ha solo un modo per accontentare la volontà della domanda, adeguarsi alla sua volontà accettandone i gusti e i gusti della domanda sono infiniti, la memoria delle macchine e i loro algoritmi hanno il compito di formare l’offerta, di ordinarla appunto. Non a caso si è passati dal fordismo, tutte le automobili devono essere nere (poca memoria e umana) all’attuale sistema industriale tecnoscientifico che ha il compito di fare tutte quelle macchine che non sono solo nere. (Ford tramonta) Dicevo che il linguaggio umano ha il compito di tenere unito il protocollo alle macchine in funzione del mercato. Oggi l’intelligenza artificiale non solo non ha bisogno di questi uomini, ma questi uomini sono per essa un vero e proprio impedimento nella lentissima formazione del nesso che deve rispondere alla volontà, anzi alle infinite volontà, almeno quante tutti gli uomini sulla terra, ma non solo, anche della terra stessa. Gli uomini sono troppo lenti a ricevere e comunicare gli ordini. Dimenticano spesso, o intralciano il protocollo stesso, si ammalano, sono rancorosi, e assai poco affidabili in ogni campo linguistico. È l’avvento del dominio della tecnica su ogni uomo anche in questo ambito, nel capitale.
Quando cadrà anche l’imprenditore, in un futuro molto prossimo, cadrà anche il motivo del denaro, perché ogni iniziativa del presente per un futuro migliore sarà nelle mani delle sole macchine.
Oggi consentiamo ancora i grandi patrimoni perché ci illudiamo che alcuni uomini sappiano più di altri assumere il compito del nesso. Domani sarà evidentissimo, di fronte allo strapotere della intelligenza artificiale, che questo privilegio di alcuni è STORIA..
Non ci sarà dunque più il consenso, perché cadrà il motivo.
Chiaro che il capitalismo qui è preso a paradigma di ogni attività umana, dalla politica, alla religione, a quella scientifica e sociale. Ogni campo d’azione dell’uomo sarà dominato dalla tecnoscienza.