DUBITARE SEMPRE CONTRO I PADRONI DEL DISCORSO
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari)
E’ sempre interessante il confronto appassionato che si accende su temi importanti. Almeno, gli argomenti non sono quelli banali dentro i quali è immersa la maggior parte della popolazione: totalmente irretita dai canali della rete.
Inoltre, non dimentichiamo che siamo tutti imprigionati dentro una melassa gnostica che ha modificato totalmente la percezione dell’orizzonte degli eventi. Sul tema della devianza cognitiva sono in corso vari studi, e ci hanno parlato della “Finestra di Overton”, della “Rana bollita”, della “Trappola di Tucidide”, del “Dilemna del prigioniero”, ecc. ecc.
Abbiamo un fronte numeroso, che si fa guidare da una sequenza di ragionamenti appoggiati da un quadro ideologico: un paradigma che spiega tutto, una lente con la quale si deve “vedere” la realtà. Impalcatura ideologica per la quale l’orizzonte degli eventi ha una precisa successione, e deve essere mantenuta stabile con l’uso ossessivo di “procolli” e di iter procedurali. Ci ricordano la teoria generale del processo descritta da Kelsen e traslata nel film “Todo Modo”, o anche il romanzo “Il processo” di Kafka. In questi sistemi gnoseologici, i protocolli annessi spazzano via tutto ciò che non rientra nei parametri dottrinali. Ciò vuol dire che la mutevole realtà va eliminata perché è sbagliata. Si deve metodicamente procedere ad una “reductio” con azioni censorie e modificative ben descritte dalle ricerche di Michel Foucault nel suo testo “Sorvegliare e punire”, che Einaudi oggi non ristamperebbe perché fuori dai “canoni” irrogati dall’alto, dal Sinedrio di Scribi che è custode del “Discorso Giusto”.
Esempi dell’uso ossessivo dei protocolli ideologici li abbiamo avuti con l’Inquisizione dei Domenicani, esecutori dei contenuti del Compendium Maleficarum di Guaccio. Li abbiamo avuti con le purghe staliniane attuate da Egor Ezov. Li abbiamo visti con il manuale di tortura scritto da Kubark per la Cia e usato a Guantamamo con i prigionieri coperti di sangue e di feci, trascinati al guinzaglio dai soldati dagli Usa esportatori di democrazia e di decine di “rivoluzioni colorate” in tutto il pianeta. Li abbiamo in medicina, dove seguire i protocolli conferma che “l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”. Però è stato e giusto rientrare nei protocolli per avere salve le terga.
I confronti appassionati girano su temi incerti, contrabbandati per sicuri da una medicina-moloch che è diventata la nuova religione con dogmi che non devono essere contestati per non beccarsi l’etichetta di negazionisti. Avere esitazioni ti butta dritto nel girone infernale dei negazionisti complottisti e, ovviamente, fascisti omofobi, ecc. ecc.
Per questa feccia umana è previsto il bullismo mediatico di massa, la riduzione alla irrilevanza sociale, il controllo con telecamere, il riconoscimento facciale e il punteggio dei comportamenti, le aggressioni giudiziarie, ecc. ecc.
Oggi, dire che l’attività solare produce effetti che non hanno legami con l’inquinamento antropico significa deragliare dai ridetti “protocolli”. Per l’ideologia del Sinedrio è irrilevante che sia sottoscritto da oltre 500 scienziati perché è fuori schema dottrinale. Mette in dubbio l’impalcatura che assicura interessi miliardari per la produzione di farmaci che curano ogni sintomo, ma non devono guarire! Ci ricorda l’acqua fontis del Manzoni e qualche racconto di Checov…
Nessuno di noi ha certezze assiomatiche, ma ha il beneficio del dubbio che furbescamente il Sinedrio del Discorso traduce in negazionismo, fascismo, suprematismo bianco ed altre simili fallacie dialettiche in stile Orwell . Travisamenti preconferzionati e martellati “ad usum Delphini”.
Il DUBBIO ci salva dal precipizio aperto per noi dai nuovi pifferai di Hamelin. Dubitiamo sempre come consigliava il dimenticato filosofo greco Pirrone… Orsù, ancora uno sforzo! Riflettiamo e DUBITIAMO 76 ore al giorno perché dal Dubbio nascono le idee migliori.