L’AVVOCATO FRANCESCO CINQUEMANI SPIEGA “L’IPOCRISIA NELLO SPORT”
Il giorno 4 aprile 2023 si è giocata la semifinale di Coppa Italia tra Juve e Inter: un giocatore, dopo aver segnato un goal, ha usato un atteggiamento provocatorio nei confronti dei tifosi della squadra avversaria, che in risposta si sono lasciati andare a profferire insulti razzisti nei confronti del giocatore. Il giorno seguente, varie testate giornalistiche e programmi sportivi non hanno fatto altro che parlare e scrivere di razzismo. La Lega Serie A ha pubblicato un comunicato di forte biasimo, dichiarando: “La Lega Serie A condanna con fermezza ogni episodio di razzismo e ogni forma di discriminazione”.
È intervenuto anche il presidente della FIFA, Gianni Infantino, che prendendo posizione in merito all’episodio ha sottolineato come sia inaccettabile assistere a insulti razzisti.
Ci si chiede se la Lega Serie A e la FIFA credano fermamente alle loro affermazioni, oppure se sia solo propaganda.
Se la Lega Serie A avesse davvero creduto a quanto affermava, avrebbe certamente permesso ai ragazzi che frequentano le scuole calcio di giocare al loro sport preferito, anziché vietar loro di entrare in campo per allenarsi se sprovvisti di green pass.
Anche le strutture che costituiscono il C.O.N.I., che sono enti di promozione sportiva, si fondano sui principi di inclusione e di non discriminazione: ma non rispettano i loro stessi principi.
Peccato che il calcio, purtroppo il mondo sportivo in generale, non sia proprio un modello da imitare in quanto a legalità e correttezza.
Diamo un’occhiata alla storia:
1934: seconda edizione dei mondiali, l’allora Duce Mussolini non appena s’accorse che l’Italia fascista iniziava ad appassionarsi al calcio, decideva d’utilizzarlo come strumento di propaganda e d’ospitare il torneo. Quell’anno l’Italia vinceva in suo primo mondiale alzando la Coppa Rimet.
1936: la Germania nazista, con a capo Hitler, utilizzava le XIesime Olimpiadi come strumento di propaganda, promuovendo e raccontando l’immagine di una nuova Germania, allo stesso tempo nascondendo le politiche antisemite e razziste del regime. Anche qui vinceva lo stato ospitante, portando a casa numerose medaglie.
1978: nell’Argentina della dittatura, presso lo stadio Monumental di Buenos Aires, si teneva il discorso di apertura del “Mondiale della vergogna”, dove il Tenente generale ed “eccellentissimo Presidente” della nazione Jorge Videla dichiarava: “Chiedo a Dio, nostro Signore, che questo evento sia davvero un contributo per affermare la pace, quella pace che tutti desideriamo per il mondo intero e per tutti gli uomini del mondo”. A circa un chilometro dal punto in cui Jorge Videla rilasciava queste dichiarazioni, c’era la scuola militare Macànica de la Armanda, usata come centro di detenzione e tortura per migliaia di dissidenti del regime (dittatura militare instaurata nel 1976 proprio da Videla).
Tra il 2020 e la fine del 2022 tanti genitori si sono rivolti al mio studio legale, perché ai loro figli non veniva consentito di allenarsi nelle strutture sportive all’aperto e nelle piscine. Ho dovuto diffidare la federazione sportiva perché in una corsa campestre all’aperto imponeva ai bambini di correre solo se avessero indossato la mascherina.
2022 (CINA): gli atleti provenienti da Russia e Bielorussia non poterono partecipare alle Paralimpiadi invernali del 2022 di Pechino. Lo decideva il cda del Comitato Internazionale Paralimpico, a seguito della guerra in Ucraina. Che colpa hanno gli atleti, che hanno sofferto e sudato, per non essere ammessi alle olimpiadi invernali? Non vedo come gli atleti possano avere responsabilità riguardo il conflitto, nonostante questo vengono discriminati ed esclusi: ricordiamo che si sono a lungo preparati per essere ammessi.
2022: a gennaio il governo australiano revocava il visto di Djokovic perché non vaccinato contro la COVID, espellendolo dall’Australia prima degli Australian Open. Djokovic non poté partecipare nemmeno ai tornei americani, appuntamenti come Indian Wells e Miami in primavera e gli US Open a fine agosto, sempre a causa del suo rifiuto di vaccinarsi.
2023: Djokovic non potrà nemmeno giocare gli Indian Wells 2023, perché non è vaccinato contro il Covid.
2023: oltre 30 Paesi cercano di dettare le condizioni sull’ammissione degli atleti di Russia e Bielorussia alle Olimpiadi con una posizione di compromesso tra quella del CIO, giudicata troppo lassista, e la linea del rigore di chi ipotizza il boicottaggio dei Giochi. Dopo l’esclusione da buona parte delle competizioni internazionali degli sportivi dei due Paesi, Russia e Ucraina, nei mesi scorsi si è aperto un dibattito sull’ipotesi di riammetterli alle Olimpiadi purché gareggino come atleti “neutrali”. L’Ucraina si è detta contraria, chiedendo il boicottaggio delle Olimpiadi qualora questa ipotesi si dovesse realizzare. Durante il vertice del 10 febbraio scorso a Londra è stato ascoltato l’intervento di Volodymyr Zelensky che ha chiesto di “escludere tutti gli atleti russi dai Giochi di Parigi finché continua l’invasione dell’Ucraina”.
E tutti questi eventi, secondo voi, non sono episodi “di razzismo e ogni forma di discriminazione”?
Non è questo lo sport che vogliamo, fatto solo di parole di facciata, ma razzista e discriminatorio nei fatti.
Normativa di riferimento:
*D.Lgs. 242/1999 e successive modifiche affidano la responsabilità della gestione e dell’amministrazione dello sport al CONI, particolarmente per quanto attiene:
- alla promozione della massima diffusione della pratica sportiva sia per i normodotati sia, di concerto con il Comitato Italiano Paralimpico, per i disabili” […];
- all’assunzione e promozione di opportune iniziative contro ogni forma di discriminazione e di violenza nello sport.
*Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA dossier n. 336: previsione di obblighi e adempimenti in capo alle associazioni sportive atti a tutelare i minori e a rilevare e prevenire eventuali molestie, violenze di genere e condizioni di discriminazione previste dal codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al d.lgs. 198/2006, come previsto dalla Carta olimpica (co. 2, lett. e)).
* Con delibera del Consiglio nazionale del CONI del 30 ottobre 2012 in base all’art. 13-bis dello statuto, si stabilisce, fra l’altro, che i tesserati, gli affiliati e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo devono astenersi da qualsiasi comportamento discriminatorio in relazione alla razza, all’origine etnica o territoriale, al sesso, all’età, alla religione, alle opinioni politiche e filosofiche. Le violazioni del Codice di comportamento sportivo sono sanzionate dal Garante del Codice di comportamento, in ossequio alle previsioni del relativo regolamento: https://www.coni.it/it/documenti/category/17-garante-del-codice-di-comportamento-sportivo.html?download=29:regolamento-del-garante-del-codice-di-comportamento-sportivo.
In conclusione, ho iniziato a praticare sport all’età di 6 anni, e posso affermare che lo sport mi ha formato e insegnato le regole che poi ho applicato nella vita di tutti i giorni. Lo sport insegna conoscere se stessi tramite il duro lavoro duro e il sacrificio, soprattutto le proprie capacità e il rispetto per l’avversario.
Non mi riconosco negli ingranaggi che muovono lo sport di oggi, perché ne hanno snaturato il significato: anziché tutelare gli atleti, grandi o piccoli, li hanno sacrificati a decisioni politiche. È straziante leggere articoli in cui ragazzini di 14 o 16 anni, che si sono appena affacciati allo sport, oppure che hanno iniziato a farsi notare per le loro potenzialità, si vedono tarpare le ali da una pericardite o peggio ancora si accasciano in campo, dopo essere stati costretti a sottoporsi al farmaco di terapia avanzata anti-COVID-19.
Ho diffidato diverse federazioni che fanno capo al C.O.N.I. perché impedivano ai ragazzini di praticare sport o di gareggiare se sprovvisti di museruola, senza che questo fosse previsto da una legge.
È aberrante leggere tali dichiarazioni di finto buonismo, quando i primi a violare i regolamenti sulla discriminazione sono le stesse federazioni e organizzazioni.