IL CONVEGNO SU TOPI E RODENTICIDI PER RISPONDERE ALLE INCOGNITE BIOLOGICHE DEL FUTURO

Il prossimo 22 novembre a Roma, presso il Novotel Est di via Andrea Noale 291, si terrà la più importante conferenza scientifica sui roditori degli ultimi cinquant’anni. Un vero e proprio “Evento Roditori. Ovviamente al centro del dibattito ci saranno la storia dei rapporto millenario tra uomini e topi (da sempre narrato in ogni letteratura), e l’inquadramento del problema legato ai roditori secondo l’opinione pubblica, che chiede alle autorità pubbliche controllo sulle popolazioni di ratti e topi. Così esperti e ricercatori parleranno dei “biocidi” e dello stato dell’arte della situazione regolatoria dei “rodenticidi” in Italia ed in Europa. Interverranno esperti della direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico (Ufficio Biocidi Ministero della Salute). E si parlerà del ruolo del disinfestatore nel controllo dei roditori ed il corretto utilizzo dei rodenticidi. Al centro del dibattito anche la disinfestazione nell’industria, e la parola verrà data ai responsabili veterinari, ed agli esperti di qualità e sicurezza nei gruppi integrati. Alla tavola rotonda sulla filiera integrata risponderanno gli esperti dei gruppi Amadori, Martini, Fileni.
I roditori e la biosicurezza sono il problema del futuro, in considerazione delle aumentate dimensioni corporee e cerebrali dei ratti, con conseguenti ricadute d’importanza e d’impatto sulle filiere produttive agroalimentari.
Ma c’è anche l’allarme pesticidi negli alimenti umani, recente il caso dei biscotti che ha portato le autorità a stilare una lista nera delle marche contaminate. Altroconsumo ha stilato l’elenco di ben dieci marche di prodotti alimentari colpiti dall’allarme: frollini e farinacei vari tutti positivi all’acrilammide. Dall’indagine del mensile “Il Salvagente” è emerso che “su ben 15 marche di biscotti, oltre il 66% risulta contaminato da pesticidi, e alcuni addirittura dall’acrilammide, una sostanza potenzialmente cancerogena”.
Ma ci sono anche tantissime marche italiane che invece non contengono alcuna traccia tossica, valutate come “eccellente italiane” dell’agroalimentare.
Allarme anche per le tracce di fitofarmaci: ovvero principi attivi che potrebbero aiutare a combattere parassitosi di singole piante e coltivazioni.
Nel caso dei biscotti Carrefour sono stati individuati fino a quattro fitofarmaci: piperonyl butoxide, deltametrina, pirimiphos methyl e la cypermethrin. Ma nella maggioranza delle marche dei biscotti non ci siano forti presenze di micotossine.
In alcuni prodotti a marchio Conad è stata segnalata la presenza del “Don”: una micotossina molto pericolosa per i bambini (gli addetti ai lavori sanno che la maggior parte dei biscotti di marca non è dedicata e consigliata al consumo per bambini sotto dei 3 anni). Se i grandi marchi risultati positivi all’acrilammide, immaginiamo cosa succede in tutte le campagne e le province d’Europa dove ancora c’è un uso non professionale di pesticidi e rodenticidi.
Associazioni ed istituzioni internazionali come lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) hanno etichettato come “probabile cancerogeno per l’uomo” ogni derattizzante di vecchia generazione, stesso discorso per i pesticidi agricoli. Nonostante ciò, l’Italia non ha ancora regolamentato l’uso professionale dei rodenticidi nei settori agricoli e dei prodotti alimentari.
Ma l’allarme pesticidi è forte anche nella pasta, già sotto accusa da anni per la presenza di glifosato.
Intanto nella vicina Svizzera è stato sollevato il problema etico dei biocidi e dell’avvelenamento dei topi: dilemma subito recepito dall’Unione europea. Rammentiamo che la Svizzera collabora strettamente con i Paesi europei in materia di omologazione dei prodotti biocidi: autorità, produttori ed utilizzatori sono uniti dall’obiettivo comune di ridurre al minimo i rischi per uomo e ambiente.

TOPI E NORME EUROPEE

Nelle sedi istituzionali Ue s’è tenuto il workshop sulla messa a punto di un software per l’omologazione dei biocidi e la valutazione dei loro rischi. La sezione “Prodotti biocidi e fitosanitari” dell’UFAM ha il compito di valutare i prodotti biocidi sotto il profilo dei rischi che comportano per l’uomo e l’ambiente. “Privati e professionisti utilizzano i prodotti biocidi per gli scopi più disparati, spesso per combattere presunti organismi nocivi: funghi, alghe, topi, formiche e altri insetti – spiega la ricercatrice Rebekka Baumgartner dell’UFAM -. Sono impiegati sempre più spesso anche nei pressi delle abitazioni, nei prodotti per pulire le facciate e nelle vernici per il legno, o su terrazze e panchine per tenere lontani scarafaggi e formiche”.
I biocidi usati per combattere topi e ratti generano molti problemi ambientali, e per il momento possono essere utilizzati solo quando le trappole per roditori si rivelano inefficaci. I biocidi contengono sostanze altamente tossiche che si degradano molto difficilmente nell’ambiente: quindi gatti, volpi, lupi, cani e rapaci che dovessero cibarsi di topi e ratti avvelenati ingerirebbero le sostanze, a loro volta morendo del veleno usato contro il roditore. Per questo motivo in Svizzera l’uso di biocidi è consentito di rado e solo ad esperti appositamente formati ed autorizzati ad utilizzare rodenticidi: in Svizzera è obbligatoria la patente per gli operatori della disinfestazione.
Due anni fa, i Cantoni elvetici hanno constatato che alcuni di questi prodotti, classificati come pericolosi per l’ambiente, venivano spruzzati in grandi quantità sulle facciate delle case per uccidere i ragni, nello stesso periodo l’UFAM ha introdotto le restrizioni sull’uso dei biocidi. In base alle direttive Ue ed UFAM i prodotti biocidi possono continuare ad essere utilizzati sulle facciate solo nelle fessure, ed i punti trattati non devono inoltre essere esposti alle intemperie per evitare che con l’acqua piovana possano confluire nei corsi d’acqua o nelle canalizzazioni. Soggetti a restrizioni anche i prodotti anti-formiche, essendo insetticidi non specifici che possono nuocere ad api e altri insetti utili. Queste non sono che alcune delle tante misure UFAM nel quadro della strategia di riduzione dei rischi da prodotti chimici.

L’EUROPA VIETA LA DERATTIZZAZIONE TRADIZIONALE

Gli organi Ue rivolgono un “appello all’autoresponsabilità ed alla tolleranza verso tutte le specie animali. “È dunque importante – sottolinea Christoph Moor (responsabile della sezione Prodotti biocidi e fitosanitari dell’UFAM) – che siano utilizzati solo in caso di reale necessità. Che sia in ambito privato o professionale, gli utilizzatori siano sempre invitati a cercare di trovare delle alternative. E in assenza di soluzioni valide, usare questi prodotti in modo responsabile ed osservando rigorosamente le istruzioni d’uso: – precisa – Christoph Moor – raccomandiamo di rivolgersi solo ad un professionista del ramo”. La Svizzera (paese animalista ed ambientalista) coopera strettamente con l’Unione europea in base ad accordi bilaterali. Un fabbricante può dunque scegliere in quale Paese europeo chiedere l’omologazione di un prodotto? Il Paese competente per la decisione d’omologazione è sempre quello in cui è depositata la domanda, ma tutti gli altri Paesi ne sono informati e possono esprimersi sulla richiesta. L’elenco delle sostanze autorizzate si applica automaticamente a tutti i membri dell’UE, mentre le autorizzazioni nazionali devono prima essere trasmesse agli altri Paesi: processo in cui la Svizzera è perfettamente equiparata agli altri Stati dell’Unione europea. E comunque le nazioni che affrontano civilmente il contenimento (la lotta è concetto superato) ai roditori si confermano Germania, Svizzera, Austria, Danimarca, Svezia, Norvegia, Olanda e Nord della Francia. Ogni anno le richieste d’omologazione di nuovi prodotti sono diverse centinaia, ed il loro esame non sarebbe possibile se non nel quadro di una collaborazione europea. I servizi di valutazione di tutta Europa esaminano per prima cosa i principi attivi contenuti nei prodotti biocidi. «I più problematici sono gli agenti cancerogeni o quelli difficilmente biodegradabili e dannosi per altri organismi viventi, che si accumulano nella catena alimentare», spiega Rebekka Baumgartner. E cosa significa dal punto di vista ambientale? Che un prodotto non sarà omologato se le concentrazioni di principi attivi previste nell’ambiente hanno effetti nocivi su sugli organismi viventi. Sono inoltre omologati solo i prodotti che hanno efficacia provata per lo scopo previsto. Insomma dire “avveleno i topi” non è più ammesso, presenta più d’un aspetto che infrange la legge.