ELEZIONI USA: LA POLITICA ECONOMICA E MILITARE DI BIDEN PARZIALMENTE BLOCCATA DAI REPUBBLICANI

La elezioni di Midterm ci regalano un Partito democratico ridimensionato: i repubblicani non sfondano ma vanno meglio dei democratici. Una situazione che probabilmente non permetterà a Donad Trump di arginare tutti i guasti della gestione Biden ma, certamente, di preparare il ritorno per le presidenziali del 2024. Un quasi pareggio, qualcosa che non esiste in alcuno sport ma solo in politica. Certo un campo di battaglia difficile, che dimostra come i pronostici prima del voto siano difficilmente confermati nelle urne. Forte il dubbio d’un ennesimo broglio, perché è noto come i Dem americani abbiano il controllo elettronico del voto attraverso l’intelligence (i famosi silos informatici già accusati d’aver turbato le ultime presidenziali Usa). Ma i risultati potrebbero già essere bastevoli a cambiare il ritmo della corsa per la Casa Bianca del 2024, penalizzando Joe Biden che ha già preannunciato la sua ricandidatura.
Biden si dice anche convinto di ricandidarsi, e lo ha fatto in una lunga conferenza stampa alla Casa Bianca alla chiusura del voto: “”farò in modo che Trump non vinca di nuovo” ha affermato baldanzoso.
La verità è che oggi la democrazia americana è, grazie alle trovate di Biden, spaccata e bloccata su posizioni di litigiosità mondiale. Ma chi pagherà il conto di questa guerra planetaria? Di fatto oggi i repubblicani hanno la forza politica per bloccare ulteriori forniture di armi all’Ucraina, e forse anche per convincere l’industria delle armi ed i poteri finanziari a congedare Zelensky: certamente con una ricca liquidazione ed un esilio dorato (probabilmente in Inghilterra, seconda scelta Italia e Francia), dove l’ex presidente dell’Ucraina potrebbe garantire a se stesso ed alle sue future generazioni una vita più che agiata. Perché l’obiettivo del business repubblicano Usa è far finire la guerra, ottenere una trattativa di pace con Putin, mentre quello democratico è continuare il conflitto fino alla sconfitta della Russia per poi avviare lo spacchettamento dei quasi novanta stati della Federazione. I repubblicani non vogliono distruggere l’unità politica della Russia, mentre i Dem di Biden hanno solo questo obiettivo, per poi passare a trasformare la Cina nel “pericolo pubblico numero uno”.
La situazione dopo le elezioni di Middle Term è che i Repubblicani avranno la forza di far rientrare la belligeranza tra Russia ed Ucraina (Usa), ma non d’impedire alla speculazione finanziaria (legata agli sponsor di Biden) di far pagare la ricostruzione ai poveri risparmiatori europei. Ricostruzione che servirà alle multinazionali occidentali, ormai padrone del suolo ucraino, ed avverrà con i soldi degli europei: certamente la Bce non potrà opporsi agli ordini di Federal Reserve, Banca Mondiale e Fondo monetario. Così almeno per i prossimi cinque anni verranno congelati gli investimenti in Ue per garantire l’Ucraina possa essere ricostruita sul modello della Polonia, della Croazia e della Germania Est dopo la caduta del Muro di Berlino. Gli europei, finché ci sarà Biden a governare gli Usa (anche se ridimensionato), dovranno considerare i propri sacrifici investiti in Ucraina.
Certo una vittoria netta dei Repubblicani alle elezioni di “mezzo termine” avrebbe ribaltato le cose, ovvero fine della guerra e solo pochi soldi per l’Ucraina (lo aveva detto Trump). Invece questa mezza vittoria fermerà le belligeranze, ma non impedirà agli speculatori amici di Biden d’utilizzare i risparmiatori europei per aggiustare la casa ucraina delle multinazionali.
Solo 214 seggi ai Dem mentre i repubblicani ne avranno 221: una situazione alla Camera che limita Biden, ma non permette a Trump di far cambiare politica all’amministrazione. “Non è certamente un’onda rossa, questo è sicuro”, ha ammesso l’influente senatore Lindsey Graham, tra i più stretti alleati di Donald Trump. “E’ chiaro che ci riprendiamo la Camera”, ha affermato il leader californiano Kevin McCarthy (Repubblicano). Intanto la speaker della Camera Nancy Pelosi ha già promesso una stretta sugli aiuti all’Ucraina ed anche indagini a tappeto sull’amministrazione Biden: sulla graticola finirà Hunter Biden (il figlio scapestrato) già indagato per le valige di dollari trasportate in Ucraina fino a poco prima della guerra. Ma la Pelosi certamente non ha potuto giurare che a pagare la ricostruzione non saranno i risparmiatori europei. A far pressione sul sistema bancario Ue provvederanno i vari Soros, Bill Gates, Bezos e Clinton della situazione: spingendo i paesi più deboli del Vecchio Continente a mandare soldi per la ricostruzione, per il dopo Zelensky.
Di fatto c’è oggi una parità a favore dei Repubblicani, e per il risultato definitivo necessiterà attendere il ballottaggio del 6 dicembre in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker: entrambi inchiodati sotto il 50%. Forte l’incognita delle contestazioni, e si fanno quasi certezza i primi sospetti di brogli agitati da Donald Trump in Arizona: la candidata governatrice Kari Lake (repubblicana) li ha denunciati, e si sarebbero consumati in tutto il Keystone State.
Biden tira così il mezzo sospiro di sollievo da vecchio baro. Storicamente il partito che occupa oggi la Casa Bianca ha sempre perso il Midterm dal 1934 (a parte due eccezioni).
Ma non dimentichiamo che, Trump nel 2020 ha fatto eleggere 140 candidati che hanno contestato i risultati delle presidenziali: tra loro il finanziere-scrittore Dj Vance in Ohio. Ma il vero vincitore in campo repubblicano è l’italo-americano Ron De Santis, riconfermato con una valanga di voti governatore della Florida: un successo che rafforza le sue ambizioni presidenziali, ed il futuro del partito repubblicano potrebbe anche parlare italiano (come ha titolato a tutta pagina il New York Post, tabloid di Rupert Murdoch). De Santis potrebbe anche aiutare gli italiani a non entrare nel vortice del grandi aiuti economici all’Ucraina post bellica? E’ presto per dirlo, toccherà a chi governa l’Italia intessere i rapporti giusti e, forse, recarsi col cappello in mano prima che le pressioni finanziarie internazionali ci obblighino a mandare il gruzzoletto verso Kiev.

I RISULTATI

Sia la speaker della Camera Nancy Pelosi che il leader repubblicano alla House Kevin McCarthy hanno ottenuto la riconferma del seggio nelle elezioni di Midterm.
La democratica Gretchen Whitmer ha vinto in Michigan ed è stata rieletta governatrice. Secondo le proiezioni di Fox, la Gretchen ha battuto la repubblicana Tudor Dixon. Secondo le proiezioni dei media Usa, McCarthy si è affermato nel 20mo distretto della California: ha battuto la democratica Marissa Wood e mantenuto il suo seggio al Congresso.
Il democratico James Roesener è diventato invece il primo uomo transgender ad essere eletto alla Camera per il New Hampshire: lo riporta il Washington Post. In passato erano state elette delle donne transgender, ed al momento ci sono otto deputati trans in tutti gli Stati Uniti.
Il repubblicano Brian Kemp infligge invece una nuova sconfitta alla democratica Stacey Abrams: secondo le proiezioni dei media Usa, Kemp ha battuto per la seconda volta Abrams ed è stato confermato governatore della Georgia: la dem avrebbe già ammesso la sconfitta, velatamente incolpando Biden. La democratica Maggie Hassan è stata invece rieletta al Senato in New Hampshire, in un seggio che i repubblicani speravano di strappare: lo riporta la Cnn. Hassan ha sconfitto il repubblicano Don Bolduc, sostenuto da Donald Trump.
Il repubblicano J.D. Vance, salito alle cronache per il suo libro divenuto poi un film su Netflix ‘Hillbilly Elegy’, ha vinto in Ohio: ha battuto il democratico Tim Rian e conquistato un posto in Senato. Per molto tempo identificato come un “never Trumper” (mai con Trump), Vance di recente è tornato sui suoi passi e ha sposato le teorie del tycoon divenendo un suo sostenitore: emerge dalle proiezioni di Nbc ed Abc, e dalle dichiarazioni alla stampa. Il democratico Gavin Newsom è stato invece confermato governatore della California, come era ampiamente previsto: Newson è uno dei papabili aspiranti liberal alla Casa Bianca per il 2024.
Il democratico Josh Shapiro ha sconfitto il repubblicano Doug Mastriano, divenendo governatore della Pennsylvania: lo dicono Nbc e Fox.
Greg Abbott è confermato governatore del Texas: il repubblicano, tra i papabili per la Casa Bianca, ha battuto il democratico Beto O’Rourke, che incassa così una nuova sconfitta dopo quella alle primarie presidenziali del 2020 ed alle Midterm del 2018 contro Ted Cruz per il Senato. Invece il senatore repubblicano ‘libertario’ Rand Paul ha ottenuto la rielezione in Kentucky: è al terzo mandato.
Marjorie Taylor Greene, repubblicana alleata di Donald Trump e sostenitrice della “Big lie” delle elezioni Usa rubate del 2020, ha vinto in Georgia ed è stata rieletta alla Camera americana. La repubblicana Sarah Huckabee Sanders, ex portavoce della Casa Bianca di Trump, vince invece in Arkansas e diventa la governatrice dello Stato: Huckabee Sanders ha battuto il democratico Chris Jones.
Il repubblicano Markwayne Mullin sarà invece il primo senatore dei nativi americani in Oklahoma in quasi 100 anni: Mullin è il secondo Cherokee a rappresentare lo Stato, dopo Robert Owen dal 1907 al 1925.
Il repubblicano Marco Rubio ha vinto la corsa per il Senato alle Midterm in Florida. Rubio è il candidato sostenuto da Donald Trump, che ha chiuso la sua campagna a Miami: per lui si tratta del terzo mandato. La repubblicana Katie Britt è diventata invece la prima donna ad essere eletta al Senato in Alabama, un traguardo storico per lo Stato americano del Sud: Britt prende il posto del repubblicano Richard Shelby (di cui era assistente).
Il governatore repubblicano della Florida, l’italo-americano Ron DeSantis, ha ottenuto la riconferma nelle elezioni di Midterm.
Il repubblicano Tim Scott conquista la rielezione al Senato in South Carolina, battendo la democratica Krystle Matthews: lo riporta la Cnn. Scott è l’unico afroamericano repubblicano nel Senato americano, la rielezione potrebbe spianargli la strada ad ambizioni ben maggiori: Il suo nome infatti circola come possibile candidato alle presidenziali Usa del 2024, e forse alle successive. Scott è stato nominato senatore nel 2013 dall’ex governatore della South Carolina (Nikki Haley) dopo le dimissioni Jim DeMint.
“Qualsiasi sarà il risultato, i democratici rispetteranno il voto”: ha affermato la speaker della Camera americana Nancy Pelosi in un’intervista a Pbs. Ma resta il fatto che il 63% degli elettori americani ritiene che Joe Biden abbia vinto legittimamente le elezioni del 2020, mentre il 37% reputa che ci siano stati brogli: troppi americani non credono a Biden.

 

IL “PAESE GUIDA” CHE NON C’E’


E’ evidente che qualcosa non funzioni. Che la spaccatura fra democratici e repubblicani non sia foriera di buone nuove per l’Ue. Molte delle democrazie una volta guardavano agli Stati Uniti come ad un modello, ed oggi con la guerra in Ucraina temono gli Usa abbiano smarrito la strada. Un sondaggio sociale dell’Ue, tenuto segreto ai più, ci dice che gli Usa oggi sono dietro la Polonia per qualità della vita. Di fatto la speculazione finanziaria e la politica belligerante hanno finito per mettere in crisi il sogno economico americano, appannando gli Usa come riferimento democratico occidentale. Potrebbe una diversa e più coraggiosa Europa prendere il posto degli Usa? Certo, perché gli Stati Uniti si stanno dimostrando incapaci di riformare se stessi e, soprattutto, i rapporti con il resto del mondo. Rapporti che di fatto sono solo prove muscolari che non garantiscono tranquillità economica ai popoli. Gli Usa di oggi non possono paragonarsi ad esempi passati come la Roma imperiale o l’Austria di Francesco Giuseppe. Gli Usa sono un coacervo di infrastrutture obsolete, diffusione delle armi da fuoco, sperequazioni sociali sotto forma di grandissime ricchezze e profonde povertà. I pilastri fondamentali fondamentali del sistema democratico Usa (giustizia, Corte Suprema e commissioni elettorali) sono estremamente politicizzati e sospettati di corruzione. Può ancora quel grande paese ergersi a gendarme del Mondo? Può quella americana essere ancora una cura per le malattie politiche dei paesi lontani? Gli imperi nascono e tramontano, e solo il sol dell’avvenire potrà dirci quale assetto avrà il mondo tra un decennio. Ad oggi possiamo solo dire che è finita la globalizzazione pianificata a fine ‘900, e che solo i finanziatori di Biden continuano ad osannarla.