PSICOTOPO SECONDA PUNTATA: IL TOPOSALMONE CI FA VISITA E COLONIZZA NUOVI SPAZI
Manca un mesetto al convegno del 22 novembre, dove esperti ed addetti ai lavori parleranno di colui che contende all’uomo il dominio sulla Terra. Parliamo di ratti, topi e roditori in genere.
E non lasciatevi ingannare dal titolo, Toposalmone è un nomignolo che non s’affibbia ai ratti per motivi di genetica. Lo si appella così solo per il comportamento. Come il salmone risale i fiumi per riprodursi, altrettanto fa il ratto per colonizzare nuovi spazi vitali, e trovare cibo per se e la prole. I ratti sortiscono abitualmente dai sanitari delle abitazioni site in cittadine rivierasche, o che insistono lungo i corsi d’acqua. Sfatiamo la leggenda che possa essere un problema dei soli piani bassi, dal piano terra sino al terzo: ci sono verificate esplorazioni di roditori anche oltre il sesto piano. Non dimentichiamo che i ratti sono grandissimi nuotatori, gli unici ostacoli alle loro conquiste sono di tipo fisico: nemmeno i detersivi o gli acidi usati per l’igiene domestica possono fermarli. Infatti il pelo e la pelle coriacea, elastica e grassa del ratto costituiscono un perfetto impermeabile. Quando risalgono hanno spesso palpebre chiuse e trattengono il respiro, avendo anche una grande riserva polmonare: così sortiscono dagli scarichi dei bagni molto facilmente. Solo qualche trappola potrebbe bloccarli, o i consigli pratici di chi esperto nella disinfestazione (aziende a norma europea s’intende). I topolini d’un tempo lontano erano molto più piccoli dei ratti, e raggiungevano le soffitte ed i terrazzi per nidificare solo perché abili ad arrampicarsi e leggeri, capaci di salti sorprendenti. Ancora oggi accedono a scantinati e garage per l’elasticità delle loro ossa: schiacciano cranio e l’intero apparato osseo (molto cartilagineo) e così attraversano le porte.
Non dimentichiamo che ratti e topi in genere sono roditori: mammiferi provvisti di grossi incisivi a crescita continua che permettono loro di rosicchiare ogni derivato vegetale od animale, che poi verrà digerito soprattutto grazie al loro patrimonio di microrganismi intestinali: quindi le barriere devono rigorosamente essere di ferro protetto da anti-corrosivi.
Comunque, i roditori sono diffusi ovunque. Grazie alle loro straordinarie capacità di adattamento vivono bene dai poli all’equatore. Sono spesso animali di piccole dimensioni, ma non mancano i topi di grandi dimensioni, come il sudamericano capibara, che potrebbe superare 80 chilogrammi di peso corporeo, e pare possa essere utilizzato per costruire in laboratorio il ratto gigante, una sorta di arma anti-uomo: ottima idea per un film di fantascienza o sarà davvero il soldato del futuro? Intanto apprendiamo che molte delle ricerche sui ratti sono coperte da segreto militare, quanto quelle su virus e batteri.
Tutti i roditori hanno una folta pelliccia dai colori tenui, generalmente a scopo mimetico. Gli arti inferiori sempre un po’ più lunghi di quelli anteriori, anche se in alcune specie (come i gerbilli) sono di molto più lunghe le articolazioni in genere. La coda può essere molto piccola o addirittura assente, oppure lunga e coperta di pelo, tranne nel caso dei ratti che è glabra e scagliosa. I roditori acquatici (nutrie e castori) hanno la coda piatta per facilitarne il nuoto. La caratteristica più importante dei roditori sono i denti: quattro incisivi, due sulla mandibola e due sulla mascella, che servono all’animale per mangiare, scavare, rosicchiare ed anche difendersi in caso di pericolo. Gli incisivi sono a crescita continua quantificabile in 2-3 millimetri alla settimana, tranne quando vanno in letargo (la crescita rallenta per il mancato uso).
I roditori, specie quelli di piccole dimensioni, sono attivi soprattutto di notte: durante l’inverno vanno in letargo solo se vivono in zone davvero molto fredde. La maggior parte dei roditori sono erbivori, ma non disdegnano piccoli insetti, gli acquatici si nutrono anche di piccoli pesci. L’aspettativa di vita per i roditori di piccola taglia è molto bassa, all’incirca due o tre anni, mentre quelli di grosse dimensioni possono arrivare fino a trent’anni. Alcune specie di roditori vengono allevati come animali da compagnia, in quanto facilmente addomesticabili ed affettuose con l’uomo: criceti, gerbilli, cincillà, topolini, scoiattoli e porcellini d’India. In Italia sono presenti 26 specie di roditori allo stato selvatico divisi in sei famiglie: cricetidi, muridi, della quale fanno parte tutti i topi, gliridi, sciuridi, istricidi e miocastoridi. Fino ad una decina d’anni fa nel perimetro urbano di Roma la proporzione era di cinque roditori ogni abitante. Oggi sarebbe stata superata la media di dieci roditori per abitante. Una convivenza difficile ma possibile, e perché l’avvelenamento generalizzato recherebbe comunque danni all’ambiente con evidenti ricadute sulla falda, con conseguenze anche per l’uomo. Oggi infatti si valuta il contenimento del danno da roditori ed il controllo delle specie, la dissuasione e la cattura, la prevenzione ed il monitoraggio: è tramontata l’era degli “avvelena topi”. Del resto nei tempi antichi non c’erano veleni e principi attivi di sintesi, solo la cattura: l’astuzia umana contro la furbizia atavica del topo.