SOVRANO DELLA SPECULAZIONE, SOCIO DELLE MULTINAZIONALI ENERGETICHE

IL RE DEI RE (TERZA E ULTIMA PUNTATA)

Si mormora che il principe del Galles (oggi Re Carlo III di Gran Bretagna e Commonwealth) abbia lavorato diplomaticamente all’elezione di Biden a presidente Usa. Ma non è stato il solo a remare contro Trump, era in buona compagnia di tutto il “deep state” riunito a Davos. Speculazione finanziaria e “deep state” hanno sempre la stessa faccia. Soprattutto gli stessi obiettivi, come diminuire le garanzie democratiche, saccheggiare i risparmi dei cittadini, concentrare le ricchezze nelle solite poche mani. Se negli Usa tutto il potere ruota tra colossi di Wall Street, vertici del Pentagono, banche ed intelligenze, invece in Gran Bretagna l’unica fonte di benessere sono gli affari della Corona, che passano di mano in mano per ininterrotta discendenza. La continuità dell’impero è la prima preoccupazione dei vertici amministrativi britannici, il cui agire è concentrato sul mantenere le istituzioni immutabili nel tempo.
Negli ultimi trecento anni la stabilità delle istituzioni ereditarie è stata continuamente minacciata. Tra gli obiettivi principali del Gran Reset c’è appunto garantire che, la tumultuosità e l’insofferenza del popolo non possa più soverchiare il potere. Oggi il potere occidentale è coeso nel diffidare del popolo e, soprattutto, nel difendersi da chi cercasse di scalare ruoli sociali. Per cementare le prerogative delle oligarchie mondiali, Davos ha da sempre messo in discussione i diritti inalienabili della gente comune, perché gli unici diritti inalienabili possano venire blindati unicamente per una élite di alto censo reddituale e sociale. Per i sudditi (“gli inutili mangiatori” di cui parlava sir Huxley fondatore del Wwf) Davos ha aperto il dibattito sul periodico abbattimento della popolazione terrena, per facilitare la gestione della sudditanza e debellare le povertà.
Negare o concedere diritti torna prerogativa delle stirpi regali. Il re d’Inghilterra vorrebbe salvare il pianeta riportando l’orologio della storia ai tempi degli assolutismi, a quando un tribunale poteva togliere la vita in nome del Re. Quest’ultimo aspetto piace a molti cittadini britannici, nutriti per generazioni con la propaganda reale.
Ora la scommessa guarda al rincaro dei prezzi energetici, perché è noto Carlo III sia schierato con i colossi finanziari che stanno speculando su gas e bolletta elettrica. Al tavolo degli speculatori siede anche il sovrano britannico: carestia e case fredde potrebbero far cambiare idea agli immarcescibili monarchici del Commonwealth? E chi mai potrebbe rispondere a questa domanda.
Carlo ha al tal punto dimostrato entusiasmo per la decarbonizzazione del pianeta che, in più occasioni, ha detto che “innalzare i costi energetici serve a diminuire l’inquinamento fatto dalla gente comune”. Eppure anidride carbonica e civiltà industriale erano il binomio della Londra Vittoriana, dove la povera gente moriva di stenti per le viuzze del quartiere Whitechapel o finiva arresta e deportata per povertà. Di quella Londra cosa dice il Re di Londra?
Di certo sappiamo solo che, pochi mesi dopo l’insediamento di Biden a Washinton, Carlo III pare abbia partecipato ad una riunione strategica dei grandi speculatori planetari. Nel conciliabolo avrebbero affrontato il tema della scommessa nelle borse contro i titoli russi e cinesi, nonché di come far pagare eventuali guerre ai popoli. I signori della borsa avrebbero subito offerto l’opportunità ai vari colossi energetici occidentali di avviare una nuova speculazione basata sui derivati, ovviamente da giocare tutta tra Paesi Bassi e Wall Street. La trovata ha entusiasmato i potenti della terra, che ora stanno presentando il conto al popolo. Ovviamente ci vogliono buone scuse per svuotare i risparmi della gente, e necessita anche qualcuno si prenda le colpe. Ecco che entra in gioco quell’entità astratta appellata come mercato. Quest’ultimo ha lavorato per più di dieci anni per togliere ogni protezione statale ai cittadini titolari di contratto della luce (a Londra come a Roma e New York) ed ora grazie alle regole del “mercato libero” è possibile che le multinazionali energetiche (di cui sono soci Carlo III e compari) ci possano presentare bollette decuplicate. E saremo costretti a pagarle od a farci tagliare la luce: nessun governo occidentale sarà mai in grado di difendere i cittadini, poiché la politica è soccombente a cospetto dei potenti della Terra, soprattutto da quando il “deep state” obietta che la stangata serve per il bene ecologico del Pianeta e per pagare la guerra alla Russia. La razzia viene mascherata soprattutto come perdite in borsa delle multinazionali, che hanno organizzato la mascherata dei “derivati” per fingere d’aver ricevuto la chiamata da Wall Street: in gergo borsistico si chiama “margin call”, “richiamo di margine”, è il termine che descrive la notifica che i “trader” ricevono quando il saldo del conto titoli scende al di sotto del “requisito di margine” richiesto per mantenere aperta una posizione. Insomma, è un teatrino simile al quello del 2008, la grande bolla del mattone. Oggi la recita è più sottile e meno sgamabile, ma la fanno sempre con i soliti derivati. L’Inghilterra è maestra in queste scommesse. Tra qualche mese Carlo III ed i suoi amici deterranno ancor più ricchezze, certi d’aver piegato i popoli con l’antica arma della povertà: questa volta addolcita e fatta ingurgitare alla gente con la trovata buonista ed ecologista della “povertà sostenibile” per tutti noi.