Bonaccini: «I no vax sono irresponsabili. Punto», l’obiettivo è radicalizzare lo scontro
«I no vax sono irresponsabili. Punto». Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, su Facebook alle due di una domenica pomeriggio di mezza estate pubblica un post che scatena centinaia di commenti negativi e (giustamente) offesi, insieme ad alcuni entusiasti e felici. O di qua o di là. Una frase apodittica, netta, implacabile, irrevocabile. «I no vax sono irresponsabili. Punto».
Una frase che non dice nulla sulla categoria dei cosiddetti ‘no vax’: coloro che sinora si sono sottoposti a tutti i vaccini possibili e immaginabili, ma hanno dubbi su un farmaco creato durante l’emergenza pandemica, sono ‘no vax’? Non è chiaro. Ma a Bonaccini non importa.
Una frase che categorizza e divide. Bonaccini definisce chi sono gli ‘irresponsabili’, ma allora chi sono i ‘responsabili’? Tutti gli altri? Indipendentemente dalle loro abitudini, dalle loro scelte sociali? Sono ‘responsabili’ i vaccinati che non usano la mascherina e che si assembrano come non ci fosse un domani? Sono ‘responsabili’ i politici che continuano a rincorrere il consenso? Non è chiaro. Ma a Bonaccini non importa.
Una frase improvvisamente irrevocabile. ‘Punto’. Bonaccini mette un punto. Non discute. Egli decide, l’ora segnata è giunta. ‘Punto’. Non se ne parla più. E coloro che senza infrangere alcuna regola hanno deciso di non vaccinarsi? Coloro che sinora hanno rispettato tutte le regole nel nome del rispetto dell’altro? Coloro che non riescono nemmeno a buttare una cartaccia nella indifferenziata senza sentirsi in colpa, ma non vogliono sottoporsi al trattamento sanitario non obbligatorio? Per Bonaccini dunque cosa meriterebbero costoro in quanto ‘irresponsabili. Punto’. Non è chiaro. Ma ad Egli non importa.
L’obiettivo ormai è uno e uno solo: radicalizzare lo scontro. E anche gli insulti diventano medaglie per Bonaccini, medaglie da appuntarsi al petto per portare gli ‘irresponsabili’ verso il recinto definito e poter così dare a loro stessi la colpa di esserci finiti. Anche gli articoli di giornale giustamente indignati sono paradossalmente funzionali all’obiettivo.
Eh sì, perché nulla ormai c’entra il più che legittimo invito a vaccinarsi, nulla c’entrano le legittime scelte sanitarie (coperte da privacy) di ciascuno: ora il piano adottato è un altro. Il linguaggio è un altro. E’ il linguaggio di guerra. Di costruzione del nemico. Un linguaggio pericoloso, come lo stesso collega di Bonaccini, il governatore del Veneto Luca Zaia, ha affermato pochi giorni fa.
‘Ognuno manifesti per quello che vuole, manifesti per il vaccino o contro il vaccino, ma facciamolo pensando che ci sarà un domani e che non potremmo consumare le vendette per i prossimi 50 anni di quello che sta accadendo in questi mesi. Si stanno anche rovinando relazioni personali per colpa di questo e si iniziano discussioni lunari che intaccano relazioni di una vita – ha detto Zaia. E questo mi preoccupa. Il Green pass certo verrà ricordato, ma non ce lo portiamo dietro tutta la vita. La politica rappresenta il popolo ed è un popolo che si vaccina ma anche che non si vaccina’.
Ma tutto questo a Bonaccini non interessa. Punto.
di Giuseppe Leonelli – LaPressa
Attento a quello che dite sui cattivi no vax, il vento cambia e poi succede che qualcuno si incazza davvero e qualcuno poi non puó più parlare e dire cavolate. Occhio a un giorno di ordinaria follia.