Viterbo: il Rave party, dov’è morto un 24enne, continua. Cosa fa Lamorgese?
Per i cittadini la situazione “non è più sopportabile”, ma la Polizia chiede tempo per intervenire senza scatenare la violenza tra gli 8 mila partecipanti
Il rave party illegale nell’oasi naturale del lago di Mezzano, a Viterbo, è arrivato al suo quinto giorno. Non è bastata la morte di un 24enne tra gli 8 mila partecipanti alla festa, né le voci che ci sarebbe una seconda vittima per coma etilico. La Polizia, nel frattempo, non interviene per timore di scatenare il caos, ma i cittadini sono stanchi: “Fateli andare via, subito!”.
Intanto il bilancio è di tre ricoveri per coma etilico, denunce di abusi sessuali e abuso di sostanze. Uno dei ricoverati si è poi rivelato positivo al Covid19, aumentando così la preoccupazione tra i cittadini. Ma non tra le migliaia di persone accampati in campagna, che continuano imperterriti a ballare dallo scorso 13 agosto.
Il rave party illegale nell’oasi naturale del lago di Mezzano, a Viterbo, è arrivato al suo quinto giorno. Non è bastata la morte di un 24enne tra gli 8 mila partecipanti alla festa, né le voci che ci sarebbe una seconda vittima per coma etilico. La Polizia, nel frattempo, non interviene per timore di scatenare il caos, ma i cittadini sono stanchi: “Fateli andare via, subito!”.
Intanto il bilancio è di tre ricoveri per coma etilico, denunce di abusi sessuali e abuso di sostanze. Uno dei ricoverati si è poi rivelato positivo al Covid19, aumentando così la preoccupazione tra i cittadini. Ma non tra le migliaia di persone accampati in campagna, che continuano imperterriti a ballare dallo scorso 13 agosto.
Rave party a Viterbo da cinque giorni, morto 25enne. È polemica
Le Forze dell’ordine continuano a presidiare la zona e a impedire nuovi arrivi. La Guardia di finanza, inoltre, sta controllando l’ingresso principale, tra le polemiche degli abitanti locali che chiedono l’immediato allontanamento del mega gruppo. Non si sa, però, quando il “Teknical Space Travel”, questo il nome del mega evento, lascerà la Tuscia. Il questore di Viterbo, Giancarlo dell’Elia, ha spiegato che “lo sgombero è impossibile. Ci sono migliaia di partecipanti sparpagliati su un’estensione di 30 ettari e il contesto operativo è quello che è”. E aggiunge: “Dobbiamo sperare che i contatti stabiliti con gli organizzatori, un gruppo di francesi, diano frutti in pochissimi giorni.”
Stefano Bigiotti, sindaco di Valentano, il paese accanto all’oasi naturale, ha immediatamente condannato il rave ed espresso la sua preoccupazione per questo tipo di evento. Ma neanche l’insistenza del primo cittadino sta smuovendo le Forze dell’ordine e il ministero dell’Interno. Bigiotti puntualizza sui problemi che il mega evento sta creando: “Una problematica di ordine e sicurezza pubblica all’interno del rave party illegale che dopo cinque giorni di festa si sta ancora consumando. Un secondo problema, invece, riguarda l’emergenza epidemiologica: le comunità locali iniziano a essere veramente preoccupate. Un terzo problema, conclude, è di carattere ambientale: quali saranno le conseguenze per una zona di interesse comunitario come quella di Mezzano?”.
Piero Camilli, proprietario del terreno occupato per il party, ha intanto presentato una denuncia per danneggiamento, annunciando una richiesta di risarcimento al Viminale. Anche i toscani di Manciano Mirco Morini, di Pitigliano Giovanni Gentili e di Sorano Pierandrea Vanni sono intervenuti sulla questione tramite un comunicato stampa unitario, lamentando ripercussioni anche sulla loro regione, la Toscana. “L’illegale rave party che si sta consumando dal giorno di Ferragosto nel comune di Valentano è un attacco frontale ai territori e alla popolazione dei comuni limitrofi”, si legge nel comunicato. “Questo raduno illegale, continua, è una vera e propria incursione nei confronti dei nostri territori e in primis di quello del vicino comune di Valentano, da parte degli organizzatori e dei partecipanti di questo rave, che inevitabilmente stanno minando in queste ore le attività economiche, in piena stagione turistica, e la sicurezza e la tranquillità dei cittadini, anche dal punto di vista sanitario”.
Nella nota sottolineano la profonda amarezza “che lo Stato non si sia dimostrato capace di prevenire, per di più durante una pandemia da Covid-19 in corso dal 2020, tale clamorosa manifestazione di illegalità da ogni punto di vista, noi sindaci riteniamo che a oggi non sia stato assicurato un adeguato e continuo controllo dei territori di questi tre comuni, con un impiego straordinario di forze dell’ordine nonostante la massiccia presenza fissa o mobile di migliaia di persone arrivate per partecipare al rave e che stanno iniziando a gravitare anche nelle nostre zone“. Chiedono quindi “una maggiore attenzione e un profondo impegno anche da parte della Prefettura di Grosseto per gestire questa situazione che non sappiamo ancora a cosa porterà e né quando finirà“.