Attualità

Crollano tutte le bugie sul green pass

Dopo la prima settimana è sempre più chiaro: non c’è garanzia di non infettarsi, l’utilizzo pratico è un caos e la famosa protezione di gregge è un’illusione. Per non parla del presunto aiuto alle attività economiche.

C’è di positivo che le bugie e le mistificazioni hanno una data di scadenza. fatalmente, dopo qualche settimana, vengono sgretolate dei fatti, anche se c’è chi ostina a ripeterle. Sui giornali ed in televisione, di baggianate in materia di green pass se ne sono udite e se ne odono ancora parecchie, ma grazie al cielo la realtà fornisce elementi per fronteggiarle. Vediamole allora nel dettaglio.

Il ritornello si sente spesso in bocca agli esponenti del Pd e, più in generale, a quelli che chiameremo, in ossequio alla moda, «negazionisti del caos». Tipo il caro Corrado Formigli, fulgido esponente della linea «contento io, contenti tutti». Ecco cosa scrive: «Sono entrato in un bar perché fuori era tutto pieno. Mi hanno chiesto il green pass. Gliel’ho mostrato. Mi sono seduto e ho bevuto il mio Martini. Vorrei capire da filosofi molto progressisti e custodi della nostra fragile democrazia dov’è il problema. Magari non lo vedo io».

Beh, forse lui non lo vede, il problema. Però lo hanno visto, nei giorni scorsi, i gestori dei locali e i camerieri, cioè le persone a cui tocca fare i controlli. Le rimostranze di costoro non erano poi così campate in aria, visto che sul tema è intervenuto prima il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e poi il Garante della privacy, che di fatto ha smentito il ministro. Giusto per dire quanto siano chiare le norme. Sempre i ristoratori hanno segnalato notevoli malfunzionamenti nella app che servirebbe a controllare i green pass, il che complica ulteriormente le verifiche.

Se ancora non bastasse, si sono rivoltati gli steward, che tramite i loro rappresentanti di categoria hanno fatto sapere di non essere disposti a finire nei guai: controllare i lasciapassare verdi agli eventi non è compito nostro, dicono. E non hanno tutti i torti.

Poi, ovviamente, ci sono i lavoratori della scuola, a cui si aggiungono gli impiegati delle mense e persino gli studenti antifascisti della Sapienza, che però sono un po’ in difficoltà al pensiero di marciare contro la carta verde assieme a Forza nuova.

Infine, bisognerebbe considerare i costi e le limitazioni a cui fa fronte chi è costretto a sottoporsi continuamente a tampone, magari perché è in attesa di vaccinarsi o perché il vaccino non lo può fare. In una città come Milano, per un adulto un tampone costa sui 30 euro. Per essere coperti, di test ne servono tre alla settimana. In un mese, a spanne, sono circa 360 euro. Mica male. Insomma, qualche problemino qui e là inizia a emergere. Ma chissà, magari uno si beve un Martini e tanto basta per dimenticare i guai.

Il green pass ci regala più libertà

Altra falsità. Se fosse vero, a quest’ora le discoteche sarebbero già riaperte. Se fosse vero, si potrebbe circolare senza mascherine (che invece sono ancora obbligatorie) e si potrebbe evitare di mantenere le distanze. Inoltre, se fosse vero, i non vaccinati, (che magari sono soltanto dei «non ancora vaccinati») non avrebbero alcuna difficoltà a svolgere le più normali attività quotidiane, tra cui, ad esempio, gli allenamenti sportivi. E invece anche la Uisp mostra «grande preoccupazione», poiché «il green pass rischia di allontanare tanti ragazzi» dai campi di gioco alle piste: «Puntiamo su attività all’aperto, ma troppe società rischiano di chiudere: un disastro soprattutto per i più fragili», dice il presidente Tiziano Pesce.

In generale, dunque, il green pass non aumenta le libertà dei vaccinati (cioè, a differenza della patente, non consente di fare «qualcosa che prima non si poteva fare»), ma complica immensamente la vita a chi – per mille motivi – il vaccino ancora non lo ha fatto o non lo può fare.

Il green pass garantisce la sicurezza

E pensare che l’aveva detto pure Mario Draghi: «Il green pass è una misura con cui i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. È una misura che dà serenità, non che toglie serenità». Ora sappiamo che è falso. Sappiamo che anche i vaccinati, purtroppo, si contagiano e contagiano (secondo qualcuno tanto quanto i non vaccinati). A tal proposito, basta citare ciò che ha affermato il direttore dell’Oxford vaccine group, sir Andrew Pollard: «Non è possibile raggiungere l’immunità “di gregge” con l’attuale variante Delta del coronavirus. La variante Delta infetterà ancora le persone che sono state vaccinate». Dunque il green pass non protegge dal contagio, anzi può rivelarsi pericoloso, poiché induce un falso senso di sicurezza nei vaccinati, i quali potrebbero contagiare altre persone (compresi i non vaccinati, i quali, stando ai dati auttalmente disponibili, sembrano avere più probabilità di contrarre il virus in forma sintomatica e addirittura grave). Non a caso, molte aziende permettono l’ingresso soltanto a chi ha effettuato un tampone rapido nelle ultime 48 ore (anche se in possesso di green pass).

Il green pass non è un obbligo vaccinale surrettizio

Anche questa bugia, spesso ripetuta da esponenti del Pd e da molti opinionisti di area democratica, è crollata miseramente. Negli ultimi giorni, nei dibattiti pubblici, persino i più strenui sostenitori della carta verde (ad esempio l’autorevole Matteo Bassetti) sono stati costretti – di fronte alle puntuali obiezioni dei critici – ad ammettere che il suo unico vero obiettivo è quello di spingere i refrattari a vaccinarsi.

Alcuni governatori (Stefano Bonaccini e Luca Zaia) sono arrivati a dichiarare che i tamponi gratuiti – la cui diffusione consentirebbe a molti di ottenere il lasciapassare senza svenarsi – sono sconsigliabili in quanto ostacolano la campagna vaccinale. Ciò significa che, tramite la carta verde, il governo sta consapevolmente tentando di aggirare la Costituzione: non impone l’obbligo vaccinale, evitando così di farsi carico di eventuali conseguenze, e supplisce con misure che penalizzano chi non si è sottoposto a iniezione.

Quali effetti ha prodotto finora il lasciapassare? Ha spinto a vaccinarsi molti giovani, i quali ora si sentono (sbagliando) totalmente sicuri e liberi di assembrarsi. ha definitivamente sbriciolato il patto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, proprio perché queste ultime sono state scoperte a mentire. In più ha prodotto un gran caos e notevoli danni economici alle imprese (bar, ristoranti, cinema, parchi, aziende agroalimentari…).

Non temete, però: un Martini e passa tuo.

di Francesco Borgonovo – La VeritàImmagine Adnkronos


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