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LA SORVEGLIANZA ELETTRONICA RIMPIAZZA I VECCHI CONTROLLI E I PREGIUDIZI CON ALTRI NUOVI

Manlio Lo Presti (*)

 

Accertato che oramai siamo controllati a distanza in tutte le situazioni della giornata, allora si conferma la teoria di Michel Foucault secondo la quale la storia è una successione di sistemi repressivi che rimpiazzano i precedenti. Ad ogni evoluzione della “governamentalità” (1), le limitazioni del regime antecedente vengono eliminate. Il momentaneo vuoto di potere della transizione diffonde la sensazione di aver vinto la lotta per la liberazione dai vincoli sociali. In parole povere, il mutamento viene venduto come l’acquisizione di nuovi spazi di libertà personale all’interno di una società più giusta e condivisa.

Nello specifico, la lotta contro la presenza del sesso femminile e maschile in favore di una società multisessuale appare come una conquista sociale libertaria. Per motivi soprattutto ideologici, non viene posto in evidenza che tale operazione è stata possibile perché i meccanismi di controllo effettuati a distanza sui corpi sono sempre meno dipendenti dal controllo della sessualità (2) e dell’intero processo decisionale e gestione della complessità sociale (3)

La funzionalità totalitaria è sostenuta dalle macchine ottiche, dagli apparati di registrazione, dai satelliti, dai droni, dalle intercettazioni e simili. La robotica elimina il significato storico e sociale del lavoro umano che – secondo il pensiero neoliberista – non è affatto un diritto (4). La megamacchina delocalizzata planetaria ambisce a governare la totalità del pianeta (5). Le macchine hanno come missione quella di “funzionare all’infinito”, non si ammalano, non protestano, non avanzano pretese salariali, si autoriparano, apprendono i processi operativi con il metodo prova-ed-errore. Sono svincolate dalla priorità del conseguimento ossessivo del profitto sostituito dall’efficienza-efficacia.

Il Paese che utilizza massicciamente questi dispositivi è la Cina con un regime dove l’opposizione e le critiche sono totalmente inesistenti. (6) Si tratta di una immensa area che rappresenta un vasto laboratorio sociale effettuato sugli umani privati di qualsiasi capacità di opporsi. La vita è misurata non solo dal profitto ma da anche e soprattutto da una scala di punteggi collegati ciascuno ad un comportamento sociale positivo che aumenta i punti e negativo che li diminuisce. Tutto quindi ha un prezzo. Tutto è misurabile, tutto è filtrato e gestito da “protocolli comportamentali e operativi” spesso adottati in criminologia, in economia, per poi allargarsi alla pratica medica (7) quando si dichiara che i protocolli sono stati rispettati ma il paziente è morto.

Tutto ciò premesso per comprendere che si affacciano metodi di controllo più invasivi e silenziosi (8)i cui è difficile accorgersi, se non dopo un buon esercizio di analisi scevra da filtri ideologici. La partita finale si dovrà giocare per l’eradicamento del meccanismo di “sostituzione” di pratiche e di sistemi di potere.

La libertà è morta, viva la libertà!

 

 

NOTE

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