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L’irrazionalità politica è un falso per consolare le masse.

Manlio Lo Presti (*)

 

https://www.linkedin.com/pulse/bias-ingegneri-e-la-guerra-del-vietnam-augusto-carena/

Fonte immagine: https://www.linkedin.com/pulse/bias-ingegneri-e-la-guerra-del-vietnam-augusto-carena/

 

La montagna di denaro investita per allestire ogni operazione – parliamo di miliardi – impone da sempre una preventiva pianificazione talvolta pluriennale – delle decisioni e della esecuzione dei progetti.  Non ci sono quindi decisioni sbagliate, errate, incomplete, ecc. Le decisioni sono elaborate utilizzando il totale delle fonti e delle notizie disponibili al momento dell’analisi.

La valutazione di un fatto con il cosiddetto “senno di poi” è un errore gravissimo che non tiene conto dei contesti che ricomprendono la scala di valori, le fonti, il clima socioeconomico, la situazione politica, del momento.

Lo scostamento operativo si verifica con certezza nel confronto con l’ETEROGENESI DEI FINI.  La misurazione di questo confronto tra ipotesi e realtà definisce l’area di errore. L’irrazionalità è una definizione che risente della visione dei valutatori e spesso reca un certo carico emotivo causato da preconcetti ideologici.

Sarebbe salutare riesaminare gli studi del Nobel Herbert Simon sul tema della formazione della “decisione ottima”: https://www.corsi.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid591867.pdf . L’approccio del Nobel per l’economia del 1978 è multidisciplinare, soprattutto sul versante psicologico. Un contributo maggiormente tecnico elaborato da Robert S. McNamara, dirigente d’azienda, politico e banchiere statunitense. Egli elabora un piano di bombardamenti del nord Vietnam utilizzando bombe che esplodono a vari centimetri prima di toccare terra. I danni di questa invenzione provoca una quantità multipla di morti e di feriti. Abbiamo i contributi dello scienziato John von Neumann Nobel 1963 sul versante atomico della tecnica militare e rimodellando la teoria delle decisioni razionali con la Teoria dei giochi.

La pianificazione dei bombardamenti in nord Vietnam era stata elaborata con grandissima attenzione dalle menti più avanzate del tempo. La dichiarazione della Cina di intervenire con cinque milioni di soldati, rese inapplicabili tali decisioni e causò il disastro americano nel sud est asiatico, con la fuga dai tetti dell’ambasciata Usa a Saigon di addetti americani e di collaborazionisti. Una scena veramente miserabile. La razionalità si dissolse con l’incursione dell’eterogenesi dei fini come fattore esogeno, in questo caso impersonato dalla decisione eminentemente politica e non economica del sistema dittatoriale cinese.

Nei centri di potere dove prevale il denaro come parametro universale, il taglio emotivo e/o ideologico non ha senso. Sono in gioco miliardi di euro. Qui i poteri occulti, il deep state, ecc. non c’entrano nulla. Il motore e il perimetro delle decisioni a tutti i livelli e in tutti i settori sono misurati sulla quantità di denaro investito. Denaro che deve tornare indietro caricato di interessi e di ricavi importanti.

La morte per stenti di milioni di persone, gli oltre duecento conflitti locali in corso, i ripetuti crolli di borsa, il fallimento di migliaia di aziende colpite, lo sventramento di vasti territori, l’inquinamento, centinaia di milioni di disoccupati, il collasso delle filiere produttive di interi Paesi sono freddamente considerati dai colossi aziendali multinazionali come “danni collaterali”. Spazzatura malthusiana.

La politica ha il ruolo di eseguire – e nel modo migliore possibile – le decisioni di queste aziende. Ha il compito – spesso ignobile – di elaborare e di far accettare alle popolazioni danneggiate le decisioni impopolari giustificandole con motivazioni umanitarie, condivisibili. La persuasione è ingegnerizzata da università, centri di ricerca privati, imbonitori, giornalisti, testimonial, ecc.  Se il lavoro di lavaggio del cervello e di persuasione è fatto bene, si arriva ad indurre le popolazioni danneggiate a votare per i propri massacratori e saccheggiatori!

Il 99,9 percento degli umani non lo ha ancora capito…

 

(*) Scrittore ed esperto di banche e finanza)

 

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