LA GUERRA E’ UNA DISGRAZIA MA NON E’ DETTO SIA LA DISGRAZIA PEGGIORE
di Piero Laporta
Nella puntata precedente rammentammo le tre millenarie leggi delle relazioni internazionali (non importa se pacifiche o belliche) e la noncuranza dei beati possidentes circa il vincitore d’un conflitto: comunque finisca una guerra, chi possieda le materie prime incrementa i propri profitti. Finché c’è guerra c’è speranza, solo per loro e per i loro amici, fra questi l’argentino orante.
Il misterioso mondo di iper ricchi è descritto in un articolo – e lo suggerisco vivamente – circolante sul web [Blackrock, Vanguard, State Street: I veri padroni del mondo, a cura di Marco Contini, 19 Settembre 2022.
Sono circa trent’anni – diconsi trenta – che osserviamo partiti di sinistra e sindacati (CGIL in testa) appecoronati dai governi di sinistra, quali che fossero le nefandezze a danno delle classi più deboli. Napolitano Giorgio impose il governo di Monti Mario che nessuno aveva eletto e distrusse la sanità costruita dalla Democrazia Cristiana morotea fin dagli anni ’70 del secolo scorso. Il partenopeo sentenziò: «Dobbiamo dire no a elezioni precipitose. Da domani a fine aprile scadranno 200 miliardi di buoni del Tesoro e bisognerà rinnovarli ricollocandoli sul mercato. Tutelare ora il paese da un precipitoso ricorso al voto è un’esigenza cui tutte le forze politiche devono concorrere. Per questo affido a Mario Monti l’incarico di formare un governo aperto al …sostegno e alla collaborazione sia della formazione che ha vinto le elezioni nel 2008 che quelle che si sono collocate all’opposizione… Si tratta solo di dar vita a un governo che unisca forze politiche diverse in uno sforzo straordinaria che l’attuale emergenza esige… è finito il tempo delle faziosità, il governo deve godere di un’ampia maggioranza per il bene del paese. Se il nuovo esecutivo proposto da Monti sarà tecnico o politico sarà lui a deciderlo.» La sinistra plaudì con la destra. Tutti, col venerabile argentino, hanno onorato la memoria del partenopeo.
Il barricadiero Landini e un’allogena Schlein oggi dissotterrano l’ascia di guerra. Ridicolo. Fu abrogato lo statuto dei lavoratori. Essi plaudirono con la destra. Furono introdotti 46 tipi di contratti precari sottopagati. Essi plaudirono con la destra. Tale Fornero Elsa distrusse il sistema pensionistico, fondato da Benito Mussolini. Essi plaudirono con gli epigoni del dittatore.
Il lettore non pensi che il resto del mondo stia gran che meglio di noi. La guerra in Ucraina, la guerra a Gaza, l’uccisione di una bimba a Londra come quella di tanti bimbi sui tanti fronti di guerra – non solo Gaza, non solo Gaza – sono conseguenze di questo disordine incontrollabile.
La guerra scoppia perché la divisione della torta non soddisfa più tutti i commensali oppure perché uno o più commensali sono convinti di poterla arraffare tutta, eliminando i rimanenti.
Fino al 2000, più o meno fin quando reputarono sufficiente portare la Russia nella NATO e la Cina nel WTO (Wolrd Trading Organization), furono tutti d’accordo. Le guerre, dai Balcani al Caucaso, dal Maghreb al Golfo persico e le primavere mussulmane hanno ucciso cento volte di più che a Gaza. Erano guerre tuttavia telegeniche, raccontateci dalla duchessa di Bilderberg, Lilli Gruber, coi cicisbei del giornalismo di guerra. Questa guerra a Gaza doveva andare come quella dello Yom Kippur nel 1973, una guerra finta coi morti veri, tre giorni dopo l’attentato a Berlinguer Enrico, da parte dei compagni sovietici, per arrivare come si doveva a via Mario Fani, cinque anni dopo. Erano anni più armoniosi, dopo tutto. Se qualcuno dissentiva, bastava un camion carico di pietre e tutto si ricollocava al suo posto.
Oggi è tutto più difficile, troppo per un criminale come Netanyahu Beniamino, il quale, se Hamas non avesse bestialmente attaccato, sarebbe pensionato e pregiudicato. Hamas ha invece attaccato bestialmente e puntualmente. Puntuale ma con chi? Un po’ di pazienza…
La guerra non dice mai chi ha ragione. Essa sentenzia chi è militarmente più forte. Questo non esclude una sconfitta politica nonostante la vittoria militare. Un maestro di queste giravolte fu Yasser Arafat: non ha vinto un solo scontro militare, ma ha perso solo un paio di volte politicamente.
Netanyahu Beniamino sapeva che Hamas avrebbe attaccato, lo sperava per rimanere al governo. Una politica cinica alla quale ha dato la propria benedizione il Pentagono. Solo chi ignora le profonde connessioni – più profonde dei tunnel di Hamas – fra Gerusalemme e Washington può immaginare che l’acuto Biden Joe non fosse informato dell’espediente di Netanyahu Beniamino per rimanere in sella.
Sembra di sentirli i generaloni del Pentagono, deridere quei “caprai che si credono chissà che cosa perché hanno il petrolio”. E hanno messo in piedi una sgangherata strategia, “green” neanche a dirlo, per abbandonare il petrolio a vantaggio dell’elettrico. Chi c’è all’altro capo di questa strategia? La Cina, per ora alleata di ferro con la Russia. Dicono che la Cina non possa governare il mondo? Russia e Cina devono regolare i conti con Londra e Wall Street che le hanno tenute sotto il tacco fino a ieri. Sfogliano il carciofo con metodo e pazienza. O ancora dubitate?
Da questo piccolo dettaglio nasce il colpo da maestro sferrato dai pianificatori “sovietici” del massacro. Essi hanno chiuso Israele in un tunnel. Israele si è vendicata dando al guitto di Kiev il sistema di comando e controllo per il sostegno aereo ravvicinato alle fanterie. Kiev ha più disertori che fanterie, è il problema.
Gli iper ricchi, finché Mosca e Pechino erano sottomesse, hanno comperato voti e corrotto politici ovunque, anche a Mosca e a Pechino, figurarsi qui in occidente. Tutti si ricordano di Henry Kissinger contro Aldo Moro. Pochissimi ricordano l’ammiraglio Carrero Blanco, scaraventato a trenta metri d’altezza dopo aver detto no a Henry Kissinger che esigeva, sostenuto dai falangisti, di raddoppiare le basi statunitensi in Spagna. Carrero Blanco si oppose a Kissinger. Chi lo uccise? I terroristi baschi di osservanza sovietica. Non vi ricorda nulla? Siete ancora ai cattivi da una parte e i buoni dall’altra. Be’ il mondo non funziona così. È più complicato; lo sapeva già sant’Agostino che combatté i manichei prima di tutti gli altri eretici.
Attenti a Putin Vladimiro. Chi lo santifica perché si segna con la croce e sbaciucchia icone è alquanto imprudente. La formazione che gli ha dato la scuola del KGB è di altissimo livello; ne ha fatto un leader politico militare come nessuna delle fighette sculettanti a Occidente, inclusi i generali finti scrittori. Per capire il pelo sullo stomaco di Vladimiro occorre ricordare che nel 2000 l’Economist dava per imminente l’implosione della Russia. Oggi l’epicentro dell’implosione è a Occidente. Ha fatto, Vladimiro, uno sforzo sovrumano che neppure Stalin si sarebbe sognato.
Solo nei sotterranei della Lubianka possono pianificare colpi di maglio come quello di Gaza. Netanyahu Beniamino è finito nel tunnel e con lui tutta Israele. Tutto il mondo è schierato coi “poveri palestinesi”, quanto meno il mondo cui s’è fatto credere che gli iper ricchi sono solo ebrei e questi controllano tutto, vaccini e stampa inclusi. Be’, anche i ciechi e i sordi ora capiscono che fra le classi dirigenti di ebrei ci sono servi sciocchi come in qualunque altra. Chi dubiti apra il Corsera.
Israele è nel tunnel. L’Ucraina è scomparsa dall’orizzonte mediatico. Le sorti dell’Occidente sono in mano a Biden Joe. Questo dovrebbe preoccuparci, prima delle operazioni militari a Gaza.
Quando Israele uscirà dal tunnel, avrà conseguito solo la vittoria militare. Avrà risorse, tempo e opportunità per conseguire la difficile vittoria politica? Quelli che oggi si commuovono per le stragi e non vedevano il sangue a Belgrado, a Kabul, a Baghdad e nell’America latina devono sapere che se Israele si fermasse, l’Iran farebbe traballare l’Arabia Saudita, porrebbe Ankara, Teheran e Mosca ancor più saldamente al centro del Mediterraneo. E non abbiamo risorse da combattimento: la Nato è finita e i suoi equilibri pure. Volete il trionfo di Hamas? Non è detto che gli iper ricchi non trovino il modo di guadagnarci sulla nostra pelle. Il risiko al di qua del Mediterraneo ci vede in prima fila. Lo arginiamo con le omelie eretiche d’un venerabile maestro argentino?
La guerra è una disgrazia ma non è detto che sia la disgrazia peggiore, specialmente se la teniamo lontana da casa nostra. Netanyahu Beniamino contava su un’azione limitata di Hamas che consentisse la sopravvivenza del suo governo. È caduto in un tranello strategico. Teniamo d’occhio i Netanyahu di casa nostra, niente affatto più rassicuranti. Cristo vince nonostante e talvolta grazie alla guerra, speriamo altrui (www.pierolaporta.it).
PS: fin quando la magistratura non avrà identificato e sanzionato gli ufficiali dei Carabinieri che hanno tradito Aldo Moro, non voglio essere chiamato “generale”.