CORRUZIONE E RICICLAGGIO SONO MATTONI E CEMENTO DELL’ACCORDO POLITICO-FINANZIARIO DEL XXI° SECOLO
di Manlio Lo Presti (Scrittore ed esperto di banche e finanza)
Dal punto di vista economico e finanziario, il secolo XXI è caratterizzato dal riciclaggio e lavaggio del denaro proveniente da attività illegali o dal saccheggio, spesso non denunciato, dei patrimoni di antiche e nuove dinastie venali. Il fenomeno colpisce una parte consistente dei flussi finanziari circolanti in tutto il pianeta. Perché questa attività viene utilizzata su scala considerevole e crescente? Somme immense sono dirottate per pagare i mercenari che proteggono i pozzi petroliferi in mezzo al mare o le navi mercantili dagli assalti dei pirati. I fondi raccolti in altre banche e in strutture finanziarie situate oltremare, lontano da occhi indiscreti, vengono utilizzati per l’acquisto di armamenti e/o per corrompere avversari politici, per ricattare coloro che accettano le mazzette filmati nell’atto di prenderle con le loro mani. La corruzione è da sempre un’arma di ricatto a vita per i prenditori che cadono nella trappola. Il ricatto è uno strumento di controllo assoluto delle persone che non tradiranno finché percepiscono che la ribellione produce più danni che vantaggi. Il ricatto è il requisito fondamentale per il reclutamento dei quadri di potere perché non riserva sorprese
Girano somme enormi per il traffico di vecchi stupefacenti e quelli di sintesi di nuova generazione. Somme importanti sono destinate al finanziamento di gruppi paramilitari dalle sigle altisonanti. Le etichette sono scelte con cura per essere memorizzate nei cassetti dell’immaginario popolare. Altri soldi servono per la totale eliminazione fisica dei componenti di gruppi paramilitari che non servono più, quindi devono essere “ripuliti”. Il riciclaggio è lo strumento utilizzato dagli Stati per avere a disposizione fondi neri da usare per sostenere i costi di attività spionistiche estere e per contrastare infiltrazioni, per assicurare la protezione dei defezionati, per pagare la corruzione dei confidenti e per la lotta alle mafie.
Turbolenze monetarie provengono dalle attività dei Fondi pensione alla ricerca ossessiva di occasioni speculative per spuntare profitti enormi e rapidissimi, anche a costo di creare disordini sociali e disoccupazione all’interno dei Paesi colpiti dalle loro “operazioni”.
Il pilastro delle operazioni di riciclaggio è il prestanome. Sono un esercito di fantocci dietro ai quali si nascondono i mandanti, le “manine” che muovono tutto. Nelle banche sono aperti conti correnti intestati a persone normali dietro le quali ci sono politici, generali, cardinali, prostitute, spioni, fondi neri delle aziende, attori, professoroni, ed espertoni vari, creatori di opinioni, fondi delle varie mafie, politici nazionali e locali, enti benefici, ong, fondazioni dai nomi astrusi, ecc. ecc. ecc. Uno dei segnali per capire se una struttura economica o finanziaria è guidata da un prestanome è l’età degli amministratori. Se è elevata, bisogna allarmarsi, perché non c’è arresto. Un altro metodo di verifica è quello di chiedere dettagli sulla composizione di alcune voci di bilancio. Il loro silenzio certifica il ruolo di prestanome. Prestanomi non sono solo persone fisiche. Il ruolo diversivo è spesso interpretato da strutture statali insospettabili, usate per il lavaggio e il trasferimento “discreto” di somme immense con la creazione di società chiuse immediatamente dopo l’effettuazione del trasferimento delle somme all’estero. Nessuno si è mai preso l’onere di consultare le certificazioni delle attività societarie prodotte dalle Camere di commercio: meglio far finta di niente, ignorare, insabbiare, obnubilare … L’intercettazione delle somme dirottate sarebbe possibile con la collaborazione vera dei Servizi segreti e di quelli di ciascuna struttura di sicurezza operante nella ex-italia. Un’operazione impossibile perché i capi supremi di queste armi vengono nominati dal Parlamento sul quale dovrebbero aprirsi centinaia di procedimenti per corruzione. Il cerchio si chiude.
Un altro sistema molto utilizzato è quello di girare fondi su conti correnti intestati a procedure fallimentari e/o depositi cauzionali per dichiarazione di terzo, partite di giro in attesa di destinazione (conti interni denominati con numeri recanti un resto a 16). Possiamo accorgerci della schermatura telefonando agli intestatari o ai curatori indicati sui dossier memorizzati. Le risposte sono tutto un programma e delineano l’ampiezza del fenomeno indagato.
Poi arriviamo alla commedia goldoniana. I pretoriani contabili inviati dagli ispettorati di queste organizzazioni, seguono pedissequamente i comandi delle capogruppo, come accade anche per gli ispettori delle cosiddette “strutture apicali” bancarie. Chiedono il rendiconto di operazioni pulite se hanno avuto l’ordine di far finta di niente. Affondano la lama sui conti sospetti se l’ordine è di colpire duramente un alleato diventato avversario.
L’imperatore letterato Marco Aurelio Antonino diceva: nulla ti impedisce di fare il tuo dovere. Non c’è altro da aggiungere.