DIRIGENTE DELLA REGIONE LAZIO UOMO DEL PD TESSERATO AL PD E AMICO DI ZINGARETTI CI SPIEGA FRANCESCO ROCCA
Abbiamo promesso di non rivelare il nome del dirigente apicale di area Pd, perché l’uomo ci ha raccontato gli ingredienti della candidatura ed elezione di Francesco Rocca. Soprattutto i suoi legami amicali e la sua fedeltà ad antichi poteri istituzionali: insomma cambiare tutto per non cambiare nulla? Sta di fatto che, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri come del resto i legami con Bruxelles, fanno di Francesco Rocca l’uomo istituzionale che legifererà avendo come stella polare Ursula von der Leyen e la dirigenza “istituzionale” democratica. E i romani e i laziali? E le famigerate normative che metteranno a soqquadro case, botteghe e vite dei cittadini? E la storia delle ZTL? Non sono problemi “istituzionali”, e Rocca va dritto per la sua strada perché, al pari di Mario Draghi, potrebbe dopo la presidenza della Regione Lazio dimostrarsi utile per un incarico internazionale. Ed allora procediamo con l’intervista.
Che effetto ha prodotto la candidatura e poi l’elezione di Rocca sulle vite di voi istituzionali del Partito democratico?
“Sapevamo in anticipo, e le previsioni ce lo dicevano, che Alessio D’Amato non avrebbe vinto. Una sconfitta tutta imputabile al popolo ed al populismo che cavalca campagne d’odio contro il potere istituzionale, contro i rappresentati istituzionali. Resto fermamente convinto che, l’unico partito istituzionale con una classe dirigente in grado di detenere il potere rimanga il Partito democratico. Detto questo ha vinto il male minore”.
Perché Francesco Rocca è il male minore?
“Ho appreso da fonte certa che Francesco Rocca, persona degnissima, ha vissuto grandi momenti di titubanza sull’accettare o meno la candidatura, soprattutto perché i sondaggi davano vittoria certa alla coalizione che aveva cavalcato una campagna d’odio contro la Giunta regionale Nicola Zingaretti e soprattutto contro Roberto Gualtieri. Rocca non è persona che ama scontrarsi col potere, è persona ragionevole, soprattutto è amico di Gualtieri ed ha buoni rapporti con Zingaretti. Ecco perché si era riservato qualche giorno prima di rispondere alla presidente Giorgia Meloni. So che, della proposta di candidatura, Rocca ne aveva subito informato Gualtieri. So anche che Gualtieri ha risposto in maniera collaborativa, e perché è meglio avere un amico alla presidenza della Regione Lazio piuttosto che uno che disfa le carte del Pd. Del resto la sinistra ancora ricorda l’atteggiamento poco collaborativo di Francesco Storace che, ortodosso alla sua linea politica, ha avversato ogni dialogo e trattativa con l’opposizione. All’opera di Rocca il Pd tutto riconosce grande capacità democratica: sta portando avanti i percorso iniziato con Zingaretti, ha un forte dialogo con Gualtieri e ne sta favorendo le politiche ambientaliste e di pieno rispetto delle normative europee. Rocca ha anche scongiurato lo spoil system tanto invocato dai partiti vincitori, soprattutto da Fratelli d’Italia e Lega. La dirigenza di area e simpatie democratiche viene ascoltata e rispettata da Rocca che, da già vertice della Croce Rossa, è ben conscio che dirigenza nel Lazio è sinonimo di tutta una scuola tradizionalmente a sinistra, proveniente da ambito cattolico come dal Pci”.
A conti fatti il centro-destra ha perso nel Lazio?
“Non è proprio così. C’è una parte della coalizione che regge Rocca fortemente in dialogo col Partito democratico. E mi riferisco a Forza Italia ed agli assessori che ha espresso in giunta. Ottimo è il rapporto dell’assessore Luisa Regimenti con tutte le donne del Pd e con il personale della Regione Lazio. Voglio rammentare che la Regimenti è una delle persone più vicine al sentimento europeista che unisce le vedute di Rocca e Gualtieri”.
Che intende per sentimento europeista?
“La gente, il popolo, ha votato Fratelli d’Italia e Lega reputando che un governatore di segno opposto a Zingaretti avrebbe legiferato e varato atti in deroga alle normative europee. Di fatto non rispettando le norme Ue in materia di ambiente e produzioni agricole ed artigianali. Invece Rocca sta dimostratosi perfettamente in linea con la Commissione di Bruxelles, voltando coerentemente e coraggiosamente le spalle al populismo, alle esigenze di bottega di artigiani, commercianti e cittadini laziali”.
Secondo lei Fratelli d’Italia e Lega potevano prevedere questo voltafaccia?
“Nessun voltafaccia. Francesco Rocca ha governato la Croce Rossa con il pieno appoggio dei poteri contigui al Partito democratico ed alla Chiesa di sinistra, quella che sta portando avanti le riforme volute da Papa Bergoglio. E’ ovvio che dopo tanto tempo in Croce Rossa, che non ha certo abbandonato, il Presidente della Regione Lazio dia più ascolto a certe organizzazioni di volontariato come ad Ong istituzionali contigue al Sindaco Gualtieri”.
Lei sta dicendo che Rocca e Gualtieri potrebbero trovare un ottimo ufficiale di collegamento in Albino Ruberti?
“Magari! Albino Ruberti è un tecnico ma anche un abile politico e conta su rapporti amicali con influenti componenti della segreteria di Francesco Rocca. Ruberti non solo è in Acea Ato2, ma è componente di Risorse per Roma, società in house di Roma Capitale che si occupa di urbanistica e patrimonio. Infatti si mormora che Rocca non intenda assolutamente inficiare il provvedimento del presidente Zingaretti che ha affidato l’urbanistica a Roma Capitale sottraendola alle competenze della Regione Lazio”.