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QUANDO IL LAVORO E’ REATO

di Ruggiero Capone

Il grande nemico della programmazione economica attraverso l’algoritmo è il lavoro spontaneo, artigianale e sotto certi aspetti abusivo. L’algoritmo si mormora sia imparziale, programmando una giusta suddivisione degli addetti in umani ed umanoidi (computer e robot). Ma a scombinare le carte provvede lo “spontaneismo armato” di chi impugna cacciavite, tenaglie, chiavi, seghe, pennelli… Un esercito di soggetti che da anni elude ogni forma di tracciatura e profilatura: vengono a seconda del competente ente o agenzia definiti evasori fiscali, lavoratori abusivi, artigiani che non rispettano le norme “green” ed europee. Insomma “banditi sociali”. Contro questa gente si scatenerà la furia giudiziaria europea che, molto probabilmente, spingerà per l’introduzione di una sorta di “permesso di lavoro” alla cinese. Il “lavoratore abusivo” verrà sempre più equiparato all’untore, al “no vax”, all’inquinatore compulsivo. Nel novero si presume possano essere inseriti anche coloro che per passatempo lavorano il legno o si danno all’autoriparazione. Le polizie locali di circa una quarantina di comuni italiani (Roma e Milano in testa) inizieranno a breve una robusta caccia all’uomo, diretta contro chiunque colto a lavoricchiare senza un giusto motivo, permesso o licenza che abiliti. Ma questi artigiani fino a qualche decina di anni fa erano nel giusto, non infrangevano alcuna legge: avevano il permesso d’esercitare la propria attività, pagavo le tasse in proporzione alle entrate, probabilmente avevano trasformato un sottoscala in laboratorio. Anche le Sorelle Fontana avevano iniziato in un sottoscala prima d’assurgere ad esempio di “made in Italy”. Ma oggi le inique norme Ue non permettono che un cittadino inizi in uno scantinato per poi dimostrarsi esempio del primato industriale italiano. E questo perché le regole europee, tanto care alle multinazionali, non permetteranno più all’Italia d’inventare il lavoro. Nessuno vorrebbe auspicare la società senza leggi, ma oggettivamente c’è una congerie di norme europee che offende il buonsenso. Norme emanate solo e soltanto in base a suggerimenti (e regali) dei lobbisti che s’aggirano tra strade e corridoi di Bruxelles.
Intanto a livello europeo si mormora che, ogni cittadino colto a lavorare potrebbe presto essere equiparato per legge all’impresa: ovvero la persona fisica equiparata a quella giuridica. Nel qual caso il DURC (documento unico di regolarità contributiva) diverrebbe obbligatorio anche per le “persone fisiche” e non solo per quelle “giuridiche” (ditte e società). Una riforma che imporrebbe ad ogni cittadino bisognoso di lavoro di essere in regola sia con gli obblighi formativi europei che con quelli contributivi: senza un solo tassello a posto si diverrebbe “lavoratori abusivi”. Per chiunque colto a lavorare (soprattutto in proprio) senza le carte in regola scatterebbero oltre ai risvolti amministrativi anche quelli penali. L’articolo 348 del codice penale è stato prima della pandemia aggiornato sia circa l’esercizio abusivo di una professione che di un qualsivoglia mestiere. Oggi è abusivo anche colui che non ha rispettato gli aggiornamenti professionali o eluso pagamenti contributivi. Così chiunque oggi colto ad esercitare abusivamente una professione o un mestiere è già punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni, con multa accessoria da 10mila a 50mila euro. Condanna che comporta anche la pubblicazione della sentenza e la confisca di beni, arnesi e luogo che servirono a commettere il reato.
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e istituti come INPS e INAIL verranno certamente spronati dall’Unione europea a dare la caccia a tutti coloro che s’arrangiano con lavoretti saltuari ed a nero: farà poca differenza se beccheranno il medico della Asl che opera da dentista a nero o il falegname o il meccanico che sbarcano abusivamente il lunario. Su questi ultimi penderà anche il reato di danno ambientale, visto e considerato che officine e falegnamerie producono rifiuti.
Venendo meno il “reddito di cittadinanza” saranno tanti i cittadini che riprenderanno antichi lavori abusivi, oppure li amplieranno: è stato dimostrato dalle indagini della Guardia di Finanza che circa 30mila cittadini esercitavano abusivamente attività artigianali pur percependo il sussidio di cittadinanza. Venendo meno il “reddito” erogato dall’Inps, le polizie locali e le Fiamme Gialle potranno tornare a concentrarsi su chi lavora senza le carte in regole. Queste categorie diverranno sempre più indifendibili dalla politica, perché sarà Bruxelles a dirci che potranno lavorare solo i cittadini in regola sotto ogni aspetto. L’Ue ci dice che la discriminazione sarà solo per motivi amministrativi, fiscali, contributivi e giudiziari. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E’ facile supporre che tra gli italiani disoccupati in tantissimi non hanno diritto a lavorare. Gran parte degli accertamenti già avviene per delazione: ovvero il cittadino che telefona alle guardie per denunciare che in un box nei pressi di casa sua ha visto gente intenta a lucidare un tavolo o smontare una lambretta. Un po’ come da anni capita a Roma con chi colto ad usare abusivi per un trasloco, oppure per certi cittadini che stagionalmente s’arrangiano vendendo frutta ed oggetti nelle strade periferiche. Intanto nelle vicine Albania, Croazia e Slovenia, i prezzi di alberghi e ristoranti sono molto più bassi… soprattutto non sembra la polizia perseguiti chi vende abusivamente frutta e chincaglieria, o si procura il pane facendo il ciabattino, l’arrotino, il meccanico ed il falegname. In Italia invece, soprattutto i sindaci “pidioti”, sono già a caccia dei lavori non a norma europea. Fino a trent’anni fa si diceva “necessita aiutare gli artigiani ad emergere”, si alludeva a gente animata dalla voglia di lavorare ma economicamente sottocapitalizzata. Tutti gran lavoratori, come narrava Mastronardi ne “Il maestro di Vigevano”. Oggi è davvero ingiusto che l’Europa ci dica di mettere un piede in testa a chi rischia d’annegare pur di tenere aperto il laboratorio. Ancor più vigliacchi sono i sindaci del Pd, che puniscono gli artigiani reputandoli voti dati alla Meloni. Comunque è certo che, se il Governo rispondesse picche alle varie norme Ue, Fratelli d’Italia potrebbe portare a Bruxelles una nuova aria alle prossime europee. Si tratta solo di osare, permettendo che milioni d’italiani s’arrangino pur attenendosi al rispetto delle leggi.