DORA CI CONVINCERA’ AD USCIRE DA EURO ED UNIONE EUROPEA
Negli ultimi anni viene tacciato di complottismo e terrorismo contro i sistemi fiscali e bancari chiunque tenti accusare Onu e Ue di lavorare ad abolire la proprietà privata; anche attraverso metodiche d’esproprio che potrebbero partire dalla conversione in “concessione europea” dei beni registrati (auto, case, terreni, moto, locali) attualmente nella disponibilità di soggetti che hanno regolarmente acquistato, pagato o ereditato il rispettivo patrimonio. Fortunatamente non siamo i soli a gridate al tentativo d’esproprio comunista, nelle scorse settimane su chat e gruppi di protesta è stato postato dal signor Francesco Zimmardi il testo del regolamento europeo (pubblicato nella gazzetta ufficiale europea n 2554) relativo alla “resilienza operativa digitale nel settore finanziario” (Digital operational resilience act, nota con l’acronimo “Dora”). Dora viene introdotta nel corpus giuridico amministrativo dell’Ue dicendoci che garantirà la nostra sicurezza elettronico-finanziaria: infatti definisce i vari obblighi di sicurezza per i sistemi informatici di rete, e per scongiurare (dicono a Bruxelles) eventuali attacchi degli hacker. Questa è la scusa che permette a Dora di convertire in euro digitale tutti i soldi depositati nei conti correnti dei cittadini. L’euro digitale è denaro elettronico-virtuale programmato per avere una scadenza: nei presupposti d’emissione c’è che dopo un decennio scada, risultando pari a zero ogni euro depositato dieci anni prima. Il sistema Dora dovrebbe avere accesso entro il 2025 a tutti i beni soggetti a registrazione nei paesi dell’Ue. Poi le Agenzie del territorio ed i Pubblici registri dei veicoli permetterebbero l’assegnazione d’un valore base a case, auto, moto, barche… Ad ogni bene dei privati europei verrebbe dato un valore in base a caratteristiche e conformità, in modo che il sistema europeo possa programmare la scadenza del patrimonio registrato, fino ad ammortizzarlo a valore zero per certificarne l’invendibilità e nemmeno la cessione ad eventuali eredi. Dalle carte postate da Francesco Zimmardi, che ha svolto una ricerca nella documentazione Ue, il piano decollerebbe il 17 gennaio 2025: data in cui entrerà in corso l’euro digitale che dovrebbe rendere la moneta carta straccia fuori corso legale. Altre fonti dicono che formalmente decollerà l’euro digitale e che la valutazione a scadenza dovrebbe riguardare immobili e veicoli costruiti negli ultimi venti anni (cioè dal 2005 ad oggi). Resta il fatto che, comunque s’inquadri la riforma europea Dora, emerge che decollerebbe senza il consenso ai cittadini: infatti, per evidente impopolarità, si tratterebbe di un reset patrimoniale calato dall’alto. E sarebbe interessante sapere chi abbia suggerito Dora alla Commissione Europea, insindacabile artefice di tutti i regolamenti che hanno decimato le attività artigianali soprattutto in Italia. “La PekoraNera” intende dare spazio alle ricerche di Francesco Zimmardi (deve contattare al più presto La PekoraNera) ed anche ad altri gruppi che stanno opponendosi al “portafoglio digitale europeo”.
E’ evidente che il progetto dell’Ue vada di pari passo con quello dell’Onu, ovvero trasferire i beni dei cittadini dentro un unico fondo occidentale che (dicono i Soloni) servirebbe a garantire la “povertà sostenibile”, ovvero un fantasmagorico “reddito universale di cittadinanza”. Ironia della sorte, l’Onu affiderebbe la gestione dei nostri ex patrimoni ai signori di Goldman, BlackRock e Vanguard Group. Ci è solo dato sapere che il piano Dora ha ricevuto il plauso di Elly Schlein quand’era europarlamentare Pd, di Roberto Gualtieri e di tanti altri euroseguaci di Soros. Tanto meglio tanto peggio, perché sarà Dora a convincere gli italiani che dall’Unione Europea necessita uscire.