LUGLIO E’ IL MESE PIU’ CALDO
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di banche e finanza)
Da sempre è il più caldo. Ma ora ci raccontano che il clima rovente è una sorpresa. “Mai è stato così caldo!”, dicono. I boschi bruciano, le case infuocate, la gente che fugge dalle isole infiammate. La fornitura di luce s’interrompe. Si rilevano guasti al sistema idrico. Sono le stesse notizie diffuse ogni anno. Fin qui tutto normale da millenni, con qualche calore in più o in meno nel corso degli anni, dei decenni, dei secoli.
Ma qualcosa di diverso si nota subito. È il tono emergenziale, le voci narranti dei giornalisti sono cariche di ansia, di pathos senza fine. Sembra che stia arrivando l’Armagheddon.
Perché è stata allestita tutta questa sparata spettacolaristica e cinematografica? Per iniziare, va precisato e ricordato ai finti tonti, che i danni emersi sono la conseguenza della cinica pluridecennale mancanza di manutenzione del territorio da parte della politica locale e nazionale. Le inefficienze vengono da molto lontano. Costoro tentano di far credere che questi danni da incuria e da normale luglio siano il frutto dell’emergenza climatica. Una provvidenziale “foglia di fico” per occultare le loro responsabilità e le loro dannose omissioni per le quali meriterebbero la carcerazione immediata: almeno per omissione di atto d’ufficio e per procurato allarme fatto da coloro che creano terrore e ansia sproporzionate.
Il caldo non viene analizzato né contestualizzato visionando le serie storiche, ma viene raccontato con enfasi ansiosa. Vengono sapientemente usati sugli schermi tv sfondi di colore rosso. Le scene girate non riportano date né luogo di provenienza.
Passiamo al ritmo della sequenza narrativa:
1) interviste diligenti e ben impostate a gente della strada piagnucolante come se fosse la prima volta che sente caldo. Nessuno degli intervistati dice che tutto questo esiste fin dalla fondazione del mondo;
2) interviste a “tecnici” climatologi che, con voce calma e professionale, confermano che tutto ciò accade per la prima volta, mentre troviamo articoli di vari quotidiani del 1961 che raccontano di 42 gradi di calore;
3) interviste a poliziotti, vigili del fuoco che appaiono sempre seri e affannati, come ci si aspetta che siano da parte dall’immaginario popolare;
4) interviste a scienziati di vari “istituti” che confermano diligentemente e seriosamente la narrazione dominante in salsa angosciata e terroristica.
Coloro che ancora posseggono capacità di analisi avranno subito capito che la tecnica di racconto è identica alle sequenze usate per la diffusione del terrore del covid: esperti a rotazione. Responsabili della protezione civile, climatologi vari, pianti della gente, ecc. Ancora non vediamo bare né ambulanze né elicotteri volteggiare sulle città. Ma arriveranno, statene certi!
La stessa passerella ansiogena avveniva con le interviste alla gente in lacrime, agli esperti, ai virologi e non, agli esperti dei numerosi istituti di ricerca italici e soprattutto angloamericani, ecc. ecc.
Perché, ripetiamo, esiste tutto questo? Perché questa narrazione martellante e terrificante sarà usata come scusa “plausibile” da parte dei “poteri forti” per imporci velocemente prepotenze e saccheggi della proprietà privata, rendendo i cittadini colpevoli di tutto, soprattutto se sono bianchi.
La colpa è tutta da addossare all’inquinamento del singolo umano bianco, che provoca incendi e disastri. Non si parla affatto dell’attività solare e del 95% dei danni provocati dai colossi mondiali e da diverse potenze nazionali non allineate al clima-pensiero.
Nessuno avrà l’onestà di scrivere che i disastri che ci martellano in video, nei giornali, nelle 21 trasmissioni politiche, nella rete, ecc. ecc. sono il frutto di anni di inerzia e di ladrocini di fondi destinati al mantenimento dei suoli e per la gestione della flora, poi le devastazioni perpetrate dai colossi mondiali in tutti i continenti. Nessuno accusa la Cina e l’India di essere i maggiori inquinatori. Non sono mai stati accusati dalla solerte Thunberg. Mai! Per la teologia climatista e green con le treccine, la colpa è dei singoli cittadini occidentali bianchi che devono essere decimati.
Con la scusa della “emergenza climatica”, provvidenziale motivo, legittimo e sostenibile, gli Alti Comandi si sentiranno legittimati ad imporci provvedimenti dittatoriali in nome di una Eterna Urgenza. Prepariamoci ad un inverno costellato da depredazioni in nome della tutela green, anche contro le leggi in vigore.
Fate presto 75.0! I politici non ci salveranno.