AttualitàCronacaEconomiaIn evidenzaMalori ImprovvisiMondoORWELLPiù lettiPoliticaRubricheTop News

LA SPAGNA E LA FRAMMENTAZIONE A CATENA DEGLI STATI EUROPEI

Manlio Lo Presti (scrittore esperto di banche e finanza)

 

La Spagna è teatro di una molto pronunciata instabilità politica. Nessuno dei partiti, dopo le dimissioni del capo del governo, è in grado di formare una coalizione duratura e decente. I popolari assieme a Vox non hanno i numeri necessari per governare. La sinistra uscente tiene ma non farebbe alleanze con Vox in discesa, e tentando un approccio di coesione con il partito basco. Ricordiamo le annose vicende dei baschi che stanno tentando da tempo di ottenere forti autonomie se non addirittura l’indipendenza? La spinta autonomista veniva guidata dall’ex presidente catalano Charles Puidgemont, che non riusciva ad ottenere l’indipendenza. La situazione politica spagnola pertanto ha implicazioni che vanno molto oltre i suoi confini. Il partito basco ha dichiarato che sarà alleato dei socialisti ma a fronte di una serie di richieste, fra le quali una quasi totale autonomia operativa. Se la iniziale pronunciata autonomia basca si realizzasse, l’evento costituirebbe un precedente a giustificazione di tensioni autonomiste in Francia con i corsi, in Italia con gli altoatesini, la Sardegna e il Veneto seguito con interesse dagli austriaci, in Olanda con la scissione valloni e fiamminghi, l’Irlanda del Nord e la Scozia per il Regno unito, https://www.fanpage.it/esteri/non-solo-la-catalogna-ecco-quali-sono-tutti-i-fronti-caldi-dell-indipendentismo-in-europa/ ; https://www.fanpage.it/esteri/non-solo-la-catalogna-ecco-quali-sono-tutti-i-fronti-caldi-dell-indipendentismo-in-europa/
In precedenza abbiamo avuto la pacifica e civile scissione della Cecoslovacchia in Cekia e Slovacchia, poi la violentissima frammentazione della Jugoslavia con il pesante intervento delle truppe NATO che hanno agito senza l’autorizzazione dell’Onu, con la vergognosa partecipazione dell’Italia sotto il governo D’Alema e con il ministro della difesa Mattarella https://www.altreinfo.org/conflitti/23458/bombardamento-della-jugoslavia-1999-come-litalia-conquisto-lo-status-di-grande-paese-manlio-dinucci/.
In superficie, possiamo leggere decine di articoli e di studi sulla “inevitabile frammentazione” delle nazioni europee in favore di una unione più stabile e coesa (https://www.lindipendenzanuova.com/la-frammentazione-degli-stati-europei-e-una-necessita-storica/). Sono citati Stati già federali come la Germania e l’Olanda. Ma non si tratterebbe di una unificazione condivisa. Si sta realizzando una dominazione dall’alto a senso unico attraverso l’indebitamento di Stati di misura ridotta, al punto che la propria popolazione non sarebbe sufficiente a garantire con il prelievo fiscale interno la rispettiva autonomia economica ed il pagamento del debito nazionale. Né avere la forza necessaria per opporsi e negoziare le direttive comunitarie. Questa eventualità è accaduta con gli staterelli balcanici con popolazione limitata e costretti a farsi “guidare” dai consigli dei dirigenti del F.M.I. – Fondo monetario Internazionale, della B.C.E. – dalla Banca Centrale Europea, dalla B.I.R.S. – Banca dei Regolamenti Internazionali e da altre strutture mondiali simili. La cosiddetta unità europea ad ispirazione federalista fra Stati autonomi e liberi, ideata dai padri fondatori, è ad oggi completamente travisata e dimenticata. Rendiamoci consapevoli che l’Unione è una struttura elefantiaca, costosissima, antidemocratica e verticistica guidata dalle solite e note centrali finanziarie mondiali di proprietà dell’asse infernale anglofrancotedescoUsa che vogliono rimuovere qualsiasi ostacolo alla fluidità delle loro operazioni e dei loro traffici. Il loro disegno è sostenuto da una capillare azione di persuasione a colpi di ricatti , quale l’omicidio (ricordate il caso Wim Duisenberg, banchiere che è stato suicidato nella sua casa di campagna nel 2005) e l’uso di mazzette, tante mazzette.
Il disegno geopolitico dei ventisette superpretoriani della Unione Europea, sopra delineato in sintesi, spiega la realizzazione del piano di parcellizzazione dei Paesi più popolati. Un paese di dimensioni grandi costituisce un bastione di resistenza alle politiche verticistiche e antidemocratiche dell’Unione, che prevede un Parlamento europeo privo del diritto di legiferare (unico al mondo), ma solo la possibilità di nominare i ventisette Commissari e di opporre critiche “a posteriori” al loro operato, quando i danni sono fatti e spesso non sono riparabili.
Dopo l’inziale insuccesso del tentativo indipendentista di Puidgemont nel 2016, la Spagna ritorna ad essere un laboratorio politico per far ripartire la frammentazione degli Stati più importanti e per farne un’area di tipo baltico, con staterelli troppo piccoli per opporsi alla sottomissione brutale delle banche mondiali che controllano i pretoriani di Bruxelles.
Vedremo se gli altri Stati, fra i quali quello italiano, capiranno rapidamente questo disegno devastatore e inizieranno ad opporsi: si tratta di una speranza debole in presenza di una corruzione endemica insita in tutti i Paesi europei, e stante il miserrimo livello culturale medio dei politici in carica.