I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER 2.0 (LA POLITICA ITALIANA)
di Manlio Lo Presti (scrittore ed esperto di finanza e banche)
Forza Italia è il partito candidato ad ago della bilancia del prossimo panorama politico italiano. Liberata dalla morte di Mister B, FI confluirà in gran parte nell’accogliente raggruppamento di Renzi. Vorrei far notare che lo smaliziato toscano è entrato in conflitto con tutti i partiti, ma mai e poi mai contro Mister B. Mentre i gruppuscoli fuoriusciti dal Pd e gran parte dei 5stelle rientreranno lentamente nel Pd. Ogni tanto sorgono gruppi politici dalla durata effimera, creati per sparigliare le carte e lasciare il nostro Paese imprigionato nell’endemica instabilità. Il mega cambio di giacchetta dovrà compiersi alla chetichella, per cercare di non troppo apparire. Nel frattempo, verso la fine del corrente anno cade il dicastero Meloni per mancanza di una parte rilevante di parlamentari di Forza Italia. Lo schieramento oltranzista e guerrafondaio e armaiolo non salverà l’attuale governo. Ma continuiamo tutti a dimenticare, o a far finta di non capire, che il nostro Paese è un’area che gli “Alti Comandi” considerano “usa-e-getta” assieme ai politici che la esprimono.
Non dimentichiamo che l’affluenza della popolazione alle ultime elezioni politiche del 2022 è stata del 64 percento, contro il 73 percento del 2018. La disaffezione politica è un dato comune a tutto l’Occidente. E’ più facile e meno costoso controllare e pagare un numero piccolo di votanti rispetto alle masse di una volta. Tutto calcolato! Arriveremo ad una affluenza del 10 percento, perché non esiste un quorum minimo di validità della votazione, come invece avviene per i referendum, e sappiamo perché.
Verrà nominato il 156° governo tecnico con investitura (forse) di Cottarelli che, casualmente si è dimesso da senatore per costruirsi un’aura di super partes. Se non sarà lui, verrà nominato rapidamente un altro servile e spietato sicario dell’economia, proveniente dalle solite università semi private e da centri di ricerca di emanazione angloamericana. Tutto sotto la regia felpatissima dell’effervescente avatar del Colle, oramai schierato da tempo con una ben precisa parte minoritaria del Paese, costi quel che costi, con una maggioranza di italiani che non lo riconoscono come presidente.
Se il piano per riportare il Pd al governo ha imprevisti, intoppi o ritardi, il Dipartimento di Stato Usa delineerà la sequenza dell’OPERAZIONE ITALIA con queste tappe:
1) è fortemente probabile un ritorno alla stagione delle bombe con 2/5 attentati da 3.000 morti ciascuno, per creare una tensione simile agli anni di piombo che hanno destabilizzato definitivamente la ex-italia;
2) sospensione dei diritti civili, con la scusa di cercare i colpevoli e piombare in una continua emergenza. Ricordiamo il famoso Fate-presto del Sole24ore dell’11 novembre 2011 (https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-09/fate-presto-225103.shtml?uuid=AapjvGKE );
3) legge marziale come azione preventiva in caso di rivolte della popolazione, progressivamente stritolata da provvedimenti draconiani imposti dall’alto;
4) blocco dei finanziamenti europei e mondiali, per provocare il rapidissimo collasso del sistema produttivo, attualmente agonizzante ma ancora funzionante. Il modello di riferimento è ancora quello della Louisiana travolta da una alluvione e stritolata da una totale e selvaggia privatizzazione ultraliberista (https://www.brianzapopolare.it/sezioni/downloads/20081224_shock_economy_no_img.pdf );
5) immediata escussione delle garanzie italiane sui beni immobili e sulle tonnellate d’oro italiano stivato dentro Fort Knox nei soliti USA e in altri Paesi (https://www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafoglio-rischi/quantita-qualita-localizzazione/index.html ). Si tratta di garanzie offerte dalla ex-italia per ottenere i prestiti erogati dall’UE. L’aggressione ai beni italiani sarà l’ultimo saccheggio su vasta scala ai danni de nostro martoriato Paese (in pienO stile FMI);
6) sudamericanizzazione e possibile balcanizzazione del territorio della ex-italia. La frammentazione del territorio di un Paese “sotto controllo” è una strategia attuata dai pretoriani di Bruxelles per ridurre le dimensioni attuali italiane in parti territoriali più piccole e dipendenti dalle linee di credito della BCE e dall’FMI. Il caso Spagna con l’autonomia basca ne è un esempio per ora accantonato ma mai abbandonato (https://www.affarinternazionali.it/archivio-affarinternazionali/2012/05/ue-a-rischio-frammentazione/ );
7) sbarchi di 100-200.000 c.d. immigrati ogni mese. Le ripetute dichiarazioni della Bonino e le spinte inclusive, globaliste ci raccontano che servono diciotto milioni di immigrati. Cosa ne facciamo invece, cosa ne facciamo di dodici milioni di italiani senza lavoro? Li uccidiamo casa per casa perché disturbano i piani di realizzazione del paradiso inclusivo, green, globalista, liberista? Nessuno si prende l’onere di parlarne seriamente e usando invece luoghi comuni per alzare la tensione sociale ad intermittenza, quando è utile.
Lo scopo di tutta questa sarabanda? Il ritorno al governo del Pd ad ogni costo, anche fomentando una guerra civile lunga e dolorosa in un Paese che è colpito da decenni da una guerra ibrida a bassa intensità. Questo partito è l’attuale riferimento degli USA-CIA-FBI-NSA-NATO in Italia, dopo la DC, i socialisti ed infine il vecchio partito comunista con sigle cambiate varie volte.
L’asserzione che l’UE, controllata da Francia, Germania, Olanda, non ha alcun interesse a rimettere in piedi la penisola per crearsi un quarto forte concorrente è fondata su una semplice constatazione: fa più comodo avere un Paese indebitato con il preciso compito di imbarcare migranti intermediati dalla potentissima e tentacolare “Comunità” di emanazione vaticana e con l’impegno eterno di pagare immensi interessi alle banche anglofrancosvizzerotedesche Usa con applicazione di tassi percentuali più alti di quelli applicati prima del divorzio banca d’Italia- Tesoro perpetrato nel 1981 (https://www.ilsole24ore.com/art/il-divorzio-tesoro-e-bankitalia-che-cambio-politica-monetaria-ADQT1pIB ). È ovvio che il sinedrio UE non uccide la gallina dalle uova d’oro. Tutto questo avviene sotto la occhiuta regia del Dipartimento di Stato USA che, dal dopoguerra ad oggi, nomina direttamente i responsabili di 5 ministeri chiave (interni, esteri, economia, difesa, giustizia). I nomi non sono assolutamente negoziabili, e qualsiasi governo tempo per tempo sia in carica. Tutto questo in forza della sottoscrizione italiana del Trattato di pace a Parigi nel 1947, per il quale la ex-italia sarà una eterna potenza sconfitta (mentre la Germania la guerra l’ha vinta!). Il trattato contiene diversi articoli secretati fra i quali il più vessatorio è l’art. 16 (https://era.ong/lart-16-e-le-clausole-segrete-ancora-oggi-del-trattato-di-pace-del-1947-la-contrarieta-di-croce/ ). Il contenuto è conosciuto solamente dai capi di governo tempo per tempo in carica ed è totalmente secretato. Sarebbe interessante aprire una seria discussione su una proposta di interruzione di questa ignobile eterna servitù, per il fatto che ogni contratto o debito o adempimento ha un inizio, uno sviluppo, ma anche una conclusione, una scadenza. Quando apparirà nel fangoso e colloso panorama italiano una apertura in tal senso? Quando ne parlerà seriamente l’opinione pubblica, compresa la stampa?
Sono pochissimi coloro che hanno letto attentamente il Trattato di Parigi. La attenta visione del testo farebbe capire i motivi della contraddittoria e servile strategia geopolitica de’ noantri. Sarebbe una ottima chiave di lettura per comprendere le improvvise cadute di governi con ampio consenso popolare per creare alleanze politiche e maggioranze di palazzo lontane dalla comprensione dei cittadini. Diffidiamo dei dibattiti patinati spiattellati da superprofessoroni di università private ad emanazione angloamericana, che diffondono su tutti i canali possibili pacchetti pastorizzati e patinati, di chiaro schieramento atlantico, trascurando le forti implicazioni euroasiatiche per le quali, per forza o per amore, il nostro antico continente dovrà misurarsi.
Il sagace e massiccio ricorso al cambio di partito ha riguardato oltre duecento parlamentari nazionali, assieme alla creazione di cinque leggi elettorali hanno totalmente vanificato il voto dei cittadini, definitivamente ridotti a livello di sudditi prigionieri di una struttura statale che considera il cittadino un vero e proprio nemico da isolare e sottomettere con ogni mezzo, alla faccia di un mai realizzato Patto Stato-Cittadino, condizione normale in una democrazia compiuta.