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LA MANNAIA DEL PNRR

di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di banche e finanza)

Vi rammento che i fondi del Pnrr sono un prestito, e sono da rimborsare. Quindi non sono un regalo. Nessuno ha comunicato quali garanzie ipotecarie ha dato la ex-italia per ottenerli, soprattutto qual è l’elenco dei beni immobiliari e asset reali. Mi riferisco agli immobili ed alle tonnellate di lingotti d’oro annotati per il loro valore in Banca d’Italia (https://www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafoglio-rischi/quantita-qualita-localizzazione/index.html?dotcache=refresh).
Tutti zitti. È un dettaglio di poca importanza? Direi che è fondamentale.
Secondo le cosiddette “buone pratiche” di trasparenza e correttezza nei confronti degli italiani che pagheranno tutto, sarebbe stato opportuno pubblicare e commentare nelle solite 21 trasmissioni politiche a reti unificate il testo dell’accordo Pnrr, sottoscritto tra lo stato italiano e i vertici dell’Unione Europea. Invece abbiamo una cappa plumbea di omertà, coperta dalla diffusione di schematiche e diligenti videate dei siti istituzionali (https://www.mef.gov.it/focus/Il-Piano-Nazionale-di-Ripresa-e-Resilienza-PNRR/).
L’ italiano usato è astruso e freddo per intimidire e per non far capire niente alla popolazione: stessa strategia cognitiva usata nella guerra ibrida del covid.
Nessuno ha obiettato qualcosa sulla parziale destinazione dei fondi Pnrr per finanziare la guerra in Ucraina: gli Usa scaricano sull’Europa, ormai distrutta, i costi della guerra per procura.
Infine, fare le corse per avere un debito non è un successo ma una sconfitta che espone il nostro collo alla mannaia del creditore. Ma il circo mediatico è riuscito orwellianamente a convincere la maggioranza della gente che la ex-italia si è imposta grazie al suo immaginario “ruolo fondamentale” …
Sarebbe stato necessario e urgente l’allestimento di un nuovo processo di Norimberga a carico di una classe politica italica che, cinicamente, ci ha trascinato in queste sabbie mobili.
Una gang politica che non ha mai agito seriamente per recuperare una gran parte dei centomila miliardi di euro evasi e giacenti nei soliti paradisi fiscali.
Una congrega politica che non ha mai voluto eliminare novemila enti inutili che costano dodici miliardi annui, per poi dirci che non ci sono i soldi per le pensioni, per gli abruzzesi terremotati, per la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato
I soldi – presi a debito – sono facilmente disponibili per la guerra e per le organizzazioni sociali buoniste, volontariste, elettriche, green con le treccine, per una immigrazione senza limiti ma sovvenzionata dallo Stato con immensi fondi intermediata dalla solita potentissima “Comunità ” pigliatutto.
Allo stato attuale, la ex-italia non ha alcuna possibilità di liberarsi dal giogo del debito costituito dagli interessi pagati dal divorzio bankitalia-tesoro italiano. Un accordo capestro che obbliga gli stati membri UE a pagare interessi più alti ai banchieri privati. È l’ideologia pauperista angloamericana bellezza.