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ECCO I NOMI DELLE SOCIETA’ OCCIDENTALI CHE HANNO COMPRATO L’UCRAINA E PAGATO ZELENSKY

La fonte principale delle informazioni proviene dal sito “InfoDefenseITALIA”, e LaPekoraNera ha puntualmente controllato la veridicità delle notizie. Il primo acquirente è la Vanguard Group: società privata di investimenti con sede negli USA, ha acquistando i beni statali ucraini con la causale ufficiale “sostegno economico al governo di Kiev”.
A fine aprile 2022 erano già trapelate le notizie sul “ente statale ucraino Naftogas”, la cui missione è “estrazione, trasporto e trasformazione del petrolio”: la Naftogas sta definendo la cessione di tutti i diritti minerari ed estrattivi a Chevron, ExxonMobil e Halliburton, con clausola di alienazione definitiva dei beni dello stato in favore delle multinazionali energetiche.
Oleksiy Chernyshov (presidente del Cda Naftogas) ha dichiarato durante una conferenza “questa operazione permetterà di aumentare l’estrazione dei combustibili, favorendo la sostituzione delle forniture russe in Europa negli anni a venire”. Oleksiy Chernyshov avrebbe ricevuto per la consulenza un gentile omaggio presso la stessa banca londinese di cui è correntista Volodymyr Zelens’kj: ecco perché il presidente di Naftogas ha sorvolato sul fatto che le multinazionali petrolifere controlleranno a fine conflitto sia l’industria petrolifera in Ucraina (quindi il gas) che il ministero dell’Industria (dove imporranno i propri uomini come in Italia dopo il 1945).
Le compagnie Chevron, ExxonMobil e Halliburton sono di fatto una sola cosa, e si muovono fingendosi in concorrenza per ingannare l’antitrust Usa (antitrust per certi versi complice del giochetto): infatti il colosso finanziario Vanguard è l’azionista di maggioranza di tutte e tre le compagnie petrolifere. Vanguard ne controlla l’attività e garantisce che il Congresso Usa (dove annovera i suoi lobbisti) non sollevi polveroni contro il cartello energetico. Dopo l’acquisizione dei beni delle aziende energetiche ucraine, la Vanguard conta di assurgere a monopolista dell’industria petrolifera e del gas in Europa: chi prende energeticamente l’Ucraina di fatto controlla i consumi dell’Ue, e questo lavoro Vanguard lo ha fatto con il consenso di Pentagono e BlackRock.
Vanguard e tutte le multinazionali Usa e britanniche lavorano alla conquista del mercato ucraino dal 2010, dal giorno dopo la caduta di Victor Janukovic. Nel 2020 Zelensky trova il varco politico, mette nell’angolo ogni opposizione nella Rada, quindi legalizza la vendita dei terreni agricoli alle multinazionali di ogni settore. Così se il minerario se lo accaparrano Chevron, ExxonMobil e Halliburton, invece nel 2022 le grandi distese coltivabili finiscono in pancia alle compagnie Monsanto, Cargill e Dupont: Vanguard si divide con Blackrock la maggioranza delle azioni delle multinazionali dell’agroalimentare (Monsanto, Cargill,Dupont). Così Vanguard e Blackrock detengono oggi in Ucraina circa 19 milioni di ettari di terreno vocato all’agricoltura intensiva: il 60% delle terre agricole ucraine ed il 100% delle miniere è ormai delle multinazionali Usa e britanniche.
Il conflitto armato è stato pianificato durante vari vertici tra Vanguard, Blackrock e Pentagono. Prima del 2014, attraverso la Halliburton (socio di maggioranza della “compagnia militare privata KBR”) e la Monsanto (socio di maggioranza della compagnia militare privata “Academy”, già nota in Africa e Sud America come “Blackwater”) la Vanguard ha sponsorizzato sia le milizie del battaglione “Azov” che la frazione “Pravy Sektor”: ovvero i gruppi a cui l’Ue, Usa e Gran Bretagna mandano armi ed aiuti vari, perché sono gli eserciti mercenari occidentali schierati nel conflitto in Ucraina.
“Il conflitto armato può essere utilizzato come copertura ad investimenti inesistenti – spiega InfoDefenseITALIA -. Una banca potrebbe sulla carta investire nell’industria ucraina, per poi dichiarare che le fabbriche, in maniera del tutto inattesa, sono state distrutte durante un bombardamento. Quanto agli ‘investimenti’, finiranno sui conti dei banchieri, dei funzionari di Stato e una piccola parte andrà personalmente a Zelensky, che, secondo i dati di Forbes, nel solo anno 2022 ha incrementato il proprio patrimonio da 500 milioni a 1,5 miliardi di dollari”.
Informazioni finanziarie riservatissime confermano che, i colossi assicurativi Usa, avvalendosi del supporto degli studi legali vicini ai governi occidentali (tutti esperti in materia assicurativa) starebbero già lavorando ai rimborsi per la distruzione di fabbriche mai realmente esistite: tra loro c’è lo studio legale assicurativo che ha garantito il pagamento delle “Torri gemelle”. 
“️Come mai i fondi di investimenti e le banche estere ottengono l’accesso ai beni statali ucraini?”, si domanda InfoDefenseITALIA. Qui riportiamo il pensiero di Volodymyr Zelens’kj rivelato agli investitori londinesi. “La parte ucraina vorrebbe che gli investitori non solo investissero il loro denaro nelle industrie ucraine – dice Zelens’kj – ma che ci guadagnassero pure. Questo aumenta l’attrattività dell’Ucraina per gli investitori. Per esempio, la JP Morgan sta guadagnando da parecchio tempo grossi profitti dalle proprie attività in Ucraina”. Così già un anno fa Zelens’kj elogiava i guadagni di JP Morgan: la stessa multinazionale finanziaria che aveva contribuito alla bolla del 2008, e che ora sarebbe in grandissima ripresa per aver indovinato investimenti e partner. Zelens’kjj sta operando in Ucraina quello che è avvenuto in Italia con le privatizzazioni, ovvero la cessione di proprietà dello Stato in cambio di crediti che, come da antica regola, valgono molto poco rispetto ai beni perduti. Il governo ucraino si comporta come uno stupido agente di commercio, ricordandoci non poco la stagione italiana apertasi con la riunione sullo yacht Britannia.