UNA NUOVA YALTA SENZA LA RUSSIA
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di banche e finanza)
Fonte immagine dell’immagine di copertina è: https://www.limesonline.com/cartaceo/leterno-odi-et-amo-dei-russi-per-la-cina
Le manovre militari del 12 giugno 2023 non sono le prime che la Nato organizza ai confini orientali dell’Europa (https://it.insideover.com/difesa/scatta-air-defender-2023-la-piu-grande-esercitazione-aerea-della-nato.html ). Anche queste rientrano nelle solite coreografie cinematografiche degli anglosassoni.
I russi osservano, raccolgono informazioni e non fanno sapere nulla. È loro silenzio che deve preoccupare, non certo la grancassa angloUsa. Entrambe le parti in gioco hanno acquisito informazioni sui sistemi bellici e le rispettive tecnologie. L’Occidente è consapevole che, ancora oggi, sono quasi sconosciuti gli sviluppi dell’avionica e delle tecnologie belliche russe e cinesi. Un grave deficit, che viene nascosto dalle roboanti manifestazioni mediatiche in corso della Nato e dei suoi vassalli e non “alleati” come viene ancora raccontato.
Ovviamente, l’evento militare congiunto sarà trasmesso per 76 ore al giorno a reti unificate di terra, di mare e di aria. Sarà magnificato da una successiva sequenza di dibattiti sui canali televisivi, sui giornali e sui canali di rete (https://www.imolaoggi.it/2023/06/11/nato-maxi-esercitazione-obiettivo-prepararsi-a-conflitto-in-europa/).
Nessuno farà sapere che la controffensiva angloamericana in Ucraina, preceduta dal solito ampio bombardamento mediatico, è stata un fallimento e si è miserabilmente infranta contro un muro di fuoco assistito da una distesa di centinaia di migliaia di mine che rimarranno in quei territori per decenni. L’Ucraina è oramai una landa distrutta, con una emigrazione di oltre venti milioni di umani, con un sistema economico raso al suolo. Nessuno si caricherà il colossale costo della ricostruzione e nemmeno le spese militari in crescita saranno coperte con l’utilizzo di parte dei fondi del Pnrr.
A pagare con la morte sono le popolazioni ucraine e non certo gli angloamerregani.
Nonostante varie dichiarazioni, rimane invece un mistero la strategia cinese caratterizzata da una palese ambiguità. Pechino ha finora rilasciato dichiarazioni a mezza bocca di una forte alleanza con la Russia, lancia qualche minaccia, fa navigare una flotta sul Mar Giallo, ma senza concreti apporti militari al conflitto in corso e senza alcun deciso intervento in sede Onu di cui è componente con diritto di veto, sebbene l’Onu sia la grande assente di questa vicenda lasciando abusivamente il campo aperto solamente alla Nato. Le immense risorse naturali russe interessano molto anche alla dirigenza di Pechino, che non lascerebbe in mano ai lontani angloamericani il saccheggio delle ricchezze naturali del vastissimo territorio russo che si trova alle porte di casa (https://www.valigiablu.it/xi-putin-summit-russia-cina/ ). Sono noti i numerosi sconfinamenti cinesi per accaparrarsi il legname ed altre materie prime ai confini orientali della Russia: che lascia fare un servizio gratuito di pulizia, ma non osano fare di più, per ora. Inoltre, l’immenso territorio russo ai confini è quasi disabitato e sarebbe un ottimo perimetro per spostare grandi quote di popolazione interna (https://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/2006/IV/art/R06IV038.htm La lunga marcia della Cina verso la Siberia).
Nulla vieta che dietro le schermaglie muscolari cino-americane non si stia preparando una nuova Yalta per la spartizione della Russia.
Sono storicamente note le diversità di vedute tra Cina e Russia, che continuano a disprezzarsi reciprocamente e a scambiarsi reciproci sospetti (https://www-amistades-info.cdn.ampproject.org/v/s/www.amistades.info/amp/breve-storia-relazioni-cina-russia-amicizia-con-molti-limiti ).
Un’opzione militare dello schieramento Nato Usa sembrerebbe possibile contro una nazione che è abitata da circa centocinquanta milioni di abitanti, con l’appoggio di oligarchi pronti a tradire sperando di gestire la spartizione, se non sono eliminati preliminarmente dai pretoriani di Putin che vanta una notevole esperienza “professionale” su come agire.
Infine, su questa cooperazione aleggia lo spettro dell’incognita nucleare pronta a partire dagli Urali se il cerchio dovesse stringersi. A noi, popoli coinvolti da governi sottomessi dai ricatti, non resta che aspettare gli eventi. Continuano a raccontarci un film a cui non crede nessuno perché i fatti veri sono diversi.