ROMA: “250.000 EURO SOLO PER AVER ALZATO LA VOCE, UN BEL MODO DI EDUCARE LA CITTADINANZA”
di Mario Michele Pascale
Se basta una sfuriata tra i corridoi del Campidoglio per ottenere, senza bando, duecentocinquantamila euro, lunedì mattina sarò davanti all’ufficio di Roberto Gualtieri e griderò come una matrona dei quartieri spagnoli 🙂 Scherzi a parte la faccenda del finanziamento (senza passare per un bando) al piccolo cinema America è grave. Lo è perché c’è chi pensa di aver diritto “naturalmente”, perché nato nel mondo “giusto”, perché questo diritto, nella mente di chi crede di averlo, è stato coltivato, coccolato, instillato, sulla base di una mera appartenenza partitica e di casta. E’ grave perché umilia gli altri attori della cultura romana, non tiene conto di tutte le professionalità e le realtà associative che, ligie ai buoni costumi, attendono pazientemente per le briciole “che avanzano” dal banchetto dei soliti noti che non passano per un bando pubblico. E’ grave perché si ha anche il coraggio di rispondere “ma lì c’è la qualità”. E certo, con duecentocinquantamila euro nel portafoglio anche una scimmia ammaestrata è in grado di tornare a casa dal supermercato con un chilo di banane. La “qualità” va commisurata sulla scarsità delle risorse: gli organizzatori di eventi davvero bravi sono quelli in grado di “fare qualità” con pochi soldi. Non quelli che spendono e spandono senza rischio alcuno.
Bene sarebbe, e qui mi rivolgo agli amministratori del comune di Roma, che il finanziamento venisse ritirato e che venisse inaugurata una nuova stagione, più trasparente, di rapporti con gli operatori della cultura.