L’AFFARE CAIRO-MEDIASET COPERTO DA SILENZI E SMENTITE MA GRADITO AL PD
Ancora una volta “Dagospia” da una notizia che dovrebbe farci riflettere, e come al solito è stata interpretata male e smentita: salvo poi in un non tanto lontano futuro essere tutti pronti a ricrederci. Beninformati confermano che Urbano Cairo non potrebbe trattare con Silvio Berlusconi l’acquisto di Mediaset, bensì con i suoi eredi. Infatti i figli del Cavaliere intenderebbero, in considerazione dell’avanzare dell’età paterna, liquidare sia Forza Italia che Mediaset, per orientare i loro investimenti esclusivamente nei settori dei prodotti bancari ed eventualmente immobiliari. Del resto la politica e la comunicazione televisiva richiedono particolari inclinazioni, e non sembra gli eredi di Silvio Berlusconi intendano dire la loro sulle scelte dell’Italia. Ovviamente la dirigenza di Fininvest ed RCS hanno tutto l’interesse a smentire eventuali trattative, onde evitare che il frastuono disturbi l’accoppiamento.
Urbano Cairo farebbe l’affare per coprire una grande fetta di consenso nel mondo culturale e finanziario: l’uomo sarebbe certo anche di appoggi internazionali, perché non è un mistero che ben noti “poteri finanziari” gradirebbero si rafforzi in Italia un polo televisivo e giornalistico contrario al Governo Meloni. Di fatto il patron del Torino calcio assurgerebbe ad editore di riferimento d’una certa sinistra, quasi un nuovo Giangi Feltrinelli o giovane De Benedetti. Ma Cairo non coglierebbe certo la palla a balzo perché folgorato sulla strada di Treviri (patria di Karl Marx), ma esclusivamente per coprire una lucrosa fetta di mercato, appoggiata dalle sponsorizzazioni delle multinazionali farmaceutiche, chimiche, energetiche e green (in poche parole tutto quel mondo finanziario che gradirebbe Elly Schlein al posto di Giorgia Meloni). Salotto politico finanziario che Elly ha conosciuto per motivi familiari e politici, soprattutto nel momento in cui l’amico di famiglia Soros la allocava nel comitato elettorale di Barack Obama. Cari lettori l’Italia rimane centrale nelle politiche internazionali: perché spartiacque tra Oriente ed Occidente ma anche per la sua posizione nel Mediterraneo. “Chi controlla l’Italia controlla la porta d’Europa” suggeriva qualcuno a Churchill. Probabilmente questi problemi non se li starà ponendo Urbano Cairo, o forse anche sì. Infatti “Dagospia” ha riportato che Urbano Cairo avrebbe intenzione di rilevare Mediaset dalla famiglia di Berlusconi: L’imprenditore, a capo del gruppo editoriale Rcs e del Torino calcio, di fatto sta occupando sempre più quel segmento della società italiana che un tempo aveva come riferimento il salotto culturale e d’affari che orbitava tra le famiglie Agnelli e De Benedetti. Ovvero quella sinistra elegante che piace al bel mondo internazionale della speculazione finanziaria: gente molto “newyorker”, molto “schlein”, che sa vivere in armocromia apprezzando il lati positivi della povertà altrui. Comunque si tratta di personalità in grado di muovere gli investimenti occidentali, ed Urbano Cairo sa che al momento (in considerazione della guerra tra Usa e Russia) sarebbero gli unici a poter finanziare il matrimonio tra La7 e Mediaset. Ma, sempre secondo “Dagospia”, Urbano Cairo avrebbe in mente di costruire anche una cordata italiana per rilevare Mediaset, con il sostegno di una grande banca. L’ispiratore del progetto sarebbe Walter Veltroni che, dicono quelli di “radio fante”, rifletterebbe da tempo sulla faccenda e, a sua volta, avrebbe raccolto l’idea dall’appena trapassato Maurizio Costanzo.
Ma, secondo Roberto D’Agostino, la famiglia Berlusconi sarebbe spaccata: Eleonora,Barbara e Luigi sarebbero favorevoli mentre PierSilvio sarebbe contrario, e Marina vorrebbe attendere. A conti fatti, se Urbano Cairo dovesse acquistare Mediaset, forte degli appoggi del gota internazionale globalista, potrebbe anche evitare di vendere Rete4 o La7: potrebbe anche tentare il braccio di ferro di tenersi quattro reti, e con la scusante che la destra governa l’Italia ed ha in pugno la Rai. Il probabile ispiratore Walter Veltroni, fondatore del Partito Democratico ed editorialista del “Corriere della Sera”, raccoglierebbe così l’eredità di Maurizio Costanzo, portando a termine il lontano progetto egemonico del direttore de “L’Occhio” (all’epoca quotidiano del gruppo Rizzoli Corriere della Sera).
“Non è vero, è una balla assoluta – sbotta Urbano Cairo -. È una cosa inventata di sana pianta, io non ne ho mai parlato con nessuno. È una cosa che proprio non esiste”. Chi conosce gli imprenditori sa bene che smentite così dure si fanno per proteggere gli affari nei delicati momenti di trattativa. Una affare anche politico per Walter Veltroni, che proietterebbe nuovamente il cinefilo ex Sindaco di Roma al centro degli interessi del Partito democratico. Ma la storia di quest’affare tra Cairo e la famiglia Berlusconi lambirebbe anche la defenestrazione del programma “non è l’Arena” di Massimo Giletti: il popolare conduttore avrebbe messo il naso negli eventuali accordi tra i due gruppi imprenditoriali, e non sarebbe piaciuto a certi agevolatori che potrebbero aver posto tra le condizioni anche la cacciata del giornalista.
A dir poco affascinante e nebulosa la nota di smentita fatta pervenire a “Dagospia” dall’ex Golden Boy del Pd: “Caro Dago, ho letto la tua notizia d’apertura. Ho il dovere di dirti solo una cosa: non so di cosa si stia parlando. Con amicizia. Walter Veltroni”. Non è da escludere che Veltroni si sia consigliato con Nanni Moretti che gli avrà detto “butta tutto in caciara e nega…faccio cose, vedo gente…”.