RIVOLTA CONTRO ROBERTO GUALTIERI ED OCCUPAZIONE DEL CAMPIDOGLIO
La petizione contro il Sindaco Roberto Gualtieri ha raccolto circa trentamila firme. Qualcuno potrebbe reputare il risultato bastevole a ridurre a miti consigli una giunta che delibera contro i cittadini, e per conto d’interessi economici lontani dalla cittadinanza romana. A conti fatti il Primo Cittadino di Roma ha già lasciato intendere che, non modificherà d’una virgola la delibera che vieterà l’accesso delle auto dalle periferie nel centro della Capitale. Anzi ben presto chi amministra Roma passerà alle maniere dure anche con le abitazioni, istituendo ispezioni in giro per condomini e case indipendenti. Una vera e propria guerra alle classi meno abbienti, e con la precisa volontà di riversare sul popolo i costi della “rivoluzione green”. Ma il popolo, il proletariato, la classe operaia e gli artigiani non hanno bisogno di guide ideologiche, di chi dica loro cosa fare e quando farlo. Devono semplicemente guidare il proprio istinto. Venticinquemila firme non sono sufficienti a preoccupare Gualtieri, certamente cinquemila cittadini pronti a defenestrarlo materialmente potrebbero fare miracoli. Un manipolo di ragazzi sani e robusti, di artigiani con buona lena nell’uso delle mani, di donne motivate e brave a menare ceffoni… l’elenco è lungo e si confida in un massivo arruolamento per prendere di peso Roberto Gualtieri e sbatterlo fuori dal Comune. Gesto liberatorio che inietterebbe orgoglio nei romani tutti. Un qualcosa di auspicabile per ridare il sorriso alla Capitale d’Italia, oggi tristemente ridotta ad un grande accampamento di disoccupati. Di cittadini che riescono a tirare fuori l’orgoglio solo quando giocano le “romane” (Roma e Lazio). Cittadini divisi nella fede calcistica ma che potrebbero trovare ragione di vanto e sfida nel tentare un assalto al Campidoglio. Un atto di guerra al sistema, l’inizio di una lotta che potrebbe farci acquistare nuovamente dignità e diritti. Perché chi dovesse venire dopo Gualtieri non s’azzarderebbe più ad affermare che non ascolta i cittadini ma l’Agenda Onu 2030. Non illudiamoci, il potere non ci lascerà tranquilli. Ecco che è giunta l’ora di dimostrare che non siamo solo cataplasmi appiccicati a computer e telefonino, ma guerrieri in grado di difendere la libertà di tutta la comunità di Roma. Certamente ci sarebbero denunce, e proverebbero ad identificare i manifestanti. Ma, se la nostra forza sarà coesa, e sapremo difendere ogni cittadino da eventuali violenze ed arresti operati dalle guardie, allora avremo vinto e porremo le condizioni al sistema. Anzi, occupato il Campidoglio, saranno i cittadini a scrivere le delibere. Una vittoria del popolo che riporterebbe Roma sul binario dell’inclusività, bocciando il modello esclusivo (da Grande Fratello) voluto da Gualtieri e dai pariolini che lo appoggiano. La nostra sfida al sistema ricalca per certi versi “La Comune di Parigi” del 1870-1871: lo spirito di quella rivoluzione era tutto nel tentativo degli esclusi, dei dannati con le mani rotte dal lavoro, di osare la conquista del cielo. Ovvero quel Palazzo che noi si guarda con un senso tra il reverenziale ed il timoroso. Orsù, violentiamo il potere, aggrediamo il Campidoglio. Vi diranno che i romani non fanno queste follie, che rispettano il potere, che contano d’aggiustare le cose con le chiacchiere. Presto detto: guardatevi allo specchio, e poi domandatevi se siete felici delle restrizioni che toccheranno auto e case, poi botteghe e vita sociale. Sono state montate 3.222 telecamere, pagate anche con i vostri soldi: serviranno a spiarci e multarci. E poi grazie al riconoscimento facciale la nostra vita verrà continuamente monitorata. Grazie alla domotica sapranno tutto delle case più nuove, per le più vecchie basterà il contatore moderno con scheda ad appurare categoria euro e classe energetica dei nostri elettrodomestici. Si spera che ad infrangere le telecamere provvederanno i ragazzi, ma anche qualche adulto incazzato. Nel frattempo è ora di far sentire la nostra forza alla Giunta che regna su Roma.