BONUS SECONDA PUNTATA: E’ PARTITO IL GRANDE ACCERTAMENTO SU CONDOMINI E VILLE

Gli italiani stanno assistendo alla vanificazione delle promesse sui vari bonus dell’era Conte-Draghi. I governi pandemico-guerreschi avevano raccontato loro che è possibile farsi ristrutturare gratis sia le case indipendenti che gli appartamenti che insistono nei condomini. Ma hanno volutamente omesso di spiegare che, gli eredi di immobili locati a terzi non hanno diritto ad alcun bonus fiscale, che devono pagare interamente i lavori quando un condomino ha un problemino fiscale, tributario, giudiziario, catastale o di pregresso debito bancario. Soprattutto che l’Agenzia delle Entrate sta accertando a tappeto i condomini con la presenza di “non aventi diritto”, e che i condomini non in regola con il pagamento delle spese condominiali non hanno diritto a bonus e verranno sanzionati; che l’accertamento parte dagli importi riferibili alla “quota non cedibile dell’appalto straordinario” che non matura credito d’imposta, e che il valore dell’attualizzazione del credito utilizzato per estinguere il pagamento dei lavori non grava sull’appaltatore ma sul proprietario di casa (quindi deve rimanere a carico dei condomini). Va aggiunto che, quando si materializza l’attività di mero contraente (praticamente ogni volta che il condominio conferisce mandato all’appaltatore di gestire in modo accentrato le opere, a prescindere dal fatto che l’appaltatore si qualifichi o meno come “general contractor”) matura un “valore” della prestazione che genera un margine di indetraibilità del credito: quindi scatta l’accertamento delle Entrate. Tutte queste fattispecie riducono, sino ad annullarlo, il diritto alla maturazione del credito d’imposta, ma aprono la porta di accertamenti e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
I cantafrottole del “tutto gratis” affermavano che “l’unico vincolo da non violare è non eccedere nei parametri economici di riferimento”: prezzari DEI, listini MITE e tariffari ragionali. Dicevano pure che “i soggetti coinvolti, come impresa, tecnici e professionisti, essendo coperti da polizza assicurativa, avrebbero comunque azzerato ogni possibile, eventuale, residuale margine di rischio”: peccato siano già partiti gli accertamenti da parte degli uffici competenti sul lavoro circa l’atipicità degli appalti, con problemi giudiziari per i proprietari degli immobili nei cui cantieri si sono già consumati “incidenti sul lavoro”. “Asseverazione dei tecnici” e “visto di conformità tributario” hanno poi cristallizzato il diritto al credito d’imposta: oggi chi ha già terminato i lavori rischia di non vedere alcun beneficio sulle tasse dei prossimi anni.
E c’era anche ci sosteneva un paio d’anni fa “nessuna gara d’appalto, nessuna penale contrattuale, forse introdotta nei contratti in misura risibile”: di fatto nessuna precauzione a favore del committente. La serie di “firmette ed è tutto fatto” ha spalancato la porta ad ipoteche e pignoramenti. Oggi si comincia a percepire che la realtà è ben diversa da quella raccontata dalle conferenze stampa governative e riportata malamente nelle assemblee di condominio.
Di fatto i “profili di impugnazione delle delibere di riqualificazione edilizia con ricorso ai bonus fiscali con cessione del credito” o “con sconto in fattura” espongono a motivi di nullità che mettono a rischio l’intera progettualità del bonus in sede di accertamento tributario. E problemi giudiziari potrebbero raggiungere i condomini, anche dopo anni, per via della faciloneria con cui sono stati montati i ponteggi: le polizie locali hanno registrato ogni cantiere, segnalato tutto come probabile abuso alle autorità giudiziarie, e tutto ha il sapore d’una scommessa, d’una lotteria. Alcuni reati forse andranno prescritti sotto il profilo penale, ma rimane la mannaia delle Entrate, dei difficilmente prescrivibili atti tributari.