LAMENTELE E GIUSTIFICAZIONI ALLA PEKORANERA PER L’ARTICOLO SUI GIOVANI DELLA “ROMA BENE”
Pioggia di precisazioni dopo l’articolo “ROMA DEI LADRI BENE O PER GIOCO TRA ‘ANTICO TIRO A VOLO’, PARIOLI E FLEMING”. A sentirsi offese soprattutto i gruppi delle mamme: non accettano che i loro figli vengano messi sul banco degli imputati e, casomai, accusati di essere viziati e meno maturi dei ragazzi dei quartieri più popolari. Nelle missive più acide s’allude anche a “invidia dei ceti meno abbienti verso la gente perbene di Roma Nord ha portato a creare leggende circa i giovani viziati e senza regole di Parioli e Fleming”. A queste parole si obietta con i fatti, ovvero il caso di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli investite la notte del 21 dicembre 2019 su Corso Francia da Pietro Genovese, che guidava a forte velocità ed in stato di non lucidità: un ventenne alla guida d’auto veloce investe due poco più che adolescenti nel cuore della notte? Ma non vi sembra che qualche colpa l’abbiano anche i permissivi genitori di Genovese e delle ragazze? Forse il ragazzo di periferia, aduso a lavorare per contribuire a casa e pagarsi gli studi, avrebbe dimostrato più maturità. Certamente a RomaNord gli eccessi sono anche sotto gli occhi dei grandi che, purtroppo, voltano la testa altrove. Eppure basterebbe una passeggiata serale tra Ponte Milvio, Corso Francia ed alcuni tratti di viale Parioli per scorgere adolescenti al volante d’auto sportive di grossa cilindrata e ragazze minorenni con vestiti firmati, tacchi altissimi e borse di Chanel o Louis Vuitton. Il problema è chi paga perché s’ostenti lusso e ricchezza? Traspare dalle tante missive che le mamme non accettano che s’accusino i giovani di compiere furti e le ragazze d’avere rapporti con uomini maturi. La testimonianza della designer di Via Monte Parioli che ha subito il furto delle borse da collezione Chanel fa pensare: “nei giorni precedenti il furto avevo notato giovani che fissavano il mio balcone: io abito al secondo piano. Ho subito due furti: il primo inequivocabilmente per mano di giovani entrati nella mia abitazione mentre m’ero assentata per compere al supermercato, il secondo quello delle borse probabilmente commissionato da persona che conosce la mia casa. Due furti nel giro di pochi giorni”. Si tratta di quartieri residenziali, dove i genitori acquistato anche garage per le belle auto, dove probabilmente i ragazzi potrebbero occultare la refurtiva prima della vendita. Emerge lo spaccato d’una Roma divisa in due: da una parte chi preoccupato o impegnato tra studio e lavoro, e dall’altra chi usa il giorno o la settimana lavorativa come un punto di passaggio prima della vita notturna o dei fine settimana da sballo. Entra in campo l’ulteriore divisione per quartieri: tra Monte Verde Vecchio, Trastevere, Prati e Borgo a spadroneggiare sono i figli degli stranieri benestanti, che fingono di studiare o perfezionarsi a Roma, invece trascorrono solo un anno sabbatico tra droga, sesso ed alcol: la mente corre a Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso mentre prestava servizio tra Prati e Vaticano, veniva accoltellato dagli studenti americani Finnegan Lee Elder e Christian Natale Hjorth. Il retroscena dell’omicidio parla d’una borsa e d’un quantitativo di droga: il carabiniere si era intromesso nello “sballo serale” dei ricchi americani, e ci ha rimesso la vita. Ma tutti ricordiamo come l’ambasciata Usa abbia inforcato la difesa dei due assassini, con i legali degli statunitensi che avevano anche tentato la carta del rimpatrio come già avvenuto nell’omicidio di Meredith Kercher, quando ad Amanda Knox venne permesso di tornate in Usa con un jet privato (a favore della ragazza intervenne personalmente Hilary Clinton).
Sono le mamme a non voler ammettere che i figli della “Roma Bene” si comportano nel quadrante Roma Nord come gli americani del caso Cerciello. Le forze di polizia lamentano anche intromissioni di avvocati, magistrati e gente di potere che, non di rado, proteggono gli eccessi dei ragazzi.
Fa non poco riflettere la missiva di una “mamma di corso Francia” che così giustifica: “ho visto dal mio terrazzo la scena lamentata dalla signora che asserisce d’essere stata minacciata dai ragazzi con le microcar. La signora ha insistentemente suonato nel cuore della notte ai ragazzi parcheggiati davanti alle pompe di benzina. Suonava nervosamente, e li ha pure offesi, solo perché lei voleva con prepotenza passare per rifornirsi al distributore self. I ragazzi le hanno solo chiesto spiegazioni e volevano le sue scuse, la tipa li ha offesi e poi si è barricata in auto. Avviene spesso, sono donne che offendono di notte i ragazzi che stazionano nelle microcar parcheggiate davanti ai distributori: non esiste una banda minorile delle macchinette, è solo invenzione dei giornali”.
Ma cosa ci fanno dei minorenni in microcar nel cuore della notte? Soprattutto i genitori d’altri tempi li avrebbero con la forza riportati tra le mura domestiche. C’è permissivismo e si stenta ad ammetterlo. Certo i genitori avranno pure troppi impegni, perché il dover mantenere un certo tenore di vita distrae non poco dagli obblighi del focolare. Allora ci si domanda quando e cosa potrebbe portare questa gente a riflettere, a tornare a badare alla vita domestica come era uso nelle famiglie d’un tempo. Gli esperti dicono pure che è difficile ormai fermare la devianza di tanti giovani, perché manca l’autorevolezza dell’esempio genitoriale, un qualcosa di non surrogabile.