ROMA DEI LADRI BENE O PER GIOCO TRA “ANTICO TIRO AL VOLO”, PARIOLI E FLEMING

Giorni di relax passano tra Natale ed Epifania nei circoli sportivi esclusivi della Capitale, e c’è anche chi opta per fare sport piuttosto che banchettare e riposarsi. Così un socio “dell’Antico Tiro al Volo” sceglie la palestra, sicuro che quell’ambiente quasi familiare non avrebbe turbato la sua quiete personale. Ma, finito l’allenamento, s’accorge che è il suo telefonino è sparito nel nulla. Cerca di contattare, ma senza alcuna risposta, il presidente del circolo, quindi amici e soci importanti, chiede anche una mano ai dipendenti della struttura. Nessuno sa cosa dire, ed un telefono può anche dissolversi. Evidentemente sconfortato, riflette sul contenuto del suo cellulare, dove ha annotato contatti di amici e soprattutto gli impegni di lavoro. L’uomo è uno storico socio del circolo, e non nasconde le proprie perplessità sui circoli romani e sul cosiddetto “salotto buono” della Capitale. “Già anni fa subivo un furto – racconta -. Eravamo tre o quattro soci a guardare una partita di calcio nello spazio televisione del circolo, quando notavo strani movimenti alle mie spalle. Dopo la partita mi spariva il cellulare: ho seguito le tracce del dispositivo sino al dì seguente, e si perdevano nella stazione ferroviaria di Termini. Mi venne detto – racconta il socio dell’Antico Tiro al Volo – che si sarebbe trattato d’uno scherzo andato male. Ovvero che non dovevo essere ero io il bersaglio della sparizione del telefono. Anche in quell’occasione evitai di sporgere denuncia per non turbare il buon nome del circolo, ed all’epoca la cosa venne anche apprezzata dal presidente come da altri soci”. L’Antico Tiro a Volo è oggi frequentato soprattutto da alti magistrati della Cassazione e da consiglieri di Stato, la sicurezza e la discrezione sulle frequentazioni è massima. Così parecchie ore dopo l’ultima sparizione di cellulare, il socio veniva contattato da una signora che asseriva d’aver sentito che lo squillo del telefonino proveniva dalla borsa di sua figlia, che probabilmente qualcuno l’avrebbe messo nello zaino della ragazza solo per fare uno scherzo. Un ragazzo aggiungeva d’aver visto una persona di cui non ricorda la fisionomia passare tra le borse, e forse potrebbe aver lasciato scivolare l’oggetto. Il socio è soddisfatto d’aver recuperato il telefonino, anche memore dell’episodio di qualche anno fa, quello “scherzo andato male”. Rimane comunque l’amaro per come nella cosiddetta “Roma bene” si prendano alla leggera certi atti che, forse, creano ansia, apprensione e preoccupazione in chi subisce furti e “scherzi”: “il presidente dell’Antico Tiro al Volo – precisa il socio – non mi ha nemmeno telefonato per accertarsi dei fatti e manifestare la propria solidarietà ed impegno perché non si ripetano certi episodi”.
Ma la notizia degli “scherzi” al circolo fa in breve tempo il giro dei salotti, e così una signora di Via Monte Parioli racconta d’aver subito durante una festa il furto di tutta la sua collezione di borse Chanel: una collezione esclusiva, con pezzi storici degni del Museo Coco Chanel di Parigi. Le preziose borse erano in una teca confinante con la cabina armadio della sua zona notte. La donna non faceva mistero tra la “gente bene” della sua collezione, ed il furto s’è consumato durante le feste natalizie, quando la dama apre il proprio salotto ad amici e parenti. “So che c’è a Roma – spiega la donna – un importante giro di gioie ed accessori, come borse e preziosi. Roba usata acquistata consciamente da gente che forse la destina a collezioni o per ostentarla in feste lontane dalla Capitale. Questo furto mi ha sconvolto, sono una designer e colleziono accessori Chanel dagli anni ’80 del passato secolo. Non ho sporto denuncia, ed attendo che qualcuno si faccia avanti per farmi recuperare una collezione che per me ha solo valore artistico ed affettivo”. Qualcuno parla di furti su commissione, che sarebbero stati ordinati dalla gente bene a veri e propri ladri di professione.
Ma gli episodi non sono parecchi, c’è chi parla anche di bande di ragazzi della “Roma bene” specializzati in furti, rapine, atti di bullismo, violenze sessuali, aggressioni anche per divertimento, ricatti e spaccio di sostanze stupefacenti. Un poliziotto non va certo per il sottile: “questi episodi si ripetono nella Roma bene da almeno sessant’anni: io avrò aiutato minimo una decina di famiglie di professionisti, scongiurando l’arresto dei ragazzi e seguendoli nei consigli per la correzione”. “Ricordo che una persona molto agiata e di cui evito il nome – spiega il poliziotto – mi chiamava una ventina d’anni fa per aver trovato una quantitativo esagerato di banconote nella stanza del figlio liceale, il ragazzo era mani e piedi invischiato nelle bande dei ragazzi perbene”. Episodi che vanno dal semplice furto ai tentativi di violenza fisica, spesso orchestrati ai danni di belle donne dei quartieri Flaming e Parioli, e perché la “banda delle macchinette” (delle microcar) agisce a Roma-Nord. Tantissimi i tentativi di violenza, attuati soprattutto quando la donna è sola alla guida di notte: la “banda delle macchinette” circonda il veicolo e tenta la violenza di gruppo. Ad oggi le uniche violenze denunciate sarebbero quelle che le gang di minori hanno operato su giovani ragazze, spesso anche minorenni.
In tanti si domandano cosa facciano i genitori, soprattutto se gli adulti non sentano il bisogno d’un riscatto morale, d’un voltar pagina: a quanto pare la loro unica risposta è dire che tutto va bene, che sono tutte chiacchiere, che non ci sono denunce, che necessita guardare avanti e votare Pd. Perché nei quartieri bene dove si consumano questi gesti ci sono le residenze di chi governa la città e decide nei tribunali. Ed è tanto difficile dire loro che hanno del marcio in famiglia, che il nemico del popolo non è il cittadino che non può cambiarsi l’auto o la lavatrice.