AVVOCATO CINQUEMANI: “TEST-PCR, POSITIVO A COSA?”
Articolo dell’Avvocato Francesco Cinquemani, che ringrazia la Dr.ssa Loretta Bolgan consulente scientifico (chimico farmaceutico) per aver fornito fonti bibliografiche.
Dopo circa 3 anni di informazioni raccolte su siti italiani e internazionali, anche da chi i test li effettuava nei laboratori, abbiamo documentazione sufficiente per affrontare e spiegare in modo esaustivo perché il test-PCR è inefficace e inattendibile: quindi, FALSI tutti i bollettini pubblicati e mandati in Tivù, nonché l’esistenza di una reale pandemia, considerando che l’OMS non l’ha ancora ufficialmente dichiarata.
Storia del tampone PCR: come è stato messo a punto il test, come funziona e chi lo ha inventato?
Il test del tampone orofaringeo mediante RT-PCR non è un test diagnostico di malattia, la sua positività può fornire indicazioni circa la presenza del virus ma non ci sono ad oggi dati accurati che permettano di stabilire la sua specificità e sensibilità dal punto di vista clinico né, come già visto, se la persona asintomatica possa essere contagiosa o sviluppare la malattia.
Quindi, ad oggi il suo uso come strumento diagnostico o predittivo di malattia è del tutto inappropriato ed infondato?
I tamponi per “il nuovo coronavirus” (Cov-Sars-2) si basano su una tecnica della Reazione a Catena della polimerasi (o più semplicemente PCR, dall’acronimo inglese), scoperta da Kary Mullis (insignito per questo del premio Nobel per la chimica nel 1993). Per la precisione si utilizza una tecnica leggermente modificata detta Reazione a Catena della Polimerase in Tempo Reale (RT-PCR). L’articolo Research Techniques Made Simple: Polymerase Chain Reaction (PCR), (Pubblicato su Journal of Investigative Dermatology 2013 Mar; 133(3): e6., autori Lilit Garibyan, Nidhi Avashia; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4102308/) spiega chiaramente che: “la PCR è una tecnica molto sensibile che permette una rapida rilevazione e identificazione di sequenze genetiche utilizzando tecniche visuali basate sulla dimensione e sulla carica. Versioni modificate della PCR hanno permesso misure quantitative dell’espressione genetica con tecniche dette PCR in tempo reale.”
È chiaro quindi che questa tecnica non identifica virus necessariamente interi e attivi, ma frammenti di materiale virale, che vengono moltiplicati, come leggiamo sull’articolo Basic principles of quantitative PCR (Pubblicato su Molecular Biotechnology. 2000 Jun;15(2):115-22, autore L Raeymaekers; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10949824/.), in modo da potere essere identificati.
Un’ennesima conferma dei limiti della PCR (applicata alla ricerca questa volta dei batteri), la troviamo leggendo l’articolo Advances and Challenges in Viability Detection of Foodborne Pathogens (Pubblicato su Frontiers in Microbiology. 2016; 7: 1833, autori Dexin Zeng, Zi Chen, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5118415/.) laddove si precisa che il test della PCR ha un aspetto negativo, ovvero quello di “essere incapace di differenziare il DNA delle cellule morte e di quelle vitali”.
Risulta quindi evidente il motivo per cui lo stesso scopritore di questa, per altro utilissima, reazione biochimica, metteva in guardia dall’utilizzo diagnostico del test: perché diversi studi mostrano la presenza di quantità non indifferenti di falsi positivi; è da notare che anche un 2% di falsi positivi non è da poco, specie se si fanno decine di migliaia di test al giorno.
Va premesso che uno dei fattori che possono causare facilmente un “falso positivo” nel contesto di un laboratorio che esegue diverse analisi in sequenza (mirate alla ricerca del medesimo agente infettivo) sono quelli indicati come “Amplification carryover contamination” ovvero dovuti ad amplificazione di contaminazioni dovute all’esame precedente (Leggiamo sul sito di un laboratorio https://arcticzymes.com/applications/pcr-carry-over-prevention/ che “L’elevata sensibilità delle PCR, e in particolare delle PCR quantitative, rende il metodo soggetto a contaminazione, fornendo risultati falsi o imprecisi. I contaminanti trasferiti da precedenti PCR sono considerati una delle principali fonti di risultati falsi positivi. I contaminanti possono essere trasferiti da precedenti reazioni di amplificazione a causa di aerosolizzazione, oppure a causa di contaminazione per mezzo di pipette, superfici, guanti e reagenti.”) problemi di cui si discute ancora oggi, come possiamo leggere anche in un articolo recentissimo che tratta della prevenzione di tali errori (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15648778/) .
Ciò vuol dire che anche il più accurato dei kit per l’identificazione di un frammento virale specifico e unicamente appartenente a un certo agente infettivo, può fallire per via di una contaminazione accidentale e/o di un imperfetto protocollo laboratoriale, anche se va detto che la RT-PCR dovrebbe avere molti meno problemi di contaminazione rispetto alla PCR standard (come possiamo leggere su vari articoli scientifici https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25451956/).
Mullis, in una intervista del 1997, ha dichiarato che “il test PCR è solo un procedimento per ottenere dei dati riguardo una certa cosa, non ti dice che stai male, non ti dice che quello che hai ti farà stare male”.
Alla domanda, è possibile fare un cattivo uso del tampone risponde: “Del tampone no, ma della interpretazione del risultato SI!”, “Se si volesse amplificare una molecola a livello che può essere misurato, allora scopriamo che se una persona cerca un virus addosso, in realtà scopre di tutto con il tampone, perché prende ciò che è invisibile e lo rende visibile”.
Secondo le parole di Mullis, con il tampone si trova di tutto ma, ciò che chiediamo, è sapere se il tampone rileva la presenza del Sars-Cov-2, altrimenti su quali elementi si è parlato di pandemia?
A questa domanda risponde anche il Presidente di Aifa Giorgio Palù, il quale ha affermato che trovare un soggetto positivo alla PCR non vuol dire che sia malato, ma nemmeno contagioso. “Si è detto che non erano affidabili i test, ma neanche la PCR era affidabile, nessuno l’ha mai validata, è nato un test senza un gold standard, è stato fatto ex post”.
Tutte queste dichiarazioni vengono avvalorate dalla scheda tecnica dello stesso test-PCR (Cfr. allegato n. 1), dove a pagina 5, al punto 1 sulle “Limitazioni del test” leggiamo: “I risultati del test di questo kit sono solo per riferimento clinico. La diagnosi clinica e il trattamento dei pazienti devono essere considerati in combinazione con sintomi / segni, anamnesi, altri test di laboratorio e risposta al trattamento”. Per “riferimento clinico” si intende che in assenza di sintomi clinici il test non ha alcun valore, inoltre diagnosi e trattamento devo essere basati su sintomi e altri test di laboratorio secondo quanto riportato dalla scheda tecnica.
Bisogna considerare inoltre, che molti cittadini hanno eseguito il test in farmacia e l’eventuale risultato positivo veniva inserito direttamente in piattaforma DGC, senza alcuna valutazione medica. Di conseguenza il cittadino per decisione del Ministro della Salute veniva trattato e considerato come caso Covid. Tuttavia in assenza di diagnosi medica, sarebbe opportuno valutare la validità e la legalità di tale prassi.
Quando e come è stata dichiarata la pandemia da COVID-19?
Dal 2009 al 2022, ci sono state sette dichiarazioni PHEIC: la pandemia H1N1 (o influenza suina) del 2009, la poliomielite del 2014, l’epidemia di Ebola del 2014 in Africa occidentale, l’epidemia di virus Zika del 2015-2016, l’epidemia di Ebola nel Kivu del 2018-2020, la pandemia di COVID-19 e il vaiolo delle scimmie 2022.
La dichiarazione di PHEIC (Public Health Emergency of International Concern, Emerganza di salute pubblica di rilevanza internazionale), comporta per l’OMS fornire RACCOMANDAZIONI e misure temporanee, che NON SONO VINCOLANTI per i Paesi ma che sono significative sia dal punto di vista pratico e procedurale relativamente a: viaggi, commerci, quarantena, screening e trattamento. L’OMS inoltre definisce standard di pratica globali la dichiarazione relativa al nuovo virus SARS-CoV-2, ha portato allo sviluppo di una vasta gamma di test diagnostici fondati sulla metodica della RT-PCR o test molecolari”. Sulla base di tale procedura il campione viene analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione.
Tali test diagnostici presentano delle problematiche in termini di affidabilità, in quanto il loro risultato è basato sul numero di cicli (replicazioni) che vengono impiegati per rilevare il virus.
Quali sono i cicli corretti per rilevare il virus Sars-Cov-2?
Risponde al quesito l’ECDC (European Center for Disease Control), ovvero la massima autorità europea in materia sanitaria, che risponde in maniera ufficiale in merito al numero di cicli al quale deve essere sottoposto un tampone affinché questo sia valido ed attendibile e rimanda al seguente link (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7543373/pdf/ciaa1491.pdf),
L’ECDC ci ha fatto sapere che i cicli affinché un test PCR sia attendibile devono essere 24, e 4 articoli scientifici pubblicati nel 2020, e mai smentiti, riportano che a 25 cicli si ha il 30% di falsi positivi e a 35 il 100%, ma sappiamo bene che le Regioni italiane hanno sempre e da sempre, processato i tamponi a non meno di 40 cicli, con punte di 50 in Sardegna, dopo che nell’isola (seguendo il protocollo dei 24 cicli), in piena pandemia, la regione entrò in zona Bianca. A seguito di quell’evento in Sardegna, i tamponi furono processati a 50 cicli.
Per essere certi che nessun’altra regione commettesse lo stesso errore della Sardegna, il ministro Speranza ha diramato una circolare inviata a tutte le strutture sanitarie con indicazione sui CT con cui processare i tamponi che dovevano essere di 40 cicli.
Con cicli superiori a 24, i tamponi sono al 90% inattendibili e fu grazie a queste procedure ingannevoli che il governo ha mantenuto in piedi la narrativa Covid con dei bollettini quotidiani sulla percentuale di popolazione positiva totalmente falsata. Questa procedura ha permesso di spingere sulla campagna vaccinale, facendo credere che l’unica salvezza fossero i vaccini anti Covid. Nota: non esistono vaccini che prevengono l’infezione da Sars-Cov-2.
Altra nota sui vaccini Covid: (Corona Virus Disease 2019 (COVID-19) Nucleic Acid Detection Kit MANUALE D’USOsono coperti da segreto militare e dai contratti mai pubblicati, inoltre dalla Pfizer ci hanno fatto sapere, con dichiarazione pubblica, che non è mai stato effettuato alcun test e che quindi non sono a conoscenza delle reazioni avverse nel breve, medio e lungo termine).
L’Agenzia svedese per la sanità pubblica con una nota ha preso le distanze da letture affrettate su positività equivalenti a contagiosità dichiarando che “La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus capaci di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario” e, pertanto, questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno».
La ECDC dichiara che ogni ciclo in più, determina un errore di circa il 30% e sappiamo bene, perché lo troviamo scritto sull’esito del tampone (fino a fine 2021, inizio 2022) che i laboratori regionali italiani, autorizzati dall’ISS, hanno scritto che amplificavano a oltre 40 cicli. Esiste anche documentazione dell’Asl Regione Emilia-Romagna che indica 41 cicli e dal Ministero della Salute ci fanno sapere che ciò sarebbe stato basato sul principio di precauzione, principio che ha creato un’alterazione totale della verità scientifica.
Stando così le cose, si può affermare, documenti alla mano, che l’Italia sembra aver violato non solo i protocolli dell’ECDC, ma anche quelli dell’OMS. Che nel settembre e dicembre 2020, dal monitoraggio effettuato da quest’ultima, è stato rilevato che c’erano troppi falsi positivi e la PCR così come era utilizzata non poteva essere ritenuta attendibile. A gennaio 2021 l’OMS ha dichiarato che l’esito del test-PCR non è sufficiente come strumento diagnostico se fatto con unico tampone. Pertanto, il test si sarebbe dovuto ripetere con altro strumento (altra PCR con marca diversa) sull’asintomatico positivo, che, sempre a detta dell’OMS, rappresenta il 96% dei casi e che pertanto è necessaria una diagnosi medica.
Nessuno di questi requisiti è stato rispettato dal nostro Paese, Ma c’è di più! l’OMS il 25 giugno 2021 ha cambiato i protocolli sui tamponi, statuendone l’inutilità sugli asintomatici, dichiarando che “lo screening di massa agli asintomatici non è una strategia raccomandata, a causa dei costi significativi e della mancanza di dati sulla sua efficacia operativa”.
Un vecchio proverbio recita: “al peggio non c’è fine”, e sembra proprio vero perché a peggiorare le cose, è stato il nostro ministro della salute Roberto Speranza che con la circolare nr. 0000705-08/01/2021-DGPRE-DGPRE-P, in cui tutto ciò che avete letto fino ad ora viene completamente stravolto e cambiato di significato, ad esempio:
sappiamo che il test-PCR non è mai stato validato e non è mai stato standardizzato, bene. Nella circolare viene rappresentato come “il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità”;
L’OMS ha dichiarato che l’esito del test-PCR non è sufficiente se fatto con un unico tampone. Nella circolare viene riportato: “è probabile che la positività di un test antigenico rapido sia indicativa di una vera infezione, non richiedendo conferma con test RT-PCR”;
Abbiamo imparato da Mullis, Palù, dall’ECDC e dall’agenzia sanitaria della Svezia che essere positivo non vuol dire che essere contagioso o malato.
Però poi, basta una semplice circolare del Ministero della Salute Italiano a rinchiudere in isolamento in casa il cittadino italiano. Per fortuna dopo 3 anni abbiamo imparato (lo auspico) il valore delle circolari e che queste non hanno effetti sui cittadini, come ho già spiegato in dettaglio nel seguente articolo (https://www.lapekoranera.it/2021/12/05/restrizioni-covid-avv-cinquemani-importante-comprendere-la-differenza-tra-una-circolare-e-una-legge/), così come le ordinanze, a cui dedicherò un approfondimento a parte.
Allegati Corona Virus Disease 2019 (COVID-19) Nucleic Acid Detection Kit MANUALE D’USO