100MILA EURO AL GIORNO A FIORELLO GIULLARE DI POTERE

Il Festival di Sanremo esordiva nel 1951 con un fine nazionalpopolare (pensate a Vola Colomba e testi coevi) capace di conciliare gli animi italiani appena sortiti dalla guerra. Con quello spirito è andato avanti per decenni e, nonostante gli esagerati compensi per chi l’ha condotto, nessun italiano s’è mai sentito offeso o messo contro altri cittadini. Invece dobbiamo riconoscere a Fiorello l’essere riuscito a disseppellire l’ascia di guerra tra favorevoli al vaccino anti-Covid e contrari: un bell’esempio di rappacificazione nazionale, davvero consono allo spirito del Festival. La domanda che in troppi si pongono è, perché il servizio pubblico debba pagare quasi 100mila euro a puntata per consentire a Fiorello battute sul sistema sanitario e sulla salute dei cittadini, e con allusioni sul grafene o sulle polemiche circa le vittime degli effetti collaterali da vaccini. Di fatto, il lautamente pagato non fa ridere, anzi riaccende i veleni vissuti dal 2019 al 2022, le polemiche politiche, le manifestazioni di piazza, il dissenso, l’amarezza di chi ha perso familiari per le incompetenze del sistema sanitario pubblico, la rabbia di chi invalidato dagli effetti collaterali delle vaccinazioni. E questa sarebbe l’iniezione di spensieratezza offerta dalla Rai? E poi nessuno ha capito perché Fiorello abbia pure offeso il cittadino medio (quello che paga il canone in bolletta) con la battuta “tutta colpa dei poteri forti”… come per dire che la gente crede alle bubbole sulle lobby, che non ci sarebbe un “deep state”, che il potere non usi controllare i cittadini e condizionarne le scelte, che non è vero che ci sarebbe gente che lavora per il “sistema”. Così facendo Fiorello ha allontanato i sospetti dalla sua persona, ovvero che anche lui probabilmente farebbe parte del “sistema”, e perché non c’è altra spiegazione logica al fatto che percepisca 100mila euro al giorno. Ovviamente farebbe parte del sistema anche Amadeus, visto e considerato che il suo compenso starebbe sfiorando i 150mila euro al giorno. Insomma, è una buona satira per compiacere il potere, che ovviamente paga purché ad essere messo in ridicolo sia il cittadino, quello che paga tasse e canone Rai. L’inutilità di Sanremo è ormai evidente. Programmazione fatta ad uso e consumo di chi costretto in casa e senza la possibilità di vedere altri canali. Uno spettacolo per chi invalidato, recluso, intristito e costretto a vivere una vita infelice in ricoveri per indigenti ed anziani. Perché chi ancora nel pieno delle forze non si fa affliggere l’anima dalla battute di Fiorello o da canzoni che non rispecchiano affatto il sentire della gente. La Rai quest’anno investirà quasi 50milioni di euro per un Festival inutile, che come al solito permetterà la passerella a dirigenti di Stato, alte personalità istituzionali, magistrati, attori di moda e cantanti sopravvalutati. Sarebbe bello che quei quattrini venissero spesi per far sortire circa sette milioni d’italiani dai vari percorsi di povertà irreversibile (per motivi bancari, fiscali, giudiziari, amministrativi). Purtroppo piove sempre sul bagnato, ed anche questo Sanremo gonfierà le tasche dei soliti noti.