LA CONSULTA OBBLIGA A VACCINARSI ED USURPA SPAZI ALLA POLITICA ELETTA
La Consulta ha bocciato i ricorsi contro le vaccinazioni obbligatorie anti-Covid; è così scattata l’ora zero per l’Agenzia delle Entrate, che sta provvedendo a redigere a tutta manetta la spedizione delle sanzioni da 100 euro a tutti gli italiani sotto la quarta dose: ovvero coloro che non hanno fatto nessuna dose, quelli che hanno fatto solo una dose ed anche i tanti che, dopo la seconda, si sono rifiutati di fare la terza dose. Causale della contravvenzione? “Ingiustificata sottoposizione al ciclo vaccinale prescritto”. Ovviamente i primi a vedersi notificare la cartella esattoriale saranno gli ultra cinquantenni.
Con questo atto la Consulta spalanca un portone a tutte le imposizioni, soprattutto con la motivazione che “sono giustificate le scelte del legislatore”. In pratica, diventa prassi la mancata corresponsione dello stipendio per chi venisse sospeso per qualsivoglia pretesto, e dopo che la Corte ha stabilito la giusta la sospensione dello stipendio per personale sanitario, scolastico e dipendenti pubblici in genere. Ora tutti gli ultracinquantenni che entro il 15 giugno 2022 non hanno fatto la terza dose riceveranno la cartella via posta come “atto giudiziario”: per chi ha la Pec la notifica avverrà per via elettronica e, alla prossima dichiarazione dei redditi, tramite Spid tutti gli “inadempienti” potranno trovarsela nel “cassetto fiscale”.
Non è il momento d’elencare i motivi che hanno trasformato l’Italia in un paese socialmente destabilizzato, che somiglia sempre più alle realtà dell’America latina comode ai poteri politico-finanziari occidentali. Del resto l’Italia politicamente acefala si conferma ottima superbase nel Mare Nostrum per Usa e Gran Bretagna. Con la bocciatura della Consulta sulla libertà di cura è stata spalancata la porta della sottrazione di diritti umani. Oggi sappiamo con chi sta la Corte Costituzionale, con i nemici del popolo. Con quella speculazione finanziaria internazionale (fatta soprattutto dai colossi farmaceutici e cibernetici) che non fa sconti o dilazioni a babbo morto, quindi che non rinuncia certo a mettere le mani su patrimoni immobiliari e depositi bancari degli italiani. Gli italiani non si sono ancora resi conto che si sta spalancando una botola sotto i loro piedi. L’Italia non è più un paese civile e sicuro, ecco perché da un paio d’anni nutriti e beninformati gruppi d’imprenditori e dirigenti dello Stato a riposo avrebbero già provveduto a vendere immobili e terreni nello Stivale per trasferirsi altrove: prendono i soldi e scappano. Ora ci chiediamo dove sono le forze politiche che avrebbero concesso alle piccole e medie imprese di produrre infrangendo le norme capestro dell’Ue, che avrebbero tolto il limiti al contante, che non avrebbero imposto la moneta elettronica e, soprattutto, che avrebbero garantito una pace fiscale e bancaria con i condoni tombali? La profezia di Winston Churchill pare torni a far capolino: ovvero che alle potenze occidentali è utile che l’Italia sia mantenuta nell’instabilità politico-economica per poterla usare come base di controllo del Mediterraneo. Da anni in Italia gli spazi di trattativa democratica, interclassista e da cuscinetto sociale, sono ormai ridotti al minimo. In tanti s’aspettavano che il Governo intervenisse, anche solo per attirarsi le simpatie dei tanti rovinati dai finti vaccini. Anche perché non dobbiamo dimenticare che le misure anti-pandemiche hanno notevolmente lacerato il rapporto tra classe dirigente e popolo: il “contratto sociale” era già infranto da tempo (dall’epoca Mario Monti), oggi grazie alla sentenza della Consulta il potere può autorevolmente tornare a dirci “non mi fido del popolo”.
Eppure Giorgia Meloni dovrebbe comprendere che la gente è stanca. Che radicato è il sentore che, per povertà, torni in Italia il “banditismo sociale” (per dirla alla Hobsbawn). Che la “disubbidienza verso le regole del potere” venga inevitabilmente spronata dai diktat istituzionali. Non vorremmo fare similitudini con il Nicaragua, la Colombia, il Paraguay di Stroessner e l’Argentina di Videla, ma questa Corte Costituzionale non ci piace: chi la compone non ci piace, e men che mai le sue decisioni. Con questi giudici si corre il rischio che tanti descamisados si trasformino in desaparecidos. Non dobbiamo dimenticare che, in Italia quasi otto milioni di cittadini versano in “povertà irreversibile” per motivi fiscali, giudiziari, amministrativi, bancari.
Giorgia Meloni deve decidere con chi stare. Perché non può non sapere che gran parte dei magistrati e degli alti burocrati sono tra i poteri che chiedono misure forti e drastiche contro i cittadini. Sono proprio le toghe contrarie ad ogni riforma della magistratura, quelle che più d’un anno fa s’erano agitate contro il referendum sulla giustizia. Sarebbe retorico elencare i tanti fenomeni degenerativi nei rapporti tra potere e popolo, che si sono instaurati da quando è venuta meno la mediazione autorevole dei partiti politici: la gente ha votato Meloni perché torni la mediazione, perché un corpo intermedio freni gli appetiti del potere.
Caro Presidente del Consiglio, non tema che dispiacendo ai poteri internazionali potrebbe arrivare in Italia la Troika europea. Sono anni che ci ripetono che più soggetti (politici, banchieri e militari) potrebbero ricevere delega dai creditori istituzionali a sottrarre beni (patrimoni e risparmi) agli italiani, e sino al pareggio di ogni debito. Minacciano d’inserire nella razzia patrimoni privati importanti insieme a quelli pubblici, e che alla fine ci sarebbe una mediazione. Insomma un “trattamento alla greca” se non obbediamo, se non ci vacciniamo, se non ci facciamo spiare, se non viviamo da tapini, se non accettiamo un percorso di “povertà sostenibile”…
L’Unione Europea ha da poco assoldato 15mila mercenari ucraini (fonte Ansa), pare verranno usati anche per sedare rivolte in ambito europeo, o per ridurre a miti consigli chi non ubbidisce ai poteri vari. Ora trova compiuta applicazione la “Terza Convenzione di Ginevra” del 1949: ovvero l’uso di fornitori di difesa privati (CPM) che giurano fedeltà al potere piuttosto che alla nazione per far rispettare gli impegni economici internazionali (capita da sempre in Africa ed in America Latina).
Sogniamo in tanti un premier disubbidiente, che riorganizzi la Patria, che dissenta da Ursula Von der Leyen, che non tema il partito dei giudici, che non viva nel reverenziale rispetto dei poteri finanziari e multinazionali. La gente si augura che Giorgia Meloni dica qualcosa sulla sentenza della Consulta, perché è grave quest’invasione del campo politico.