DUBBI SU ALESSIA PIPERNO E MAHASA AMINI E SUI DISORDINI IN RUSSIA. DUBBI SUL NOBEL PER LA PACE
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari)
Per necessità di sintesi è opportuno esaminare per sommi capi tre casi di disordini sociali: cucinati e bombardati a dovere dagli scienziati della sovversione socioeconomica
Alessia Piperno, chi è costei? Appare dal nulla all’improvviso, e proprio adesso.Veniamo a sapere che gira in Iran da mesi, e senza essere mai stata bloccata. Che strano. Guardiamo il suo profilo nei social: è perfetto, patinato. Nessuna sbavatura, nessun filmatino girato al contrario o male. Ogni immagine è lucidata, assoluta, inequivocabile. I contenuti scorrono, sono senza contraddizioni. Le notizie sono diligenti, soprattutto didascaliche, perché devono far passare il “giusto messaggio” della ragazza di buona famiglia felice, sensibile, ecologica, globalista, genderista, antirazziale, ecc. ecc. ecc.
Mahsa Amini uccisa – dicono – dalla polizia iraniana: perché accade adesso? Non ci sono spiegazioni. Si lavora a colpi di messaggi emotivi. Informazione zero! Tutto lascia pensare alle impressionanti somiglianze con la oscura operazione dell’uccisione dell’ambasciatore Attanasio troppo presto messa a tacere: perché?
I misteri si infittiscono e si concentrano, e in un breve tempo. Per la ragazza iraniana, al contrario, i filmatini sono farraginosi, come a far vedere che sono stati girati con difficoltà e clandestinamente! Viene diffusa con tempismo da manuale la notizia che è stata uccisa. Non sono diffusi comunicati. Né i dettagli né la notizia sono contestualizzati. Anche in questo caso, vengono diffusi spezzoni lanciati con finta fretta. Lo schema della “rivoluzione colorata” si ripete.
Disordini di piazza in Russia: anche in questo caso, sono continuamente diffusi da qualche settimana brevi filmati, ci sono interviste frettolose a “cittadini” per strada, tutti indignati contro l’orco russo e mai una intervista a persone favorevoli. Queste notizie accompagnano le sanzioni sempre più numerose contro un Paese che non vuole nel proprio territorio emissari dei Rothschild, basi militari Usa, strutture finanziarie angloamericane e laboratori dei colossi farmaceutici angloamericani che producono pericolosissimi virus “chimera”.
Perché questi casi esplodono a breve distanza di tempo tra loro, attivando la batteria di fuoco democratica globalista? Il motivo vero? I milioni di barili di petrolio nel territorio iraniano che gli Usa non vogliono siano venduti alla Russia ed alla Cina. C’è sempre una questione di bottega!
Le donne iraniane perseguitate sono una copertura buonista dell’operazione. Perché nessuno ha parlato della condizione femminile iraniana prima di adesso? La situazione femminile denunciata esiste da decenni, ma prima non interessava nessuno: ora esplode perché è utilizzata come foglia di fico buonista globalista per le operazioni sporche angloamericane nella regione.
Con queste premesse, la lettura dei disordini in Iran riprendono fedelmente gli schemi delle “rivoluzioni colorate”, realizzate nei Paesi del Maghreb come in altre parti del pianeta.
La situazione iraniana e quella russa sono volutamente ed abilmente ingigantite dalle strutture di disinformazione occidentali, che utilizzano filmati fuori contesto (accusa spesso usata dal canale Facebook per massacrare i propri iscritti che osano sgarrare dalle regole politicamente corrette, e che ora tace sulla produzione di quelli in distribuzione al suo interno).
Nessuno vieta di sospettare che molti, o quasi tutti questi filmati, siano girati e montati negli studios della titanica industria Usa, come insegna il famoso caso narrato da Kubrick.
Adesso abbiamo il lancio della “ciocca tagliata” sui media di tutto il mondo. Slogan perfetto. Entra bene nel cervello, fa spettacolo. Va in scena l’ennesima operazione “Psyop” realizzata con il patrocinio del “B’nai B’rith”, dell’istituto Tavistock, delle università e dei centri di ricerca privati finanziati da governi, Sis, Cia, Nato, Nsa, Pentagono, Dipartimento di Stato?
Infine, girano vari nomi come candidati al Nobel per la pace. Sono nomi di dissidenti russi, di ucraini, di donne perseguitate. Lo schema “colorato” si ripete ancora una volta. Anche il prestigio di questo premio, nato in Europa con nobili intenti, è da anni offuscato, diventando anch’esso arma di propaganda manovrata dagli angloamericani.
Applichiamo il dubbio eterno, critichiamo, analizziamo. Non beviamoci tutto come i cammelli. Si tratta di esercitare il diritto al sospetto che viene spacciato per complottismo dai “padroni del discorso”. Utilizziamo gli strumenti di analisi comportamentale e della semiologia, soprattutto se le notizie sono lanciate con una fretta ossessiva, ad intermittenza, incrociate con altre allarmistiche sull’economia che crolla, sull’energia che diminuisce, sull’atomica dei russi trinariciuti che uccidono civili innocenti mentre nessuno viene ucciso e massacrato dagli ucraini: mistero… Ricordiamoci sempre che nulla accade per caso.
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