IL NON VOTO ALIMENTATO DA SCARSA GIUSTIZIA, ECONOMIA PIRATESCA, GUERRA E SCARSA UMANITÀ

di Enrico Corti (esperto di storia del sindacato)

Tra i cinquemila canditati, che si presentano alle elezioni politiche nazionali del prossimo 25 Settembre 2022, quelli già condannati dalla magistratura, imputati o indagati, sono complessivamente più di cento. Uno ogni cinquanta.
Gli eletti tra questi dovrebbero contribuire a rappresentare 59,5 milioni di italiani: uno sfregio alla dignità dei semplici ed onesti cittadini.
Tra i “campioni” che scendono in campo per la conquista del posto “in prima fila” nella nuova orchestra dei pifferai frequentatori di banchi di tribunale spiccano tra i tanti (in ordine alfabetico) Appendino Chiara (condannata per disastro pubblico), Berlusconi Silvio (cavaliere decaduto e imputato per il Ruby ter), Boschi Maria Elena (imputata per associazione illecita), Brambilla Vittoria Michela (condannata per fallimento), D’ALFONSO LUCIANO (imputato per falso ideologico), De Luca Piero (imputato per bancarotta), Lotito Claudio (condannato per calciopoli), Micciché Gianfranco (indagato per finanziamento illecito), Puzzer Stefano (indagato per disordini pubblici, ma sospettato d’essersi messo d’accordo con Digos e servizi), Renzi Matteo ( imputato per finanziamento illecito), Rossi Enrico (imputato per falso ideologico), Rossi Maria Sara (imputata per falsa testimonianza), Salvini Matteo (imputato per frode fiscale); Santanché Daniela (indagata per fraudolenza), Tremonti Giulio (condannato per abusivismo).
Ovviamente non è giusto fare di ogni erba un fascio, in quanto i casi sono diversi tra loro. Ciò che li accomuna è il sostenere che la giustizia in Italia è tale solo dopo i tre gradi di giudizio: rimuovendo così il concetto che la giustizia deve innanzitutto essere un valore etico-morale-sociale. Da qui i troppi casi di errori giudiziari nel nostro paese, anche per i rilevanti poteri “occulti” di alcuni potenti avvocati dei ricchi comizianti: è di fatto una giustizia di classe. Perché non ci si chiede “come mai nella squadra dei protagonisti che recitano nei tribunali non ci sono mai un lavoratore ed il suo anonimo avvocato”? Forse che la malagiustizia sulla povera gente vada nascosta come polvere sotto il tappeto del Palazzo?
Caso vuole che la gran parte dei personaggi succitati sono idealmente alleati con economisti, finanzieri, imprenditori multinazionali, militaristi, rappresentanti istituzionali e politici (dovremmo aggiungere asserviti), tutti a soffiare sul fuoco delle conflittualità come ovvia conseguenza della dottrina imperniata sulla competitività estrema. Fanno a gara nell’incitare allo’dio sciovinista con la super dotazione di armamenti ai fronti di guerra. Le spese italiane militari a carico del contribuente nel 2022 sono aumentate di un miliardo e 200 milioni, raggiungendo quota 18 miliardi.
Quali esperti di guerra, i rappresentanti del club europeo di cui sopra hanno detto: il Generale Vincenzo Camporini (ex Capo di Stato Maggiore della Difesa ora candidato alle elezioni per la lista Azione di Calenda) “la guerra dell’Ucraina serve per la difesa dell’Europa”; Ursula Von de Leyen “la guerra dell’Ucraina è necessaria per difendere la nostra economia”; Mario Draghi “siamo al fianco dell’Ucraina”; Volodymyr Zelensky ha trionfalmente annunciato che “anche per merito delle armi inviate dall’Italia, ieri sono stati felicemente uccisi altri 50 russi”; Zelensky ha ordinando ai militari di interrogare, persona per persona, i cittadini di etnia russa per sapere da che parte stanno: questo è un esempio di pulizia etnica nazista.
Ben ci sta! Gli amanti della pace devono prendere coscienza che gli extra patriottismi incuranti dei sciovinistici interessi economici nazionali sono delle bestialità: la vita umana ha sempre meno importanza, innanzitutto per i poveracci e in qualsiasi parte del mondo vivano.