RIQUALIFICARE IL DEBITO CON UN NUOVO PIANO DI PAGAMENTI
di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari)
L’attuale sequenza di crisi economiche (soprattutto finanziarie) sta creando effetti disastrosi sul reddito delle famiglie: queste ultime indotte nei tempi belli a contrarre debiti nella certezza di un futuro stabile e sempre migliore. Aspettative ormai da tempo eliminate. Oggi predomina l’incertezza e la paura d’un futuro senza prospettive. Espulsioni e disoccupazione di massa, nei comparti produttivi di beni e di servizi, hanno il sempre più vistoso effetto di creare una enorme massa di debiti non pagati (e non pagabili). Tali crediti, diventati di colpo inesigibili, non devono essere dispersi. Sono venduti infatti ad apposite società di recupero crediti (cfr:https://www.laleggepertutti.it/106211_societa-di-recupero-crediti-come-operano-e-funzionano). Sono una massa numerica garantita da fideiussioni o da ipoteche, quindi si tratta di un flusso immenso che suscita interesse. Anche questo flusso segue un “percorso controllato”. Nei consigli d’amministrazione di queste aziende sono nominati individui (prestanomi) di estrazione bancaria, e così il cerchio si chiude. Come al solito, gli organismi direttivi della elefantiaca e costosissima Unione Europea sono totalmente impreparati in materia. Non sono capaci o, peggio, cresce il sospetto che non abbiano interesse a salvare una massa crescente di indebitati morosi. Le istituzioni bancarie e finanziarie possono escutere le garanzie acquisite per svendere i beni a garanzia a delle società controllate (anche queste) da persone pilotate e nominate dalla cerchia bancaria e/o finanziaria. Si assiste inermi ad un titanico trasferimento di beni, comprati a caro prezzo, al settore privato controllato da un ristretto gruppo di miliardari e di fondi speculativi: organismi sovranazionali che operano con strategie che vanno in conflitto con le tutele giuridiche dei Paesi membri e/o perfino con le normative dell’Unione Europea che non ha alcuna intenzione di reagire. La UE non riesce a regolare e sterilizzare gli effetti negativi, diventando sempre più una struttura di controllo e di repressione delle nazioni non perfettamente allineate ai loro comandi. Recente è il caso dell’Ungheria: trattata col metodo del colpirne uno per educarne cento. Ecco cosa avviene la privatizzazione del mondo. A livello nazionale, si dovrebbe percorrere la strada della rinegoziazione del debito residuo, con una ripartenza dei pagamenti con rate più basse ed un tasso di prestiti inferiore, per evitare la fucilata della revocatoria fallimentare. Tale opzione potrebbe essere una alternativa al pagamento parziale delle rate, comunque segnalato nei registri della C.R.I.F. (Centrale Rischi Finanziaria voluta dall’Unione Europea). La segnalazione della difficoltà deriverebbe dal confronto tra l’importo nominale residuo e la somma ancora da pagare che risulta di importo superiore.
Ritengo che la rinegoziazione del debito sia una scelta di rapida realizzazione, grazie ad un protocollo di intesa fra il ministero competente, banche, società finanziarie e associazioni di consumatori e organizzazioni sindacali. Si tratta di una concertazione condivisa, che tuttavia potrebbe incontrare l’aperta ostilità dei pretoriani comunitari fedeli alle gelide e macchinose regolamentazioni autoreferenziali, con cui cercano di giustificare la propria spietata indifferenza.
La rinegoziazione potrebbe iscriversi nella logica della surrogazione del debito precedentemente già disegnata per la trasferibilità dei mutui, con l’accorgimento tecnico della contestuale annotazione del passaggio sull’ipoteca o sulla fideiussione collegati. Sarebbe un provvedimento che è in coordinazione con lo spirito della normativa detta antisuicidio, più propriamente Legge 3 del 2012 sul sovraindebitamento aggiornata al 2022 (cfr https://pianodebiti.it/legge-3-2012-le-10-cose-da-sapere/) e con il Codice del consumo (cfr: https://www.mise.gov.it/index.php/it/mercato-e-consumatori/tutela-del-consumatore/codice-del-consumo), con la attuale normativa GDPR (cfr: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9042678). Alla base di tutto quello che abbiamo appena analizzato, resta la volontà reale delle parti sociali per cercare un accordo condiviso. Il procedimento potrebbe essere quello già sperimentato per la surroga, cioè mediante uno scambio di corrispondenza fra la banca o finanziaria creditrice ed il debitore in difficoltà. Il successo di questa opzione taglierebbe le gambe alla speculazione ignobile, fondata sulla connivenza operativa di strutture finanziarie e di recupero crediti che attualmente prosperano sul collasso economico ed umano dei cittadini caduti in disgrazia. Sarebbe inoltre bloccato anche l’indegno meccanismo delle aste gestite sempre dai soliti cugini della nuora della sorella della nuora dei dirigenti delle società bancarie e finanziarie. Nihil difficile volenti