DA SINDACALISTA CHIEDO SI GIOCHI A CARTE SCOPERTE E NON CONTRO IL POPOLO
di Enrico Corti
Dalla stampa si viene a sapere (e senza successive sementite istituzionali) che, nel mese di agosto c. a., il Presidente Sergio Mattarella si è segretamente riunito con Giorgia Meloni per discutere di politica: indiretta conferma dell’incontro segreto avviene attraverso le dichiarazioni di Guido Crosetto, deputato e cofondatore Fratelli d’Italia, che affermava anche (dopo un crescendo conflittuale e provocatorio con acme l’assalto alla sede nazionale CGIL del 10 ottobre 2021) “si deve andare alle elezioni del 25 settembre in un pacifico clima unitario”. Secondo il Giudice Scarpinato “questa tattica è figlia delle trame nere”: riferendosi al periodo in cui i servizi segreti ordivano e praticavano la “strategia delle tensione”.
La destra da per scontata la vittoria elettorale in alleanza con Berlusconi e Salvini, programmano il futuro Governo approntando una trappola per le allodole e cercando di coinvolgere il Presidente della Repubblica, il quale si starebbe prestando al giuoco (ma del progetto tutti noi sappiamo poco).
La vicenda pone seri interrogativi, e in rapporto all’immagine onesta e pacifica del Presidente costruita in tanto tempo dai media per tacitare qualunque sussurro dei cittadini italiani: un Presidente della Repubblica può sicuramente incontrare il capo della forza più rappresentativa dell’opposizione governativa, ma quando accettasse di farlo segretamente porrebbe seri interrogativi.
Coscientemente o meno, la vicenda conferma la perenna natura del Dna degli ex democristiani, strutturalmente propensi all’inciucio per il raggiungimento di ciò che chiamano “il meno peggio a difesa della democrazia occidentale”.
Anche se con modalità diverse in quanto i tempi sono cambiati, è pur vero che lo stesso Papa Francesco ha sentito il bisogno d’avvertirci che siamo probabilmente alla vigilia della terza guerra mondiale: il conflitto in Ucraina è seguito da istituzioni e media non con apprensione per la pace, ma per evidente ed eccitante tifoseria di parte e “guerriera”.
Secondo molti opinionisti Mattarella non vorrebbe accostare la marcia verso il potere della Meloni a quella di Benito Mussolini del 24 ottobre 1922: l’allora presidente del Consiglio Luigi Facta chiese a Re Vittorio Emanuele III° di dichiarare lo stato d’assedio per fermare il fascismo, ma il Re pavido non lo fece. Solo sette giorni dopo, Il 31 ottobre Mussolini veniva nominato Capo del Governo e lo rimaneva per ventuno anni sino al 25 luglio 1943: nel 1940 il Re d’Italia (capo dello Stato) firmava la dichiarazione di guerra poi annunciata al popolo da Benito Mussolini, venendo così meno alla dichiarazione di “non belligeranza” del 1939, e questo causava le rovinose vicende patite dall’Italia, resa suo malgrado cooprotagonista in una guerra mondiale che costava la vita a settantaquattro milioni di persone nell’intero pianeta. Anche le leggi raziali sono state un decreto del Re (regio decreto n°1390 del 5 settembre 1938) approvate dal fascismo.
I saggi del conformismo ci diranno che i tempi sono cambiati, che la storia difficilmente si ripete. Sicuramente Mattarella non farà con la Meloni quel che ha fatto Vittorio Emmanuele III° con Mussolini. Alla Meloni si spera non vengano chieste dal “potere” misure contro il popolo. Per questo Mattarella sostanzi compiutamente il proprio ruolo, dimenticando la filosofia ex democristiana per poter rappresentare tutti i cittadini italiani.