LE SANZIONI COLLASSANO L’EUROPA E L’ITALIA GIA’ SENZA SCORTE
di Manlio Lo Presti (scrittore ed esperto si sistemi finanziari)
Nel 1973 l’onorevole Mariano Rumor, potente console della Democrazia Cristiana, rilascia un messaggio televisivo dove consiglia di usare una lampada invece di due, dove esorta a camminare di più, dove afferma che è finita l’epoca delle risorse a basso costo. Video su https://www.youtube.com/watch?v=jlK6DaNwPh8 . Il tono era drammatico, reso più cupo dallo schermo in bianco e nero che ricordava la guerra fredda in atto. Il tempo passa, i consumi vengono rianimati e pompati, perché la macchina dei profitti non deve avere battute d’arresto. I consumi decollano e lo Stato italiano ha un debito pubblico molto basso con 25.780 miliardi pari al 50,6% del PIL, sebbene in crescita nel corso del tempo (cfr la interessante tabella riportata su: https://www.irpef.info/chi-ha-creato-il-debito-pubblico ).
Si avvicendano molti eventi politici ed economici dopo quell’anno ecologico delle passeggiate a piedi: attentati terroristici, governi che cadono a ripetizione, economia che s’appoggia totalmente ai finanziamenti bancari e non azionari, essendo costituita da aziende familiari chiuse che preferiscono il debito bancario piuttosto che l’ingresso di nuovi azionisti. L’Italietta si barcamena. Galleggia come un guscio di noce tra i marosi delle instabilità politiche mondiali. Non affonda e, anzi, crea prodotti di lusso: nuova meccanica automobilistica, eccelle nel cibo, nella ristorazione, nelle ricerche elettroniche di sono vittime l’esperto in guerra elettronica Davide Cervia e lo scienziato Pontecorvo, per non parlare dell’oscura vicenda del prof. Felice Ippolito, dell’assassinio di Enrico Mattei, di Adriano Olivetti e altri, anzi troppi. Tra una mareggiata congiunturale e l’altra, nell’anno 2009 l’Europa, tramite l’Agenzia internazionale dell’Energia (A.I.E), obbliga i Paesi membri a detenere una scorta di petrolio (https://eurlex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32009L0119&from=ENI ) nei rispettivi territori nella misura determinata da una combinazione di parametri (popolazione, produzione, domanda energetica, ecc.). La quantità deve essere pubblicata ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale, come riportato nella sequenza storica degli anni 2018-2020 (ANNO 2018: https://dgsaie.mise.gov.it/pub/scorte/DM_22_febbraio_2018.pdf ; ANNO 2019: https://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/Decreto-scorte-petrolifere-27-febbario-2019.pdf ; ANNO 2020: https://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/DM-scorte-petrolifere-anno-scorta-2020.pdf ; ANNO 2021: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/03/26/21A01700/sg ).
Nell’anno 2022, le autorità europee prendono decisioni differenti autorizzando una riduzione della quantità di scorte da detenere in magazzino, come riportato qui: https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/68/politica-energetica-principi generali#:~:text=Il%2014%20luglio%202021%20la,di%20carbonio%20entro%20il%202050. La decisione proviene dalla considerazione che deve essere mantenuto il livello di consumo energetico anche in presenza del conflitto russo ucraino: ANNO 2022: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/05/04/22A02736/sg con Autorizzazione IEA 15 03 2022 alla riduzione degli obblighi di scorta. (22A02736) (GU Serie Generale n.103 del 04-05-2022).
Le Autorità italiane ed europee decidono di prendere la strada più breve. Senza dirlo a nessuno vengono intaccate le scorte, per evitare la scarsità e sperando in una soluzione rapida del conflitto con il crollo dell’economia russa, e sotto una sequenza infernale di sanzioni americane. Il collasso auspicato russo non è accaduto e l’Europa si trova ad avere scorte ridotte e la fonte russa quasi chiusa. I grandi economisti e i politici dei 29 Paesi europei si svegliano tardi. Da circa un mese corrono ai quattro lati del mondo per cercare di fare accordi di fornitura con nuovi Paesi produttori di petrolio e di gas. Tale ricerca doveva partire già da marzo 2022, se solo avessero dato il giusto peso alle informazioni giornaliere dei servizi segreti che, storicamente, sono ignorati deliberatamente da tutti i capi di governo.
Si tratta di una inerzia che non ha una logica apparente. Il vecchio continente è stato lasciato scoperto deliberatamente? Per ordine di chi? Facile scoprirlo prendendo nota che, attualmente, i profitti colossali provengono dalla vendita di petrolio e gas degli USA. Sempre gli USA sono gli artefici della demolizione controllata dell’Europa perché, nell’ipotesi di una invasione, la Russia raccoglierebbe un mucchio di macerie. Inoltre, un’Europa distrutta economicamente sarebbe costretta a ricorrere ad nuovo colossale Piano Marshall 2.0, e con le condizioni peggiori applicate per vendetta dagli americano contro una Unione che ha osato ribellarsi ai suo ordini, e cercando di trovare accordi con la più vicina Russia ad un prezzo inferiore.
Insomma, l’Unione Europea pensava di farla franca puntando sul “future” del collasso russo a breve. Ha nascosto la decisione di ridurre l’entità degli accantonamenti petroliferi ed energetici, lasciando il sistema senza via d’uscita se non quella di comprare il petrolio americano ad un prezzo superiore quattro volte, senza avere la certezza di nuove fonti di approvvigionamento, in gran parte in corso di trattative. Il green con le treccine non basta e si pensa al ritorno di nucleare e carbone.
Questi sono i grandi risultati di un costosissimo carrozzone quale è l’Unione Europea: un gigante arrogante che ha partorito un topolino, che non ha minimamente consultato i Paesi membri, che non ha progetti né di breve né di medio e lungo termine. Una struttura antidemocratica lontana dalle popolazioni del vecchio continente, verso la quale nutre sentimenti di ostilità e perfino di odio sprezzante.
Nessun centro d’informazione nazionale ed europeo ha fatto notare questa virata autorizzata, che espone tutti ad una fragilità suicida e che gli americani hanno realizzato con successo.
Nessuna centrale informativa, salvo qualche sporadica eccezione, sta dicendo che la speculazione è ingiustificata per la disponibilità di scorte accumulate in precedenza rispetto al conflitto in corso. Nessuno comunica che il gas russo rappresenta il 34% del totale mondiale. Nessuno fa sapere che il grano russo è pari al 30% del totale mondiale. Quindi, i destini dell’Europa potrebbero essere ben altri se i vertici avessero lavorato con lungimiranza negli anni passati. Adesso coprono la loro incapacità o cinica inerzia incolpando la Russia e l’universo mondo, e caricando il peso della scarsità creando la nuova espressione “sobrietà energetica” per giustificare il crescente morso del pauperismo come moralmente giusto, sostenibile, condivisibile, umano, inclusivo, con le treccine, ecc. ecc. ecc.
Nessuno sarà arrestato con le manette ai polsi per questa omissione di atti d’ufficio e per il mancato (voluto anche questo?) controllo sulla speculazione selvaggia dei prezzi delle fonti energetiche, avendo a disposizione ingenti riserve che rendono totalmente ingiustificati rialzi repentini dei prezzi con ricavi confluiti nelle solite multinazionali americane che detengono anche il 70% di ENI, oramai italiana in apparenza. “Ha stato Putin, a prescindere!”