POVERA ROMA E POVERA ITALIA BARACCHE E TENDE S’ALLUNGANO SULLE ELEZIONI DELLA GENTE BENE

Cosa troveranno i romani (e gli italiani) al ritorno dalle ferie? Soprattutto cosa hanno lasciato nelle città che lieviterà come metastasi sociale? Alla politica non sembra interessati rispondere a queste domande, ormai l’Onu l’ha sollevata dall’occuparsi dell’emergenza povertà. Quest’ultima, è stato detto ai partiti, non è più faccenda dei singoli stati bensì dei tecnici dell’Agenda Onu 2030. Quindi anche se l’indigenza dovesse toccare vette inusitate, colpendo gran parte della popolazione, il consiglio che viene dato a chi si dice politico è “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Come per dire che chi è entrato in percorsi irreversibili di povertà non è più da considerare componente economica della società. Maestro e faro in questo comportamento è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che da buon sociologo ed addetto ai lavori sa che nulla va fatto per i poveri, per il disagio e nemmeno per rendere Roma una città priva di degrado e rifiuti. Ed alle segnalazioni, od a cospetto d’immagini forti, il buon Gualtieri reagisce da bon vivant: un grande sorriso, uno sguardo di sorpresa e nemmeno una parola, poi si fila via dal problema. Le statistiche dell’Istat sulla povertà dimostrano che i maggiori consumi non compensano l’inflazione. Soprattutto aumenta la povertà assoluta. Nel 2021 erano in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale) circa 5,6 milioni di individui (9,4%). Nel 2022 la povertà assoluta ed irreversibile sale a più di 6milioni d’italiani censiti.
Pertanto la povertà assoluta si conferma ai massimi storici rispetto a quelli toccati nel 2020: anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19.
Anche la povertà relativa sale all’11,1% (dal 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni nel 2021 (2,6 milioni nel 2020), e nel 2022 si superano i 3milioni. Tre più sei fanno ben nove milioni di poveri, che certamente non potranno più sortire dalla povertà per motivi bancari, tributari, giudiziari, reddituali, amministrativi, fiscali, lavorativi… Ma la politica è stata rassicurata di non occuparsene (nemmeno sotto elezioni parlarne, seguendo l’esempio del sindaco Gualtieri) perché sarà l’Onu a fare la propria parte con un futuro programma di “povertà sostenibile”. Soprattutto gli indigenti sono raccomandati di nascondersi, d’evitare di recare fastidio alla bella immagine digitale della società. Va tutto bene, e chi indica i poveri evidentemente non guarda alla Luna, grande protettrice del nostro tempo infausto. Intanto le tendopoli nei siti classici ci ricordano i bei tempi d’una Roma che scivolava verso l’Evo medio: ed una signora benpensante commenta “guarda che tende…dovevano essere così gli accampamenti nei tempi vandalici”. Le baracche di fortuna avanzano, e Roma è tornata alla percentuale di senza tetto dell’ultimo dopoguerra.