Raffica di ricorsi dopo il caos voli: i diritti dei passeggeri e i costi per le compagnie

La mancanza del personale e gli scioperi hanno portato il caos negli aeroporti con voli cancellati fino a settembre, ritardi, smarrimenti dei bagagli e richieste di indennizzi. La compagnie aeree rischiano quindi di trovarsi a pagare un conto salato in quella che doveva essere la stagione del rilancio post Covid, si legge su SkyTg24.

Oltre ai mancati introiti, i vettori dovranno fare i conti con gli indennizzi e la raffica di cause e di ricorsi per i danni ulteriori arrecati ai passeggeri. Secondo alcune stime, il conto per i vettori della stagione estiva potrebbe aggirarsi tra i 4 e i 5 miliardi. In base ai calcoli del Sole 24 Ore, la posta in gioco è di circa 5 miliardi di mancati introiti delle compagnie aeree per la cancellazione dei voli fino a settembre e oltre 2 miliardi per gli indennizzi ai passeggeri.

Intanto,  le associazioni dei consumatori si stanno già mobilitando. In favore degli utenti danneggiati dallo sciopero del settore aereo il Codacons ha attivato una piattaforma volta ad aiutare i cittadini nella gestione delle pratiche di rimborso e risarcimento. Il presidente, Carlo Rienzi, ha ricordato che «chi non riuscirà a raggiungere le mete di villeggiatura a causa dello sciopero ha diritto a chiedere ad agenzie di viaggio, tour operator e strutture ricettive il rimborso integrale di quanto pagato per i servizi non goduti, sulla base del principio della ‘causa di forza maggiore’ e delle norme del codice civile, e potrà agire contro le compagnie aeree chiedendo anche il danno morale da ‘vacanza rovinata’ fino a 5mila euro a viaggiatore».

Anche nel corso di uno sciopero, secondo il Codacons, i vettori aerei sono tenuti a garantire al passeggero: bevande e pasti durante tutto il periodo di attesa; sistemazione in albergo, qualora la cancellazione del volo faccia sorgere la necessità di uno o più pernottamenti; trasferimenti da e per l’aeroporto all’occorrenza a mezzo taxi o autobus; chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail. Se la cancellazione del volo non è stata comunicata con almeno due settimane di preavviso, il passeggero ha inoltre diritto a una compensazione pecuniaria pari a: 250 euro per tutte le tratte aeree inferiori o pari a 1500 km; 400 euro per i voli intracomunitari che superino i 1500 km e per tutte le altre tratte comprese tra 1500 e 3500 km; 600 euro per le tratte aeree superiori ai 3.500 Km al di fuori dell’Unione Europea, scrive SkyTg24.

In base ai calcoli della Iata i dipendenti dei vettori in tutto il mondo sono scesi da 2,93 a 2,48 milioni tra il 2019 e il 2021 e quest’anno il dato dovrebbe risalire fermandosi a 2,7 milioni, quindi 230mila in meno rispetto al pre Covid. Da un rapporto di Cirium, società di analisi del settore aereo, emerge che le compagnie aeree europee hanno già annunciato la cancellazione di circa 15.788 ad agosto, pari al 2% dei piani di volo e al 60% delle operazioni a livello mondiale, proprio a causa della mancanza di personale e degli appelli a scioperare su più fronti.

Sono 25.378 i voli cancellati in tutto il mondo. A sopprimere il maggior numero di voli a destinazione europea è Turkish Airlines – in tutto 4.408 – di cui la metà tra il vecchio continente e Istanbul e un quarto verso la Russia. A seguire British Airways con 3.600 cancellazioni, EasyJet con 2.045, Lufthansa con 1.888 e Wizz Air con 1.256. Nel resto del mondo i disservizi arriveranno dalla compagnia brasiliana Azul, che ha ritirato 2.133 voli, da quella della Corea del Sud Korean Air con 2.033 voli e dall’indiana IndiGo con 2.030 voli.
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