Scandaloso! Umiliano gli anziani: pannoloni contro il contagio Covid

Di Maurizio Belpietro, La Verità – In alcuni ospedali di Roma, con i reparti speciali chiusi per carenza di personale, gli infetti sono stati messi in corsia con i negativi. A questi ultimi, però, è stato imposto di non andare in bagno e di usare invece le mutande contenitive. E Roberto Speranza non fa un fiato.

Altro che mascherine, per battere il Covid ora servono pannoloni. Urge dunque richiamare in servizio l’ex supercommissario all’emergenza pandemica di Giuseppe Conte, il mitico Domenico Arcuri, al quale affidare il compito di fare scorte miliardarie di mutande contenitive.

Del resto l’uomo è appena stato sollevato dall’incarico di Invitalia e ha tempo per occuparsi di nuove forniture, ovviamente a trattativa diretta. Vi state chiedendo che cosa c’entrino gli assorbenti usati per gli anziani non più autosufficienti con il coronavirus? Beh, è la stessa domanda che mi sono posto io leggendo su Repubblica la notizia che uno dei più importanti ospedali della Capitale ha deciso di far indossare ai pazienti lo speciale indumento che si usa con chi non è in grado di controllare le proprie necessità fisiologiche.

Secondo quanto riferisce il giornale romano la direzione sanitaria avrebbe adottato il provvedimento per impedire il contagio. In altre parole, la straordinaria misura preventiva consisterebbe nell’impedire ai degenti di andare in bagno, costringendoli a fare i propri bisogni nel letto. Sì, lo so che l’argomento non è dei più piacevoli, perché si parla di evacuazioni, però purtroppo la disposizione del nosocomio non lascia spazio a giri di parole. Siccome i reparti Covid sono chiusi, non si sa se per ferie o per carenza di personale ma è possibile che le cause siano ambedue, nei reparti del San Giovanni si è deciso di mettere positivi e negativi insieme, nelle stesse corsie. Però poi si è posto il problema di evitare che le persone con il coronavirus contagino le altre e dunque, al fine di evitare contatti, magari in bagno, ecco escogitata la soluzione. Tutti dovranno restare a letto, anche quando scappa, per evitare di incrociare in corridoio o alla toilette un paziente infetto.

Non avevamo mai pensato che la soluzione più semplice fosse quella di vietare il bagno. Perché comprare i banchi a rotelle per tener distanti i ragazzi a scuola: era sufficiente metter loro un pannolino per impedire che si recassero alla toilette e il gioco era fatto. Questo vale anche per medici e infermieri. Invece di farla tanto lunga, con controlli, distanziamento e altro, è sufficiente dichiarare la moratoria del wc, imponendo il pannolone a tutti.

Certo, io scherzo, ma immagino l’umiliazione dei degenti cui l’altra sera all’ospedale romano è stato comunicato che non potevano recarsi ai servizi nonostante fossero autosufficienti e potessero tranquillamente alzarsi dal letto. Costretti a indossare una mutanda contenitiva sebbene non siano incontinenti. Credo che nemmeno nella sanità del Terzo mondo si sia giunti a tanto e invece questo è il nosocomio della Capitale di un Paese che si ritiene civile. Dopo i pazienti lasciati in corridoio per ore, dopo i ricoverati abbandonati in compagnia delle formiche, il pannolone anti Covid mi mancava.

In un Paese normale, al limite della decenza, il ministro della Sanità, se esistesse, avrebbe già ordinato un’ispezione e preso provvedimenti, ma il nostro non è un Paese normale e infatti non ha un ministro che sia fatto sentire. Roberto Speranza ha già dato ampie dimostrazioni della propria incapacità durante la pandemia e l’indifferenza di fronte a ciò che è successo al San Giovanni si aggiunge alla lista. Non resta che attendere che liberi in fretta la poltrona. Purtroppo, non avendo la dignità di lasciarla, toccherà agli italiani alle prossime elezioni fargliela mollare.

Ps. Qualche giorno fa ho commentato la maldestra smentita dell’Istituto superiore di sanità alla notizia che il vaccino anti Covid se inoculato nella fascia di età fra i 5 e gli 11 anni non garantisce una efficace protezione dal contagio. Il nostro articolo aveva trovato spunto dai dati dello stesso Iss, ma pur di negare ciò che era evidente gli esperti dell’ente hanno diffuso una nota per autosmentirsi, dicendo che le rilevazioni non erano da ritenersi «incontrovertibili». Come dire che le percentuali messe in fila dall’ente non sono attendibili e dunque non c’è da fidarsi. Ora però su Lancet, ovvero una delle riviste più autorevoli del mondo scientifico, è stato pubblicato uno studio che rende risibili le osservazioni dell’Istituto e a elaborarlo sono stati il ministero della Salute e lo stesso Iss. Infatti, numeri alla mano, grazie alla ricerca condotta su tre milioni di bambini, si è scoperto che il vaccino protegge dall’infezione tre ragazzi su dieci e solo quattro dalla malattia grave. In pratica, su Lancet è confermato ciò che avevamo scritto. Conclusione: forse la corsa a inoculare i minorenni per ottenere una copertura così bassa non era né urgente né necessaria. E forse anche le certezze dell’Iss non sono così certe.
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