Nettuno, arriva il questionario disabili choc: «Quanto ti vergogni di lui?»
A Nettuno l’amministrazione comunale ha pensato bene di mandare ai cittadini un «questionario disabili». «Quanto ti vergogni del tuo parente disabile?», si legge tra le domande. Inutile dire che subito dopo la bufera che ne è derivata, il Comune ha fatto marcia indietro. Ma il danno ormai era troppo grosso da essere dimenticato (e perdonato) in poco tempo. Sui social e sul web in generale la polemica infuria ancora.
Nettuno, arriva il questionario disabili
Il questionario disabili somministrato dal comune di Nettuno – un paese di circa 47mila abitanti situato della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio – sarebbe dovuto essere, in origine, un’iniziativa di sostegno alle famiglie con componenti disabili. Ma, grazie alla clamorosa gaffe dell’amministrazione, ha prodotto una bufera mediatica su scala nazionale.
Le domande erano dirette ai caregiver, cioè i familiari che occupano un ruolo informale di cura, supporto e di vicinanza e che sono partecipi dell’esperienza di malattia del malato. A queste domande si poteva rispondere con punteggio «da zero a quattro». Ma quali sono appunto queste domande? Eccole: «Mi sento in imbarazzo a causa del comportamento del mio familiare?». E ancora: «Mi vergogno di lui?». «Provo del risentimento nei suoi confronti?». «Non mi sento a mio agio quando ho amici in casa?». «Mi arrabbio per le mie reazioni nei suoi riguardi?». E ancora: «Sento che sto perdendo vita?». E infine la domanda che più ha fatto indignare: «Mi sarei aspettato qualcosa di diverso a questo punto della vita?».
Il test, a dir poco scioccante è stato allegato al modello Isee. Come avete potuto vedere, le domande sono brutali, indegne in un paese civile. Inoltre risultano poco congrue – o per niente congrue – all’obiettivo teorico di costruire «una modalità di autovalutazione» dei caregiver.
Le reazioni
Subito sono arrivate le reazioni infuriate dei cittadini della città laziale. «Con quale barbaro coraggio è stato scritto questo questionario?», si chiede uno. «Non si vergognano le istituzioni?», fa eco un altro. In breve tempo poi la polemica si è spostata sui social. «Questionario ignobile». «Fascismo», le frasi più utilizzate. Subito l’amministrazione comunale ha provato a metterci la pezza che è risultata peggiore dello strappo (e non era facile). «Il questionario – fanno sapere dall’amministrazione – è uno strumento scientifico». E, continuano è stato inserito «nelle linee guida regionali e utilizzato da altri Comuni della regione nonché in altre regioni d’Italia» per stabilire la «percezione soggettiva dello stress» vissuto dai familiari con parenti disabili. Una modalità «efficace»” per far emergere «cinque differenti aspetti della condizione di caregiver familiare: carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo».
«Strumenti obsoleti, antecedenti alla Convenzione Onu del 2006», ha fatto sapere la ministra delle Disabilità Erika Stefani. «Disagio, vergogna e risentimento sono i sentimenti che vengono accostati alla presenza di un familiare disabile», denuncia la dem Eleonora Mattia, presidente della IX Commissione Consiglio regionale del Lazio. Infine è intervenuta Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia. «Oltre un mese fa, insieme ad alcune associazioni, abbiamo denunciato lo stesso scempio compiuto da Roma Capitale». Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a questo proposito, ha ritenuto preferibile (per lui) rimanere in silenzio.
Il Giornale d’Italia – Foto Imagoeconomica