Oltre agli adulti, anche i bimbi vaccinati si ammalano di più
«Ci hanno detto «vaccinate contro il Covid i pargoli, perché è nell’interesse loro e dei familiari più fragili». Ma a distanza di sei mesi dall’inizio del pressing, le punture nella fascia 5-11 anni sono state un flop. Non solo perché appena 1.387.900 bambini (per fortuna) hanno risposto all’appello, nel senso che sono stati portati dai genitori a porgere il braccio per una o due dosi, ma soprattutto perché, nell’ultimo mese, i contagi tra i vaccinati hanno superato in percentuale i non inoculati. «Finalmente è possibile vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni contro il Covid. In questo momento l’incidenza massima del coronavirus nel nostro Paese è nei bambini tra 0 e 9 anni. In Italia il Covid è un’infezione pediatrica», dichiarava a dicembre la virostar Roberto Burioni». Lo scrive Patrizia Floder Reitter sulla Verità di oggi.
«Il report esteso di Epicentro, aggiornato al 15 giugno, pubblica dati che sconfessano una campagna terroristica nei confronti dei genitori e dei loro figli più piccoli. L’incidenza dei contagi tra non vaccinati nell’ultimo mese è 0,93%, mentre tra i vaccinati con ciclo completo è 1,32%, questo significa un +42% di infezioni nei bambini che hanno fatto due dosi. “L’Istituto superiore della sanità ricorda a chi ritiene superfluo e non necessario vaccinare i bambini, i rischi ai quali sono esposti in caso di infezione da coronavirus, a fronte di un vaccino mostratosi efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione“, scriveva l’Iss preparando una campagna vaccinale contrassegnata da notizie allarmistiche sugli effetti del virus nei più piccoli».
«Dei datici dicono quanto si infettano di più, oltre agli adulti, anche i bimbi vaccinati. Mentre nulla sappiamo sugli eventi avversi in questa fascia di popolazione, così capace di reagire all’infezione acquistando una preziosa immunità naturale. Sugli effetti dei vaccini nei bambini si preferiscono le menzogne tranquillizzanti. «Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi benefici da parte delle agenzie regolatorie», sostiene l’Iss nella sezione domande sul vaccino ai bambini».