Draghi fa chiudere «Cartabianca»: per tutti è censura, tranne per i piddini «democratici»
Chigi detta la linea e Carlo Fuortes esegue: Bianca Berlinguer rischia. Per qualcuno va bene così.
I talk show della Rai che non corrispondono al Draghi pensiero vanno riformati. Dopo aver incassato i diktat di Palazzo Chigi durante un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, al quale hanno partecipato anche Giancarlo Giorgetti, titolare del Mise cui fa capo il contratto di servizio, e la presidente di Mamma Rai Marinella Soldi, l’amministratore delegato della televisione pubblica Carlo Fuortes si è presentato in Commissione di vigilanza e ha snocciolato – senza eccepire – le direttive appena ricevute per la tv di Stato by Mario Draghi. A partire da un pesante giro di vite sui talk show e sulla scelta degli opinionisti. Nelle linee guida ci sarebbe un approfondimento giornalistico rafforzato ma non più prerogativa dei talk show, indicati invece per affrontare argomenti più leggeri. Tutti hanno subito pensato a Cartabianca e alla sua conduttrice Bianca Berlinguer, che da un po’ viene indicata come putiniana ed è finita alla berlina anche per la presenza di Mauro Corona e del professor Alessandro Orsini. Il programma non verrà sospeso, come si vociferava, ma probabilmente non ripartirà dopo l’interruzione estiva. Durante la riunione non si sarebbe parlato di una interruzione definitiva immaginando, o forse sperando, che la conduttrice si uniformi alle linee guida. E anche se nel corso dell’incontro il tema soppressioni non sarebbe stato toccato, nei corridoi Rai si darebbe comunque come sicura la chiusura del talk show che ha perseverato nelle presenze scomode.
Naufragata l’idea di un programma alternativo per la Berlinguer, in seconda serata su Rai 1, si era pensato a un cambio di conduzione con passaggio di mano a Roberta Rei, inviata delle Iene, col giornalista Giorgio Zanchini, che però difficilmente sarebbe stato concorrenziale con la trasmissione che conduce su La7 Giovanni Floris, ragione che aveva portato al lancio di Cartabianca. Nel frattempo la Berlinguer ha incassato un primo intervento di Adriano Celentano: «Ho letto che pensano di chiudere la trasmissione, se fosse vero sarebbe gravissimo». Oltre che, stando a quanto si vocifera in Rai, sarebbe netta la vittoria del Pd, che immediatamente aveva puntato l’indice contro Cartabianca. «La Rai è al servizio del pubblico o al servizio di qualche agente e del Pd?», si è chiesto il leader della Lega Matteo Salvini, che ha aggiunto: «Sono politicamente lontano da Bianca Berlinguer ma difendo il confronto, il dibattito libero e garbato, il pluralismo.
Chiudere Cartabianca puzzerebbe di censura». Stessa linea per Nicola Fratoianni, non proprio un compagno di parrocchia del leader leghista: «Vogliono chiudere Cartabianca per eccesso di pluralismo sulla guerra. Pazzesco. Chiudere trasmissioni per ragioni politiche significa esercitare una forma di censura, lo sanno?». Solidarietà anche da Daniela Santanché, senatore di Fdi e capogruppo nella Commissione di Vigilanza Rai: «Da tempo denuncio che il Pd considera la Rai come l’azienda di famiglia, nella quale sistemare gli amici giornalisti e decidere palinsesti a proprio piacimento». Curiosamente, proprio fra le fila dei dem nessuno ha rilevato minacce al pluaralismo della tv di Stato.
di Fabio Amendolara – La Verità – Foto Getty images
alla faccia della democrazia —–poi critichiamo i paesi che adottano le dittature viva la nostra democratica Italia– dove non siamo più patroni dei nostri soldi le banche li gestiscono e noi paghiamo la gestione dei soldi che erano nostri ma loro (le banche ) li danno a strozzo. viva il governo che scende a compromessi a nostro discapito ( guarda invio armi a chi non si sa (dicono che aiutano gli ucraini ma come tutte le guerre in cui in nome della democrazia abbiamo partecipato e tranquillamente poi abbandonato lasciando dietro una miriade morti citta rase al suolo e senza istaurare la democrazia
i paladini della democrazia. poi vorrei ringraziare i nostri onorevoli da noi eletti e poi fanno quello che più gli conviene x mantenere il fondo schiena sulla poltrona e se ne fregano delle promesse fatte dagli elettori .