Del Debbio: «Un positivo su 20 è reinfetto. Ma nessuno parla delle cure»
In Italia si parla tanto di mascherine, ignorate in molti altri Paesi Ue, e non di terapie domiciliari e protezione dei fragili.
Roberto Speranza ha parlato durante un congresso del suo partito, Articolo 1, che vista ormai l’esiguità dei commilitoni potrebbe anche chiamarsi Articolo indeterminativo. Nessuno, neanche nei circoli della sinistra europea, si aspettava lumi sulle sorti della sinistra nel XXI secolo dal discorso di Roberto Speranza che mai avrebbe sperato di divenire noto nella sua vita. Né ci saremmo aspettati una rilettura illuminante dell’opera di Karl Marx. Più modestamente ci saremmo attesi che ci dicesse qualcosa su che cazzo succede dopo il Primo maggio, a parte il Concertone cui non sappiamo ancora se abbia assicurato la sua presenza, a proposito delle mascherine e del green pass. E, invece, su questo, il nulla assoluto. Come se non fosse un problema, come se l’incertezza totale che affligge gli operatori dei musei, dei cinema, dei soliti tormentati ristoranti, degli esercenti commerciali in generale, delle discoteche, delle palestre, ecc. ecc. e meno male che il suo partito si chiama Articolo 1 e si rifà alla Costituzione, dove si legge che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Dove sia affondato invece l’Articolo 1 non è dato saperlo.
È chiaro tuttavia che al suo ministro della Salute del lavoro di lavoratori e imprenditori poco gliene importa se non nulla. Sono tutti Articoli zero.
Il Primo maggio è praticamente domani, e per l’ennesima volta gli imprenditori sono lasciati all’oscuro di come debbano organizzarsi, di cosa sarà necessario per entrare nei loro esercizi, quale green pass, quello semplice, quello rafforzato, quello che deve essere ancora inventato da qualche mente non totalmente sana, cosa dovranno fare con le mascherine che, ormai, anche molti virologi hanno dichiarato essere praticamente inutili. In questi giorni mi trovo in Francia. Sono andato in vari ristoranti e bar, non ho visto una mascherina e nessuno mi ha chiesto il green pass. Ad esclusione di un taxi su tre non mi è stato richiesto nulla neanche in farmacia dove alcuni degli operatori portavano la mascherina e altri no.
Cosa vuol dire tuo questo? Che in Francia vivono tutti nell’illegalità? Che poiché oggi c’è il ballottaggio hanno voluto chiudere un occhio su tutto per accaparrarsi un po’ di consenso? O perché hanno capito che ci si contagia lo stesso, anche con le restrizioni, e che a questo punto occorre curare più che introdurre restrizioni che impediscono il ritorno alla normalità, in particolare quella del lavoro e dell’economia della quale dovrebbe occuparsi lo (articolo determinativo) Speranza?
No, qui da noi si vive nell’eterna indeterminatezza delle decisioni, nessuno sa nulla fino all’ultimo momento e comunque sempre fuori tempo massimo per organizzarsi, ma chissenefrega? Domina l’ambiguità che poi, ormai, è il segreto di Pulcinella: non essendo certi degli esiti non si assumono la responsabilità delle decisioni e scaricano tutto sulle spalle delle famiglie e delle imprese. E questo da Giuseppe Conte in poi, senza discontinuità ad eccezione della parentesi Francesco Paolo Figliuolo.
Ormai è noto che si è arrivati al 5 per cento di nuovi infetti (in larghissima parte vaccinati) che si contagiano di nuovo ed è anche noto che occorre, ancora più di prima, garantire la protezione dei fragili di diverso tipo.
Insomma occorre curare, non restringere ulteriormente la vita quotidiana o continuare inutilmente a farlo. Ma non c’è niente di peggio che mettere a governare qualcosa di complicato uno che non ha idee e se le ha le ha confuse, a uno stato di rarefazione quasi gassosa.
Dal 23 aprile in farmacia è arrivato il Paxlovid, un farmaco antivirale contro il Covid, e può essere ritirato nelle farmacie, in alcune regioni senza aggravio per il cittadino. Dal 21 aprile il farmaco può essere prescritto anche dai medici di medicina generale, ed è proprio indicato per i cosiddetti fragili. Non entriamo nei particolari perché non abbiamo intenzione di giocare a fare i virologi come in troppi hanno fatto, alcuni virologi compresi, ma questo farmaco, tra l’altro prodotto dalla Pfizer in Italia, vuol dire che si possono finalmente curare a casa molti pazienti per i quali prima era indispensabile il ricovero.
Certo, per fare tutto questo, ci vorrebbero i medici di base, ci vorrebbe una solida struttura di medicina territoriale che evitasse di far ricadere tutto sugli ospedali e intasare i pronto soccorsi. Ci vorrebbe quello che non c’è e che è stato irragionevolmente smantellato negli anni passati. Nel frattempo basterebbe un po’ di buonsenso come Articolo 1 dell’agire di chi ci governa, compreso il ministro della Salute, il Roberto Speranza di cui sopra.
di Paolo Del Debbio – La Verità