Governo sempre più fragile: legislatura verso la fine. A Draghi la poltrona della Nato?
Come segretario generale della Nato si vedrebbe benissimo. Certo, la concorrenza c’è, ma lui ha tutte le carte in regola per succedere a Jens Stoltenberg. E poi, male che vada, nel 2024 c’è sempre la possibilità di diventare presidente della Commissione Europea. Mario Draghi si sta guardando intorno, perché in fin dei conti anche lui si è reso perfettamente conto che la legislatura di fatto è finita, anche se tecnicamente non si voterà (a meno di clamorosi colpi di scena) prima del marzo 2023. Il rapporto con i partiti della maggioranza s’ è invece consumato in una fredda mattinata prenatalizia, si legge su Il Tempo.
Era il 20 dicembre quando il Presidente del Consiglio lasciò balenare la disponibilità a succedere a Sergio Mattarella al Quirinale. Pensava di trovarsi davanti un tappeto rosso, invece tutti i partiti gli sbarrarono la strada. L’unica disposta a parlarne era Giorgia Meloni, ma la leader di Fratelli d’Italia e dell’opposizione poneva come condizione il voto anticipato dopo l’elezione del Presidente. Un’ipotesi che probabilmente il diretto interessato non contemplava, ma, soprattutto, non la contemplavano i partiti. Meglio lasciarlo lì a Palazzo Chigi, perché portarlo al Colle avrebbe significato trovare un difficilissimo accordo per reperire un nuovo premier che garantisse la tenuta di una maggioranza tanto eterogenea. Impossibile.