Covid: Dna prelevati tramite tampone e rivenduti a terzi senza il consenso
«Il Cremlino ha confermato che il presidente francese Emmanuel Macron è stato tenuto a distanza dal leader russo Vladimir Putin durante l’incontro a Mosca perché il capo dell’Eliseo non ha voluto sottoporsi a un tampone anti-Covid russo». A darne notizia è stata l’agenzia AGI, l’11 febbraio scorso, in occasione dell’incontro tra i due leader.
«La notizia è trapelata nella serata di giovedì 10 febbraio: Reuters ha citato fonti dell’entourge di Macron, secondo cui al presidente francese sono state date due opzioni, accettare il molecolare fatto dalle autorità russe oppure rispettare un severo distanziamento sociale. Sapevamo bene che avrebbe comportato niente strette di mano e quel lungo tavolo, ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul Dna del presidente», ha riferito una delle fonti, riferendosi a problemi di sicurezza».
«Il DNA è l’informazione maggiormente sensibile che possa riguardare un essere umano. – si legge su Privacy.it – Se estratto da un campione biologico e sottoposto ad analisi, rivela le caratteristiche genotipiche individuali che a loro volta possono svelare una varietà di notizie concernenti la fisiologia e il corredo genetico della persona, ivi compresa la propensione allo sviluppo di determinate patologie. Per questo, nelle democrazie occidentali l’utilizzo di tali informazioni è sottoposto a rigide forme di regolamentazione in cui le normative di privacy giocano un ruolo rilevante».
«In un momento storico in cui la pandemia di Covid-19 costringe quotidianamente un’infinità di persone, compresi milioni di italiani, a sottoporsi a prelievo di proprio materiale biologico tramite tamponi e altri test diagnostici, sorgono alcune domande. Le porzioni fisiologiche che rilasciamo che fine fanno? Sono sempre eliminate una volta esaurito il test? Se chi le analizza volesse ottenerne altre informazioni genetiche o rivendere i campioni (o i relativi dati genetici) a terzi privati, ci sarebbe richiesto uno specifico consenso informato?».
«Una notizia proveniente da oltremanica deve allertarci. Un’importante azienda inglese avrebbe gravemente violato la normativa britannica di privacy proprio in relazione all’obbligo di raccogliere il consenso all’utilizzo ulteriore del DNA ottenuto tramite test da coronavirus. Al centro dell’attenzione è finita la Cignpost Diagnostics fondata nel giugno 2021 ed autorizzata dal governo a fornire test diagnostici nell’ambito della lotta alla pandemia di Covid-19. In pochi mesi, la società ha venduto sotto il brand Express Test oltre 3 milioni dei propri tamponi ed eseguito le relative analisi di laboratorio per un costo variabile tra le 35 e 120 sterline. Non si tratta dunque di un operatore minore. Express Test ha, infatti, 71 sedi nel Regno Unito ed ha velocemente conquistata la leadership nel settore aeroportuale offrendo diagnostica in partenza e all’arrivo in vari scali insulari, tra cui i due principali hub internazionali Heathrow e Gatwick». La notizia è stata riportata il 18 novembre del 2021, nel silenzio più assoluto del mainstream. Firmiamo quintali di carta per la Privacy, ma evidentemente è soltanto carta straccia.
La pruvacy e” carta straccia per i dominati.Per le elites invece vale a proteggerle dalle schifezze che fanno, furti e pedofilia compresa.