Senza il gas russo si torna il carbone. Addio al green

L’Italia e l’Europa si preparano a fare a meno del gas russo. Ma si preparano, almeno l’Italia, a fare a meno anche della tanto citata transizione energetica. In molti sottolineano la mancanza di focus sulle rinnovabile e il ritorno del via libera al carbone per ovviare alla prevedibile scarsezza di risorse energetiche nei prossimi mesi. Si lamentano gli ambientalisti. «Sorprende che, nonostante le dichiarazioni pubbliche a seguito della crisi energetica internazionale, non viene enfatizzato il ruolo fondamentale dello sviluppo delle fonti rinnovabili per superare la crisi e invece gli scenari futuri energetici dell’isola vengono centrati sulla diffusione del metano», dice Vincenzo Tiana, responsabile energia di Legambiente. Lo riporta Affari Italiani.

Repubblica scrive che sarebbero garantiti 5 miliardi  «con un provvedimento non certo popolare: aumentare la produzione di energia delle sei centrali a carbone ancora in attività (ma destinate a chiudere entro il 2025). Gli operatori sono già stati contattati, ma la misura verrà adottata solo in caso di mancanza di gas».

Non solo, secondo Repubblica, «il report dei tecnici suggerisce anche provvedimenti di portata minore ma che tutti insieme garantiscono altri 5 miliardi di metri cubi. Dalla riduzione di un grado dei riscaldamenti si arriva a 2 miliardi di risparmi. Un miliardo sia dall’interruzione per alcune ore al giorno delle forniture alle industrie energivore sia dalla riduzione dei consumi di energia per l’illuminazione pubblica, sia incrementando la produzione nazionale».

Gas ed energia, tanti clamorosi rallentamenti sulle rinnovabili. Per aprire impianti ci vogliono 5 anni

Nel mirino di molti anche i rallentamenti sulle rinnovabili. Come racconta il Corriere della Sera, negli ultimi anni c’è stato un forte stop «dovuto in parte alla riduzione degli incentivi ma soprattutto alla burocrazia. I ritmi degli iter autorizzativi fanno sì che solo il 9% dei progetti di impianti fotovoltaici presentati abbia ricevuto il via libera. L’Alleanza per il fotovoltaico, che rappresenta i principali operatori impegnati nello sviluppo di soluzioni per l’energia solare, calcola che ci sono 35 i miliardi di investimenti bloccati e 40 GW di energia da fotovoltaico in attesa del semaforo verde».

Come spiega il Corriere della Sera, «le procedure autorizzative degli impianti durano in media tra i 4 e i 5 anni. Una tempistica che impedisce all’Italia di raggiungere l’obiettivo di 60 GW di produzione da rinnovabili, indicato dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) per il 2030. Le imprese del settore chiedono al governo di sbloccare questo stallo». Ora, come sempre, l’Italia è costretta a muoversi in emergenza.

Un pensiero su “Senza il gas russo si torna il carbone. Addio al green

  • 3 Aprile 2022 in 12:14
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    Speriamo che il buonsenso infine prevalga e si superino i fuorvianti pregiudivi speculativi. La pericolosa contingente situazione rischi adi creare gravissimi problemi al Paese ed ai suoi abitanti.
    Riaccendere subito TUTTE le 7 Centrali a Carbone potrebbe consentire di produrre circa 26-27 TWh di Elettricità/Anno, indispensabile al sistema Paese e di trasferire a stoccaggi circa 10 Miliardi di m3 di Gas (sempre su base Anno), se le forniture non si interrompono prima!

    E non ci sarebbe certo alcun problema, ne peggioramente sui valori complessivi di emissioni globali (nel “Ciclo di Vita” dei vari combustibili fossili: “pre + post combustione”) con le emissioni di CO2, che è un gas sostanzialmente neutro e non dannoso per la salute e per l’ambiente, essendo alla base della vita sul pianeta!

    Bene le FER, ma Solare FV ed Eolico sono “intermittenti” (nella loro produzione elettrica) ed il sistema Paese non può superare un limite tecnico che è già stato sostanzialmente raggiunto con un valore ormai prossimo al 40% in certi momenti della giornata. Se si dovesse dipendere oltre da Fonti intermittenti, con l’attuale condizione tecnologica ragionevolmente disponibile, si rischierebbe davvero gravi problemi al sistema produttivo manifatturiero nazionale con ripercussioni pesanti per tutta la popolazione.

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