Rifugiati no vax, cortocircuito nel Draghistan: solo il 30% degli ucraini è “punturato”

Solo il 30% degli ucraini è immunizzato, ma in questo caso nessuna discriminazione: Pierpaolo Sileri annuncia che non servirà il green pass per i trasporti, basterà un tampone.  Due ucraini su tre non sono vaccinati, si legge su La Verità.

«Ora serve solo di abbracciarli», garantisce Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, che esclude (per ora) l’obbligo di green pass rafforzato. Ai rifugiati, la vaccinazione verrà solo «offerta».

Non serve un grande esercizio di memoria per ricordare come sono trattati, dalla politica, dal governo e dalla stampa a reti unificate, coloro che in Italia hanno scelto di non vaccinarsi, fa notare La Verità. Sospesi dallo stipendio e da una vita normale, possono avere i motivi più vari ma vanno tutti a finire nel calderone dei no vax. Ma se il non vaccinato è ucraino il discorso è diverso.

I numeri non sono certi, ma secondo l’agenzia Reuters, alla vigilia dell’invasione, in Ucraina erano state somministrate 31.683.310 dosi di vaccini contro il Covid e questo farebbe ipotizzare che sia vaccinato il 35,7% della popolazione. Anche se va precisato che non è facile stabilire quanti hanno ricevuto almeno la seconda dose. In ogni caso, secondo Gimbe, due ucraini su tre non si sarebbero sottoposti alla sperimentazione del farmaco genico anti Covid..

I primi profughi sono arrivati a Roma e nel Lazio, ricorda La Verità, e ieri Sileri ha dovuto chiarire che al momento non c’è alcun obbligo di super green pass. «Lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione» ha detto il chirurgo grillino a Rai Radio1.

Il vice di Roberto Speranza ha anche confermato che lo status di rifugiato «non prevede l’obbligo del super green pass, ed è chiaro che noi offriremo la vaccinazione, ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio». E per spostare i rifugiati su treni o bus, ci si limiterà a eseguire dei tamponi. Sempre dopo averli abbracciati, scrive ancora La Verità.

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