La protesta dei camionisti canadesi sbarca in Europa
La contestazione nata a Ottawa si candida a diventare anche altrove un catalizzatore di malcontento dal respiro più ampio, come furono i gilet gialli francesi. Numerosi sono già i canali telegram in cui si organizzano cortei e manifestazioni
Il “convoglio della libertà” da Ottawa si diffonde in Europa. E, come la protesta dei camionisti canadesi, innescata dall’obbligo di vaccino anti-Covid per le tratte transfrontaliere, la contestazione si candida a diventare anche altrove un catalizzatore di malcontento dal respiro più ampio, come furono i gilet gialli francesi, rende noto l’agenzia Agi.
Sui canali Telegram legati alla mobilitazione viene annunciata una grande giornata di manifestazioni il 14 febbraio. Uno in particolare, ‘Euro Convoy’, fornisce i link a tutti i gruppi a carattere nazionale sotto lo slogan “hanno provato a incatenarci ma non abbiamo padrone“.
Oltre al Canada e ai Paesi del vecchio continente, ci sono anche Usa, Brasile, Australia e Israele. I canali locali contano decine di migliaia di iscritti. Quello italiano, ‘Italian Freedom Convoy’, ne ha oltre 17.600 ma, a leggere i post, non sembra in arrivo una colonna di mezzi pesanti pronta a bloccare Roma.
A convoy of dump trucks now joining the fight ✊🏾 #TruckersConvoy2022 #CanadianTruckers #FreedomConvoy2022 pic.twitter.com/D6omMNwNPG
— #TruckersForFreedom2022 🇨🇦 (@yoyostun) February 8, 2022
Il canale francese contiene già un’accurata mappa di tutti i punti di raccolta nelle varie città transalpine, con tanto di orari. “Convoy France Officiel” promette già da mercoledì “convogli”, non solo camion ma automobili in condivisione, che dovranno radunarsi a Parigi venerdì sera per chiedere il “rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali”.
Sono quindi possibili disordini già dalla giornata di sabato. Le autorità hanno assicurato di prendere seriamente una protesta che, per stessa ammissione di alcuni aderenti, raccoglie il testimone dei “gilet gialli”.
Anche in quel caso, una mobilitazione sorta da un motivo preciso, il rincaro del carburante, si trasformò in una più vasta contestazione delle politiche del governo. Tre anni dopo la rabbia è ancora maggiore, alimentata non solo dalle restrizioni sanitarie ma dall’impatto economico e occupazionale della pandemia e dei confinamenti.
Occhi puntati anche sui Paesi Bassi, teatro di alcune delle manifestazioni ‘no vax’ e ‘no pass’ più violente. Proteste dimostrative sono già in atto ma sabato 12 febbraio si preannuncia come una giornata campale anche ad Amsterdam. Tra le tante incognite, la maggiore riguarda il 14 febbraio, quando dimostranti da tutta Europa, a partire da quelli raccolti in Francia e Olanda, si daranno appuntamento a Bruxelles per una “convergenza europea”.